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Zone 30 a Perugia, scontro politico: tra accuse di "fare cassa" e dati sulla sicurezza stradale

Dibattito acceso fra maggioranza e opposizione sul futuro della mobilità urbana con report alla mano

Sabrina Busiri Vici

04 Settembre 2025, 09:01

Zone 30 a Perugia, scontro politico: tra accuse di "fare cassa" e dati sulla sicurezza stradale

Le Zone 30 arrivano in città e scoppia la polemica politica. La decisione di introdurre il limite di 30 km/h in otto grandi aree della città - da San Sisto a Ponte San Giovanni, passando per via Birago, Borgo XX Giugno, via Pinturicchio, piazza Grimana, Porta Conca e Balanzano - ha acceso il confronto in consiglio comunale e sui social. Margherita Scoccia, capogruppo di Fratelli d’Italia, è stata la prima ad alzare la voce, denunciando il rischio di “multe a raffica” e sostenendo che la misura servirebbe solo a rimpinguare le casse comunali: “Chi verrà sorpreso a 41 km/h rischierà fino a 695 euro di multa e tre punti di decurtazione dalla patente. Questo provvedimento ha un solo beneficio: quello economico. Ritiratelo!”.

Accuse respinte con forza dal centrosinistra, che rivendica le Zone 30 come scelta di civiltà e di sicurezza. “Non sono un provvedimento per fare cassa - ha replicato Lorenzo Ermenegildi Zurlo, capogruppo PD - ma una misura che salva vite”. A sostegno della tesi, il consigliere cita i numeri di Bologna, prima città italiana a introdurre il limite di 30 km/h: “Nel 2024 incidenti in calo del 13%, feriti dell’11% e, per la prima volta dopo trent’anni, nessun pedone morto sulle strade cittadine. Nel 2025 i dati confermano il trend: -15,2% di incidenti e -33,3% di decessi nei primi sei mesi”.

Sulla stessa linea anche il gruppo Anima Perugia, che parla di “bugie gravi e diseducative” da parte del centrodestra: “Si diffondono paure infondate – scrivono in una nota - come la possibilità di installare autovelox fissi o di multe spropositate. La legge vieta gli autovelox su strade con limite sotto i 50 km/h, e nessun dato dimostra un incremento delle sanzioni dove le Zone 30 sono realtà”. Per Anima Perugia, il centrodestra sarebbe colpevole di “strumentalizzazione politica” e di aver lasciato la città ferma per dieci anni sul fronte della mobilità: “Nessuna politica di mobilità sostenibile, corse degli autobus tagliate, tolleranza verso la sosta selvaggia, zero visione strategica. Ora la destra parla alla pancia dei cittadini, noi parliamo alla loro vita”.

A rafforzare la loro posizione arrivano anche i dati europei: uno studio presentato a Trento nel 2024 ha certificato che le Zone 30 riducono del 23% gli incidenti, del 37% i decessi e del 38% i feriti. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che, entro il 2035, la misura potrebbe salvare fino a 25mila vite in Europa. “A 50 km/h - ricordano i consiglieri di Anima Perugia - una collisione con un pedone ha l’80% di probabilità di essere mortale; a 30 km/h solo il 10%. È la differenza tra vita e morte”.

Non manca infine una stoccata all’ex assessora Scoccia: “Fu la giunta Romizi a inserire le prime Zone 30 nel Piano urbano della mobilità sostenibile, e lei stessa in campagna elettorale rivendicava interventi a Fontivegge e Bellocchio. Ora cambia spartito, per convenienza politica”. Il consiglio comunale ha approvato un ordine del giorno con linee di indirizzo, senza ancora prevedere provvedimenti operativi immediati. Ma il dibattito è ormai aperto, e la battaglia politica tra sicurezza stradale e timori di “fare cassa” sembra destinata a proseguire nei prossimi mesi.

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