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L'Umbria si mobilita per Gaza e la Global Sumud Flotilla: presidi a Perugia, Spoleto e Foligno

La sindaca Vittoria Ferdinandi: "Basta morti innocenti"

Francesca Marruco

04 Settembre 2025, 12:17

L'Umbria si mobilita per Gaza e la Global Sumud Flotilla: presidi a Perugia, Spoleto e Foligno

Anche l’Umbria si mobilita per Gaza e per la Global Sumud Flotilla. La società civile risponde in massa alla giornata di mobilitazione nazionale. Per oggi infatti, sono previsti appuntamenti a Perugia, Foligno, Spoleto, Terni e Orvieto. Nel capoluogo di regione sono le Donne in nero e l’Unione donne in Italia ad organizzare un presidio. L’appuntamento è per oggi giovedì 4 settembre pomeriggio alle 18.30 in piazza della Repubblica con un sit-in per manifestare supporto e solidarietà alla missione umanitaria. A Perugia è previsto inoltre un secondo appuntamento per sabato mattina: alle 11 presidio in piazza Italia organizzato dalla Cgil Umbria con un collegamento dalla Global Sumud Flotilla.

A Terni l’appuntamento è per sabato quando, sempre la Cgil chiama tutti a raccolta per una marcia in partenza alle 9 da piazzale Briccialdi. Oggi pomeriggio a Foligno, alle 18.30 appuntamento al parcheggio dell’ex ospedale per un corteo che terminerà in piazza XX Settembre. La manifestazione è organizzata, tra gli altri, da Cgil, Anpi ed Emergency.
Anche a Spoleto, nello stesso momento è previsto un presidio a partire dalle 19 in piazza del Comune che ha anche patrocinato l’evento promosso da alcune associazioni cittadine. Orvieto l’appuntamento è per domani alle 18 con un’assemblea pubblica in piazza Fracassini.

Dal Giappone intanto, la sindaca di Perugia e delegata nazionale Anci per la pace ha lanciato un appello universale, Vittoria Ferdinandi dichiara: “I Comuni di tutto il mondo devono unirsi e chiedere con una sola voce l’immediato cessate il fuoco, in Ucraina, a Gaza e in ogni luogo dove si combatte. Basta morti innocenti. È tempo di scegliere la vita e fermare la logica delle armi”. La sindaca ha sottolineato il ruolo dei Comuni come istituzioni più vicine alle persone, capaci di trasformarsi in una vera “rete di diplomazia dal basso”.

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