Padre Martino sarà contento: ieri - venerdì 22 agosto 2025 - è stata firmata la convenzione tra la Fondazione per l’Istruzione Agraria e il “suo” osservatorio sismico, silenziosamente operativo nell’immenso cenobio dell’abbazia di San Pietro, che dunque continuerà ad essere un fondamentale punto di riferimento per i terremoti, non solo dell’Umbria, ma di tutto il centro Italia, tenendo vivo un patrimonio inestimabile, a partire dal primo sismografo creato da Andrea Bina nel 1751.
Per la verità, nessuno aveva dubbi in proposito, ma non era stato ancora siglato il documento ufficiale che certificasse la continuità, il passaggio di consegne e soprattutto della disponibilità dei locali della Fondazione, dopo la morte di don Martino Siciliani e la rinuncia della famiglia benedettina alla gestione dell’abbazia. L’atto ufficiale è stato siglato dal professor Antonio Bartolini in qualità di vice presidente della Fondazione e dal professore Michele Arcaleni, nuovo direttore del centro sismologico, in presenza dell’avvocato Mauro Cozzari, direttore amministrativo della Fondazione stessa. “Il nostro interesse – ha spiegato Bartolini - era ed è che l’Osservatorio sismico Andrea Bina prosegua la propria importante attività negli spazi in cui opera da secoli. L’azione compiuta oggi rappresenta parte delle finalità istituzionali della Fondazione, tra le quali vi sono la custodia, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico artistico architettonico ed in questo caso anche scientifico che amministriamo e gestiamo in seguito all’emanazione del decreto Pepoli dell’11 dicembre 1860. Tale decreto portò all’espropriazione dei beni dei religiosi a favore del nascente Stato italiano ed alla nascita, con successivo decreto del 1892, della Fondazione per l’Istruzione Agraria. La collaborazione tra i due enti è in essere ormai da molti decenni e contribuisce a rendere pulsante il cuore stesso della complessa struttura dell’abbazia di San Pietro”.
L’avvocato Cozzari ha ribadito l’importanza dell’Osservatorio, “una struttura che fa parte non solo del patrimonio dell’abbazia di San Pietro ma, per il suo carattere di unicità e di forte valenza sociale, rappresenta un patrimonio ed un’identità culturale e scientifica per la città di Perugia e per la Regione Umbria”.
Più che soddisfatto Michele Arcaleni, il geologo che ha raccolto l’eredità di Padre Martino dopo essere stato suo allievo per quasi 30 anni: “Questo importante passo che oggi si è compiuto con grande spirito di collaborazione e stima reciproca tra i due enti coinvolti, garantisce la continuità di tutte le attività di pubblico interesse che l’Osservatorio Sismico svolge, tra le quali il monitoraggio sismico della regione Umbria, in convenzione con la Regione stessa e l’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), la ricerca scientifica in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, gli studi di risposta sismica locale nell’ambito della progettazione di edifici in zona sismica e le molteplici attività didattiche con le scuole del territorio, dalle visite di elementari e medie ai progetti formativi per le scuole superiori (ex alternanza scuola-lavoro) fino al coinvolgimento di laureandi e studenti delle discipline scientifiche e tecnologiche attraverso un approccio integrato e pratico. Il contratto è l’atto conclusivo di un’azione intrapresa anche da Padre Martino, indimenticabile direttore dell’Osservatorio Sismico per oltre 50 anni. Quindi grazie alla Fondazione per il suo quotidiano e continuativo operato, sempre rivolto alla tutela ed alla valorizzazione del prezioso bene la struttura gestisce con sapienza da secoli”. L’affidamento dei locali è stato dato per 15 anni, rinnovabili per identico periodo.
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