Attualità
L'immagine realizzata sulla base di una ricostruzione ipotetica IA
“Abbiamo avuto un incontro informale sul progetto della statua gigante di San Francesco, ma il territorio di Assisi, città peraltro Bene Unesco, è fortemente vincolato. Detto che i passaggi sono tanti - ne dobbiamo parlare in giunta e in consiglio e sicuramente dovranno esprimersi anche i cittadini - al signor Milletti abbiamo consigliato di presentare il progetto alla Soprintendenza. Se questo incontro sarà positivo, non mancherà il supporto dei nostri uffici. La collocazione che vorrebbero, alla Rocca, è sicuramente improbabile, per non dire impossibile: ma esistono degli spazi con meno restrizioni e di pari valore.”
È questo il commento del sindaco della città di Assisi, Valter Stoppini, alla proposta lanciata sabato 9 agosto da Federico Milletti - a capo di un gruppo di mecenati - dalle colonne del Corriere dell’Umbria, di una maxi statua da 21 metri con le fattezze del Poverello, da posizionare alla Rocca in un simbolico abbraccio alla città e alla valle umbra, dunque all’Umbria.
“Speriamo che la richiesta della Rocca possa essere accettata, sappiamo che ci sono dei vincoli paesaggistici ma contiamo di ottenere tutte le autorizzazioni. In caso contrario, potremmo realizzarla sul Subasio”
Aveva affermato l’imprenditore. Ma se il sindaco ipotizza un parere dei cittadini questo, almeno nel mondo polarizzato dei social, è quasi unanimemente contrario:
“Un’idea in contrasto con lo spirito francescano, si valorizzi e si protegga quello che c’è già anziché incentivare il turismo da selfie”, una sintesi dei vari commenti.
Peraltro, come ricorda lo storico e scrittore Ezio Genovesi nel libro “Assisi 1926 - La Nova Civitas ai tempi del podestà Arnaldo Fortini”, già cento anni fa venne discussa (e bocciata) un’idea simile. Allora il comitato nazionale creato per il settecentenario della morte del Poverello nel 1926 arrivò addirittura a lavorare su dei bozzetti, ma a mobilitarsi furono società civile e intellettuali, tra cui Gabriele D’Annunzio, che sottolineavano la compromissione di quel paesaggio che valorizzò l’esperienza religiosa del Poverello e la cui tutela nel suo messaggio è fondamentale. Non si tratterebbe della prima maxi statua di San Francesco, quantomeno nel mondo: in Brasile c’è una statua gigante di 27 metri, a Canindé che, inaugurata nel 2010, è realizzata in fibra di vetro e resina. Più “modestamente”, per quanto riguarda le misure, ad Assisi di statue dedicate a San Francesco ne esistono almeno due: la figura di Francesco di Bernardone a cavallo, realizzata dallo scultore umbro Norberto Proietti (Spello, 1927- 2009) per ricordare la sconfitta nella guerra con Perugia e in cui il Poverello è scolpito con le spalle ricurve e quasi si fonde con la cavalcatura e la statua nel cortile interno del Vescovado, vicino la piazza omonima. Una terza statua è poi stata realizzata a Piandarca di Cannara, nel luogo della predica agli uccelli. E statue di santi, in città, abbondano: oltre a quella di padre Pio nella zona del bosco di San Francesco, da qualche mese - nella proprietà privata del centro Amici di Carlo Acutis - c’è anche una statua di circa due metri con le fattezze del giovane Beato millenial che sarà canonizzato il prossimo 7 settembre.
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