Mobilitazione
Presidio di protesta per la sanità privata
Quella di giovedì 22 maggio sarà una giornata di mobilitazione nazionale per le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata e delle rsa (residenze sanitarie assistenziali), che incroceranno le braccia in tutta Italia per chiedere il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro e migliori condizioni lavorative. Anche in Umbria, la protesta si concretizzerà con un presidio a Perugia Quella di giovedì sarà una giornata di mobilitazione nazionale per le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata e delle rsa (residenze sanitarie assistenziali), che incroceranno le braccia in tutta Italia per chiedere il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro e migliori condizioni lavorative. Anche in Umbria, la protesta si concretizzerà con un presidio a Perugia davanti alla sede del consiglio regionale, dalle 10 alle 13, a testimonianza di una vertenza che coinvolge migliaia di operatori sanitari del territorio.
Lo sciopero, proclamato dalle sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, riguarda tutti i dipendenti delle strutture che applicano i contratti Aiop/Aris della sanità privata e delle rsa. Alla base della protesta vi è la persistente indisponibilità delle associazioni datoriali ad aprire un confronto costruttivo per il rinnovo dei contratti, fermi ormai da anni. I sindacati sottolineano come questa situazione abbia portato a un progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro e a una mancata valorizzazione del personale, il cui ruolo è stato fondamentale soprattutto durante l’emergenza sanitaria.
La mobilitazione non riguarda solo la questione salariale, ma anche la tutela dei diritti, il riconoscimento professionale e la dignità lavorativa. I lavoratori chiedono un contratto che equipari i loro diritti e trattamenti a quelli della sanità pubblica, ribadendo il valore del loro contributo al servizio pubblico e la necessità di garantire la continuità dei servizi ai cittadini.
In Umbria, il presidio di Perugia si inserisce in una più ampia mobilitazione che vedrà iniziative simili in tutte le regioni italiane. “I sindacati - si legge in una nota stampa - chiedono alle istituzioni regionali di farsi promotrici di una regolamentazione chiara sugli accreditamenti delle strutture sanitarie, prevedendo l’esclusione dal sistema regionale di quelle realtà che non rinnovano i contratti e non rispettano i diritti dei lavoratori”.
Lo sciopero durerà per l’intera giornata di giovedì e, salvo convocazioni dell’ultima ora, la mobilitazione proseguirà anche nei mesi successivi con nuovi presidi e iniziative di protesta fino all’apertura di un tavolo di trattativa nazionale. Per gli utenti umbri, le organizzazioni sindacali e le stesse strutture sanitarie avvertono che potrebbero verificarsi disagi e rallentamenti nei servizi, invitando la cittadinanza a tenersi informata sulle eventuali variazioni delle attività. “Chi lavora nella sanità privata svolge le stesse mansioni, affronta le stesse urgenze e responsabilità di chi lavora nel pubblico - continua la nota del sindacato - È tempo che venga riconosciuto lo stesso valore”.
Lo sciopero, proclamato dalle sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, riguarda tutti i dipendenti delle strutture che applicano i contratti Aiop/Aris della sanità privata e delle rsa. Alla base della protesta vi è la persistente indisponibilità delle associazioni datoriali ad aprire un confronto costruttivo per il rinnovo dei contratti, fermi ormai da anni. I sindacati sottolineano come questa situazione abbia portato a un progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro e a una mancata valorizzazione del personale, il cui ruolo è stato fondamentale soprattutto durante l’emergenza sanitaria.
La mobilitazione non riguarda solo la questione salariale, ma anche la tutela dei diritti, il riconoscimento professionale e la dignità lavorativa. I lavoratori chiedono un contratto che equipari i loro diritti e trattamenti a quelli della sanità pubblica, ribadendo il valore del loro contributo al servizio pubblico e la necessità di garantire la continuità dei servizi ai cittadini.
In Umbria, il presidio di Perugia si inserisce in una più ampia mobilitazione che vedrà iniziative simili in tutte le regioni italiane. “I sindacati - si legge in una nota stampa - chiedono alle istituzioni regionali di farsi promotrici di una regolamentazione chiara sugli accreditamenti delle strutture sanitarie, prevedendo l’esclusione dal sistema regionale di quelle realtà che non rinnovano i contratti e non rispettano i diritti dei lavoratori”.
Lo sciopero durerà per l’intera giornata di giovedì e, salvo convocazioni dell’ultima ora, la mobilitazione proseguirà anche nei mesi successivi con nuovi presidi e iniziative di protesta fino all’apertura di un tavolo di trattativa nazionale. Per gli utenti umbri, le organizzazioni sindacali e le stesse strutture sanitarie avvertono che potrebbero verificarsi disagi e rallentamenti nei servizi, invitando la cittadinanza a tenersi informata sulle eventuali variazioni delle attività. “Chi lavora nella sanità privata svolge le stesse mansioni, affronta le stesse urgenze e responsabilità di chi lavora nel pubblico - continua la nota del sindacato - È tempo che venga riconosciuto lo stesso valore”.
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