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In Umbria mancano mille infermieri ma il numero rischia di aumentare. Sì a bracciali elettronici e pulsante anti aggressione

Nella giornata internazionale dedicata alla figura sanitaria ecco la stima delle assunzioni necessarie. Se ci si conta il turnover dei prossimi anni la cifra potrebbe triplicare

Alessandro Antonini

13 Maggio 2025, 09:42

In Umbria mancano mille infermieri ma il numero rischia di aumentare. Bracciali elettronici e pulsante anti aggressione

Il presidente dell'Ordine provinciale di Perugia Nicola Volpi

Servono mille infermieri in Umbria. Soprattutto se si vuole potenziare la sanità del territorio. La stima viene fornita da Nicola Volpi, presidente dell’ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Perugia. Al Barton Park, nell’ambito delle celebrazioni e gli eventi per la Giornata internazionale dell’infermiere, Volpi ha spiegato che “in Italia si prevede una richiesta di circa 65 mila infermieri, di cui circa 27 mila nel Centro Italia. In Umbria siamo a mille. È stato bandito nella nostra regione un concorso per 124 profili, di cui è capofila l’ospedale di Perugia. Va comunque specificato che le politiche rispetto alle assunzioni e alla dotazione dei fondi dipendono dai livelli centrali e che la mancanza di infermieri è un tema nazionale”. Così come quello delle aggressioni ai sanitari.

“Sì - continua Volpi - e i numeri ci dicono che gli infermieri sono i profili professionali più esposti. C’è un tavolo aperto con la Regione in cui sono previsti i braccialetti elettronici per i dipendenti più esposti e anche un ‘pulsante anti aggressione’ da installare nei pronto soccorso. Voglio qui ricordare l’ultima aggressione avvenuta ai danni di un collega da parte di un paziente che nonostante tutto ha continuato ad assistere l’uomo che lo aveva aggredito”. Focus anche sul “nuovo codice deontologico, che segna un punto di svolta perché riconosce pienamente l’infermiere come professionista autonomo, responsabile e promotore di innovazione. È su questa visione moderna e lungimirante che si costruisce il futuro del nostro servizio sanitario”. Sui numeri degli infermieri che mancano ci sono però anche previsioni più ampie. Marco Erozzardi del Nursind guarda in prospettiva e tiene conto anche dei pensionamenti dei prossimi anni.

“In relazione all'Umbria possiamo sicuramente stare intorno ai 3.000 infermieri da assumere nel prossimo futuro in considerazione del progetto di riorganizzazione della sanità che prevede molta sanità territoriale ed in considerazione del turnover che nei prossimi anni sarà importantissimo visto che ci sono pochi professionisti formati e molti che andranno in pensione”. Le risorse che devono arrivare da Roma sono ingenti, considerato che un infermiere costa mediamente tra i 50 e i 60.000 euro all'anno contributi compresi.

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