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I cardinali nella Cappella Sistina nel 2013
Mentre la Chiesa Cattolica si prepara ad affrontare - sabato 26 aprile alle ore 10 - il funerale di Papa Francesco, morto lunedì 21 aprile 2025, i cardinali sono già proiettati sul conclave che eleggerà il nuovo pontefice. Il clima in Vaticano è carico di attesa e riflessioni e, intanto, i cardinali già arrivati a Roma riflettono sulle strategie alla base del voto, tra accordi e trame. Chi sarà il prossimo Papa? Quali cardinali hanno le maggiori possibilità di essere eletti? E quali sono i numeri chiave da tenere d'occhio?
Attualmente i cardinali elettori sono 135 provenienti da diverse aree geografiche: 59 saranno i cardinali provenienti dall'Europa (19 dall'Italia), 37 dalle Americhe (16 dall'America del Nord, 4 da quella centrale, 17 dall'America del Sud), 20 i cardinali dall'Asia, 16 dall'Africa, 3 dall'Oceania. L'imminente conclave si giocherà anche sul delicato equilibrio tra correnti teologiche, sensibilità pastorali e interessi geopolitici. La Chiesa globale oggi è fortemente multicentrica: l’Europa ha ancora un numero rilevante di cardinali, ma America Latina, Africa e Asia pesano sempre di più. L’eventualità di un Papa “del Sud del mondo” non è più solo un’ipotesi esotica: è una possibilità concreta. All’interno del conclave, si prevede uno scontro tra i sostenitori di una linea di continuità con il pontificato di Francesco e coloro che vorrebbero un ritorno a una maggiore centralità dottrinale e liturgica. In mezzo, un'ampia fascia di cardinali moderati che potrebbero fare da ago della bilancia.
Il toto-Papa vede una ristretta rosa di favoriti, tra cui il filippino Luis Antonio Tagle (67 anni) popolarissimo in Asia e molto vicino a Papa Francesco; il francese Jean Marc Aveline (65) molto forte nelle relazioni tra mondo islamico e cristiano e ispiratore di una chiesa europea multiculturale; il lussemburghese Jean Claude Hollerich (66) vicepresidente del Consiglio delle conferenze dei vescovi d'Europa; l'americano Joseph Tobin (72), poliglotta, molto attento a poveri e migranti; il giapponese Tarcisius Isao Kikuchi (66), missionario capo della Caritas con una vasta e solida esperienza internazionale; il congolese Fridolin Ambongo Besungu (65) strenuo difensore dei diritti umani ma che ha preso, anche recentemente, netta distanza rispetto ad alcune aperture pastorali della Chiesa cattolica. A loro vanno aggiunti gli italiani Matteo Maria Zuppi (69), presidente della Cei, spinto dalla sinistra, che porta avanti la visione di "Chiesa per tutti" tanto cara a Bergoglio, e Pietro Parolin (70) abile mediatore, "centrista", segretario di Stato della Santa Sede e che tra l'altro essendo cardinale elettore anziano sarà alla guida del conclave (è il più quotato dei bookmaker con il 35% di possibilità davanti a Tagle con il 25%).
Attenzione però agli outsider: l'ungherese Peter Erdo (73) candidato forte dei conservatori, l'americano Blase Joseph Cupich (76) anti-trumpiano, lo svedese Anders Arborelius (75), lo spagnolo Juan Josè Omella (79) e il ghanese Peter Turkson (77) già tra i favoriti nel 2013. Anche qui inseriamo due italiani: Pierbattista Pizzaballa (60) patriarca di Gerusalemme e stimato nel complesso mondo del Medio Oriente più Mauro Gambetti (59) custode del Sacro Convento di Assisi dal 2013 al 2020. Entrambi però sono troppo "giovani".
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