Indagine

Umbria da primato nazionale per anziani soli. Ed è caccia alla badante

Catia Turrioni

03 Marzo 2025, 07:14

In Umbria sempre più anziani

In Umbria sempre più anziani soli

Umbria da primato nazionale per incidenza di anziani che vivono soli. Lo dice l’ultimo rapporto Censis che parla di 129 famiglie con un solo componente di cui il 60,5% (78 mila) è composto da over 60. A livello nazionale questa percentuale si ferma al 55,2%. La regione si distingue anche per il maggior impiego di badanti rispetto alla media nazionale: nel Cuore verde d’Italia l’11,9% degli over 60 che vivono soli si avvale di una badante, un dato superiore alla media nazionale che si attesta all’8,5%. Peggio dell’Umbria stanno messe solo la Sardegna (24%), la Toscana (13,5%), Marche (13,4%) e Friuli Venezia Giulia (12,7%). In dieci anni il ricorso alle badanti è aumentato del 6,5%: attualmente sono 9.253 i lavoratori impiegati ma anche qui, come in molte altre regioni d’Italia, si fa sempre più fatica a trovare disponibilità. “Il problema si accentua nei piccoli e piccolissimi borghi dove i servizi sono carenti - evidenzia Elisa Leonardi, segretaria generale Uil Pensionati Umbria - Non è raro che una badante non abbia disponibilità di un’automobile, ecco perché in molti paesi la ricerca di una badante si fa difficilissima”.

Inoltre c’è il problema dei costi da sostenere perché, ovviamente, la badante ha bisogno di ore di libertà, giorni di riposo e ferie. Per cui, per una famiglia gestire un anziano non autosufficiente diventa davvero problematico. Elisa Leonardi evidenzia come quello della non autosufficienza sia un problema gravissimo e lancia un appello alle istituzioni locali, “affinché del tema se ne parli e si trovino soluzioni che possano andare incontro alle loro istanze. Quello che invece si stanno avendo - dice – sono solo false riforme o riforme bluff. False perché la legge sulla non autosufficienza nazionale è senza finanziamenti e bluff in quanto il famoso assegno universale va ad incidere su troppo poche persone, facendo emergere l’assioma che, per poterne usufruire, non bisogna essere solo non autosufficienti ma anche poveri. L’Istat certifica che sono 68 mila in Umbria i non autosufficienti, di cui 28mila sono ultra 80enni. Così i percettori di tale provvedimento, per il quale serve un Isee non superiore a seimila euro, in Umbria, sarebbero 670 persone. Davvero pochi, a giudicare invece dalla platea che richiederebbe delle risposte”. Leonardi parla di grandi limiti della normativa ed evidenzia come chi usufruisce dell’assegno per la non autosufficienza, debba rinunciare alle prestazioni locali e regionali.
“Alla luce di tutte queste considerazioni – spiega Leonardi – emerge probabilmente una mancanza di consapevolezza di interventi del Governo nazionale che, auspico, possa essere corretta quanto prima dalle istituzioni locali attraverso un coinvolgimento reale e una partecipazione concreta su tutti i temi che coinvolgono gli anziani e i non autosufficienti, a partire dall’assistenza quotidiana e sanitaria. Il mezzo sarebbe quello di un tavolo che possa coinvolgere tutti gli attori a livello regionale e locale, per lavorare su soluzioni che vadano anche a risolvere la piaga dell’isolamento”.

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