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Assisi, Lina Berellini Giusta tra le Nazioni: "Era la nostra bambinaia, ci salvò dalla deportazione"

La testimonianza di uno dei bambini ebrei dell'epoca che furono sottratti alla persecuzione

Flavia Pagliochini

11 Marzo 2025, 08:30

Giusta tra le Nazioni Lina Berellini

“Come Mary Poppins è arrivata nel momento in cui c’era bisogno di lei e se n’è andata una volta finito il suo lavoro”. E’ stato il tenero ricordo di Lina Apostolico, una delle discendenti di Lina Berellini che da ieri è Giusta tra le Nazioni, il riconoscimento dello Yad Vashem per i non ebrei che, con le loro gesta e a rischio della vita, salvarono gli ebrei dalla furia nazista. La targa alla memoria è stata consegnata ad Apostolico, la nipote che per prima si è attivata per far diventare Giusta la signora Berellini, con una cerimonia al Museo della Memoria di Assisi alla quale, oltre a tanti parenti, ha presenziato anche uno dei bimbi salvati, Sergio Calef, le autorità militari, civili e religiose e l’ambasciatore Jonathan Peled, rappresentante di Israele in Italia e San Marino.

Originaria di Valfabbrica e poi residente ad Assisi, appena ventenne, Berellini si prese cura di Fiorella e Sergio Calef, di cui era la bambinaia, proteggendoli dalla persecuzione antiebraica e dalla deportazione dopo che i due bimbi di 3 e 5 anni le furono affidati dai genitori. Berellini andò prima a Pitigliano, in Toscana, e poi - quando i bombardamenti si intensificarono - a Trevinano, nel viterbese: “Ci portava in chiesa tutti i giorni, e ci faceva cantare nel coro, fingendo che fossimo cristiani e non ebrei: eravamo molto attaccati a lei, per noi era come una seconda madre. Dovevamo fingere che lei fosse la zia e che i nostri genitori fossero sfollati nelle Marche”, ha ricordato Sergio Calef.


Nel suo intervento l’ambasciatore Peled, rappresentante di Israele in Italia e San Marino, si è detto “molto onorato ed emozionato di essere qui” e ha aggiunto: “Per noi la Shoah non è solo un giorno da ricordare nel calendario, ma una parte integrante della nostra identità, ancora amaramente attuale in un momento in cui aumentano le manifestazioni di intolleranza e antisemitismo. E anche per questo è importante ricordare gli esempi come quello di Lina Berellini”.

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Monsignor Domenico Sorrentino ha sottolineato come “La figura di Lina si va ad aggiungere alle altre che ricordiamo nel nostro Museo della Memoria, un altro esempio per noi, per i nostri giovani, per quanti visitano questo luogo e ne possono assaporare la storia e i valori”. “Riscoprire e celebrare la storia di coraggio di un Giusto tra le nazioni ha un valore immenso, ancor più grande in quanto fu una donna che salvò due bambini, come una madre per i suoi figli, realizzando concretamente il principio di difendere la vita contro l’orrore come in una unica famiglia umana”, le parole di Stefania Proietti, presidente della Regione Umbria, mentre il sindaco facente funzione Valter Stoppini ha sottolineato: “La storia di Lina Berellini parla di amore e semplicità, perché i giusti, gli eroi quotidiani, persone che ci vivono a fianco e non indossano armature particolari, ma esaltano la nostra umanità con valori quali umanità, solidarietà, pace, giustizia, contro odio, conflitti, divisioni che dobbiamo continuare a coltivare e a promuovere ogni giorno”.

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