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Dona un rene al marito, il gesto d'amore di Patrizia per salvare la vita di Fabio: la storia del primo trapianto incrociato Italia-Spagna

Questa sera sabato 8 marzo, in occasione della Giornata internazionale della donna, Patrizia verrà premiata dalla Pro Ponte come Donna dell'anno

Luca Mercadini

08 Marzo 2025, 10:14

Dona un rene al marito, il gesto d'amore di Patrizia per salvare la vita di Fabio

Dal basket giocato sempre con passione e con grinta a campionessa mondiale di ciaspole sulla neve. E già questo varrebbe l'assegnazione di un premio, un riconoscimento da parte della sua Ponte San Giovanni. Patrizia Babini, nata a Perugia in Borgo Bello con origini eugubine, dipendente della ASL Umbria 2 si definisce una donna ricca di spirito, ma non solo. Gli altri la chiamano donna coraggio.

Ha indossato in gioventù i tradizionali colori rossoverdi della Ponte Vecchio basket con lusinghieri risultati ed è felicemente sposata con il ponteggiano Fabio Rosi con cerimonia celebrata il 16 giugno 1990 ad Assisi nella cripta della Basilica inferiore di San Francesco dove è venerata la tomba del santo.

Una vita normale, insomma, una vita a due che merita di essere conosciuta per date precise da ricordare, fissate nella mente di Patrizia e Fabio: 1989 Fabio, allora fidanzato di Patrizia, dopo analisi di routine scopre di avere problemi ai reni e inizia un trattamento di dialisi. Nel 1991 fallisce il tentativo di un trapianto di reni, nasce la figlia e continua il trattamento di dialisi fino al 2000 quando riceve un nuovo trapianto al Policlinico Gemelli che restituirà Fabio ad una vita piena per 16 anni.

Ad ottobre 2015 deve, però, riprendere a fare dialisi ma Patrizia si rende disponibile a condividere un suo rene. Purtroppo non sono compatibili ma non si scoraggiano, ed entrano in un programma di crossover per cercare altre coppie donatore-ricevente incompatibili tra di loro, in cui un software cerca la compatibilità tra le coppie incrociando i dati. Purtroppo questo programma necessita di numeri alti per poter funzionare. Per questo passano 8 anni, prima dell'arrivo della tanto attesa telefonata.

Da Padova informano: è stata trovata la combinazione perfetta con un donatore per Fabio a Bilbao, ed un ricevente per Patrizia a Barcellona. Altra data significativa: 20 giugno 2023 quando Patrizia entra in sala operatoria alle 7,30 a Padova. Da qui parte il suo rene con una staffetta della polizia che lo porta a Milano, poi un aereo vola a Barcellona per depositare il suo rene e prendere a bordo quello del donatore della coppia catalana, che vola sino a Bilbao dove avviene il secondo scambio. Da Bilbao l'aereo porta finalmente a Padova il rene per Fabio che, alle 2,30 della notte, esce dalla sala operatoria chiudendo così la catena.

Il giorno dopo scoprono che il loro trapianto è entrato nella storia come la prima catena di triplo scambio avvenuta tra l'Italia e la Spagna, all'interno della South Transplant Alliance, la rete mediterranea trapianti, formata da Italia, Spagna e Francia.

Patrizia ci tiene a precisarlo: la sua storia deve essere considerata normale e non eccezionale, non un gesto eroico ma pragmatico. Definisce la sua non una “donazione di rene”, ma una “condivisione”, come deve essere all'interno di una storia d'amore, di un matrimonio. Lei aveva due reni, Fabio nessuno, hanno fatto uno per uno, ed ora stanno bene tutti. Vanno in palestra insieme, Fabio ha ripreso la sua attività di ciclista. Non ricorda nemmeno quali dei due le manca, perché la gioia per la pienezza della vita ritrovata, senza le imposizioni della dialisi, prevale su tutto. Ed anche perché l'intervento non lascia davvero conseguenze.

Patrizia è vice segretaria nazionale di ANED (Associazione Nazionale Emodializzati Dialisi e Trapianto) nata nel 1972. All'associazione, di cui Fabio è consigliere regionale, aderiscono persone dializzate, trapiantate e in attesa di trapianto. L'ANED, con il comitato Sport, promuove lo sport come corretto stile di vita e partecipa ai giochi mondiali per trapiantati e dializzati. Patrizia ha lottato e lotta per la sua situazione familiare ma, soprattutto, per sensibilizzare istituzioni e popolazione al problema di donazione e trapianto ricordando sempre che l'intervento subito per il suo “atto d'amore” è stato fatto e sarà sempre fatto con tutte le dovute cautele per la sicurezza dei donatori, ed è un intervento di modesta invasività e che, nel suo caso, dopo 4-5 giorni lei era di nuovo in perfetta forma anche con un solo rene.

La Pro Ponte, assegnando a lei il tradizionale riconoscimento Donna dell'anno 2025 vuol contribuire anche a sostenere e diffondere quanto Patrizia sostiene con “il cuore” e… anche con un solo rene, disponibile a dialogare e a raccontare i particolari della sua storia per tranquillizzare quanti avessero dubbi e a dare indicazioni e suggerimenti sulla strada da seguire da generosa e autorevole testimone.

 

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