CRONACA
C'è stata la stretta di mano tra Gino Cecchettin e Giovanni Caruso, difensore di Filippo Turetta. La sentenza è attesa alle ore 15 di martedì 3 dicembre. "La capisco umanamente, ma il mio lavoro non è facile" sono le parole pronunciate a bassa voce dall'avvocato al padre di Giulia, brutalmente assassinata l'11 novembre a Fossò, vicino a Padova.
Un gesto per spegnere le polemiche nate dopo l’arringa dell’avvocato, parole che avevano offeso papà Gino. La stretta di mano è stata replicata anche con la nonna, la signora Carla Gatto. "Non vincerà nessuno perché noi abbiamo perso Giulia, la famiglia di Filippo ha perso Filippo e lui resterà quello che è. A prescindere dalla condanna e dalla durata della condanna, lui rimarrà sempre l’assassino di Giulia". Sono invece le parole dure di Andrea Camerotto, zio di Giulia Cecchettin, fuori dall’aula del tribunale di Venezia.
Il processo. Si torna in aula per l’ultima delle udienze del processo lampo a carico di Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin, la sua ex fidanzata uccisa con 75 coltellate l’11 novembre 2023. La Corte d’Assise di Venezia, presieduta da Stefano Manduzio, è chiamata a pronunciare la sentenza di condanna nei confronti del 23enne di Torreglia, in provincia di Padova. Il ragazzo di Torreglia, in provincia di Padova, rischia l’ergastolo: deve rispondere di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, stalking e occultamento di cadavere. Per lui l’accusa ha chiesto l’ergastolo, la difesa, durante l’arringa, ha chiesto che cadano le aggravanti e che siano considerare le attenuanti generiche.
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