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Tutti i silurati delle Europee. Da Bandecchi a Pococacio

Marco Squarta Marco Squarta

Alcuni si leccano le ferite, altri pensano alla pessima figura collezionata: sono i candidati di marca umbra trombati alle europee. Ma va detto che il risultato, territorio a parte, non poteva certamente dipendere da loro. Dovevano farsi largo nelle regioni più grandi e a uno solo è riuscita l'impresa dell'elezione: Marco Squarta, presidente del consiglio regionale, traslocherà a Strasburgo. Chi ha preso tanti voti nel territorio umbro sono stati ovviamente i capilista, tranne in un caso. Giorgia Meloni, alla testa di Fratelli d'Italia, ha collezionato circa 40 mila preferenze. Dietro di lei il generale Vannacci per la Lega con oltre 10 mila voti mentre a Tajani in Forza Italia ne sono andati 8.500. Male la Schlein nel Pd, votata da 2.700 umbri mentre Camilla Laureti ha raccolto oltre 4 mila consensi. La segretaria non sarà rimasta contenta di essere stata battuta nella lista dem in Umbria. La pattuglia umbra ? tra quelli di nascita o residenza, o con radici nel territorio e persino un sindaco di capoluogo, come Bandecchi ? era composta da 14 candidati sparsi nelle varie liste in competizione tra loro. Vediamo come sono andati. Poteva sperare nel successo Francesca Peppucci, parlamentare azzurra uscente, arrivata per 2 mila voti alle spalle di Tajani in Umbria. Ma è stato inesorabile il verdetto nella quattro regioni della circoscrizione: con Lazio, Toscana e Marche è arrivata sesta in classifica. Ritenti, anche se molti dicono che al Parlamento europeo aveva lavorato bene. Abbiamo detto di Marco Squarta. Corre anche il presidente del consiglio regionale dell'Umbria Marco Squarta: nella lista di Fratelli d'Italia ha collezionato 54 mila voti nella circoscrizione e 19 mila in casa. (Ha portato bene la sua indicazione di voto con la "tripletta" assieme a Giorgia Meloni e al marchigiano Carlo Ciccioli. Tutti eletti. Dopo la leader li ha superati l'uscente Procaccini. E ci sta). Due erano i candidati di radice umbra nel Pd ed entrambi ce l'hanno fatta: l'europarlamentare uscente Camilla Laureti con la bellezza di 63 mila voti, proprio avanti all'indipendente "pacifista" Marco Tarquinio con 43 mila voti in Italia centrale, appena più di 2 mila sulla Morani che minaccia ricorsi per la settantina di sezioni di Roma. Ma la candidata marchigiana pare senza speranze: l'andamento elettorale nelle sezioni scrutinate nella Capitale sembra implacabile proprio a vantaggio di Tarquinio. Un po' scarsa la pentastellata Valentina Pococacio ? che trascura troppo i social, la culla del Movimento ? che si è piazzata quintultima nella circoscrizione dell'Italia centrale con 3 mila voti: a suo onore va però riconosciuto che 2 mila preferenze le ha raccolte proprio in Umbria dove è risultata prima. Ma è anche la conferma per il M5s che senza big e con il limite del doppio mandato non si fa festa. Due gli esponenti umbri della Lega: Valeria Alessandrini in campo nonostante la malattia, in Umbria si è piazzata alle spalle di Vannacci con 2.200 voti; meno bene il suo collega di lista, l'imprenditore Antonio Tacconi che ne ha presi 770. Ma entrambi hanno avuto una rete di alleanze nelle altre regioni che ha fruttato loro circa altre 1.500 preferenze per ciascuno. All'estrema sinistra c'erano con Avs Francesca Arca, che ha preso in totale 4.400 voti (quasi 800 in regione) e Pierluigi Vossi 2 mila (di cui 1.600 in Umbria). Pochissime soddisfazioni per Manuela Albertelli (un'altra poco social), che è andata malissimo nella lista Stati Uniti d'Europa: ultima nella circoscrizione con 600 voti, appena 400 nel territorio. Poi la squadra di Stefano Bandecchi, Alternativa Popolare. Il sindaco di Terni voleva suonare ma è rimasto suonato: 3.600 voti in Umbria e 7.700 in tutta la circoscrizione. Altri umbri in lista con lui: Paola Pincardini (1.098 in Umbria e 1.300 nelle quattro regioni); e Christian Brutti con 758 consensi in Umbria e 800 in totale. Infine, Pace terra e dignità di Michele Santoro. Tra i candidati noti in Umbria c'è Alì Rashid Khalil (4 mila preferenze e passa, 400 in umbria dove si è comunque piazzato alle spalle del capolista Michele Santoro). Ciascuno di loro ha tentato di giocare la propria partita con la casacca che indossava in una campagna elettorale che è sempre assai complicata. L'augurio è che le liste dove sono stati candidati non dimentichino l'impegno che hanno profuso e possano premiarli in futuro. In fondo, hanno portato la loro pietra al cantiere in momenti difficili per la politica.