IL CASO
Il vescovo di Assisi, Monsignor Domenico Sorrentino
Nel corso di un'indagine delicata, il vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, ha depositato un esposto-denuncia contro ignoti presso il commissariato di Assisi riguardante la vendita online di reliquie di Carlo Acutis. Questa mossa si inserisce all'interno di una vicenda scoperta a pochi giorni dalla canonizzazione, prevista per il prossimo 27 aprile durante il Giubileo degli adolescenti. La denuncia diventa un atto necessario, considerando che il commercio di reliquie è vietato dalle norme del diritto canonico e alla luce delle preoccupazioni sollevate dal Vaticano. Il cardinale Marcello Semeraro, capo del dicastero delle cause dei santi, aveva prontamente sollecitato l'intervento di un legale tramite Nicola Gori, il postulatore per la beatificazione di Acutis.
Nel frattempo, un'asta che metteva in vendita una ciocca di capelli del giovane si è conclusa, con un ignoto acquirente che se n’è aggiudicato il possesso per la cifra di 2.110 euro. La legittimità del sigillo di ceralacca, mostrato nelle immagini online, rimane nebulosa, poiché né la diocesi di Assisi né altre fonti ufficiali possono confermare l'autenticità o l'origine della certificazione. L'identità del venditore, celata dietro uno pseudonimo, complica ulteriormente la questione. La straordinaria fama postuma di Carlo Acutis, deceduto a soli 15 anni e definito da alcuni come "l'influencer di Dio", continua a suscitare devozione globale ma ha parallelamente alimentato un mercato inaccettabile per la Chiesa, che bandisce non solo la vendita di reliquie, ma anche la loro esposizione in contesti non autorizzati o profani.
Il Corriere dell’Umbria aveva recentemente sollevato l'allarme sulla compravendita di oggetti legati a beati e santi umbri attraverso diversi siti di e-commerce, dove è possibile imbattersi in articoli che propongono pezzi di tunica o ossa di San Francesco, foglie del celebre roseto francescano, polvere della vite miracolosamente legata a Santa Rita da Cascia, oltre a frammenti del velo di Santa Chiara di Montefalco e polveri del sepolcro di Santa Chiara di Assisi. I prezzi variano notevolmente, partendo da modeste somme di 2 o 3 euro fino a raggiungere cifre ben più consistenti di 150-200 euro, con alcune offerte speciali per gli acquirenti.
Emblematico è il caso di eBay, rinomata piattaforma di vendite e aste online, dove, in una domenica a mezzogiorno, risultavano attivi 70 annunci di sole reliquie di San Francesco. Tra le offerte, spiccava una "relic reliquary" del Beato Carlo Acutis, descritta come "ex capillis con certificato": l'annuncio, che scade mercoledì, ha generato grande interesse, registrando già 17 offerte e 84 visualizzazioni in appena 24 ore. L'ultimo aggiornamento ha visto il valore dei capelli di Acutis aumentare fino a 2.110 euro.
Tuttavia, è importante sottolineare che, mentre in passato il commercio delle reliquie era una pratica riconosciuta e diffusa, specie tra Seicento e Settecento, oggi è esplicitamente vietato dal canone 1190 del codice di diritto canonico. A ciò si aggiungono le direttive emanate nel dicembre 2017 dalla Congregazione delle cause dei santi con l'Istruzione "Le reliquie nella Chiesa: autenticità e conservazione", che conferma il divieto assoluto di commercio e vendita delle reliquie, nonché la loro esposizione in contesti profani o non autorizzati.
Sul caso di Carlo Acutis, il postulatore Nicola Gori aveva già lanciato un monito nel 2022: "Da più parti giungono segnalazioni di reliquie del Beato Carlo Acutis che non rispondono ai requisiti canonici richiesti e che non rispettano quanto determinato dall'Istruzione della Congregazione delle Cause dei Santi. In particolare, ribadiamo che le reliquie per essere autentiche devono riportare sigillo su ceralacca e documento di autentica con la firma del postulatore. Occorre poi fare attenzione che questi non siano stati manomessi o contraffatti. Nessun altro è autorizzato ad autenticare le reliquie di Carlo Acutis, fatta eccezione per il Vescovo di Assisi".
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