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LA VICENDA

La violenza non ha un volto: Lobroso, padre della criminologia non aveva ragione. Turetta e Impagnatiello e il fenomeno della dipendenza affettiva

Annalisa Ercolani

29 Novembre 2024, 11:31

Filippo Turetta e Alessandro Impagnatiello

Filippo Turetta e Alessandro Impagnatiello

Il criminale si riconosce dalla faccia? , secondo Cesare Lombroso, padre della criminologia. I suoi studi si concentrano sulla teoria fisiognomica, che sostiene che i tratti psicologici e morali di una persona possano essere dedotti dal suo aspetto fisico, in particolare dalle espressioni del volto. Anche se oggi questa disciplina può sembrare poco credibile, nell'Ottocento era così rispettata da essere addirittura materia universitariaCesare Lombroso dedicò gran parte della sua vita a misurare crani, lunghezza dei piedi e volti di criminali.

Le anomalie fisiche, ritenute costanti in questi individui, divennero indicatori utili per identificare i delinquenti. Si credeva, che i ladri avessero una notevole manualità, occhi piccoli e sopracciglia folte, mentre gli omicidi abituali erano descritti come aventi uno sguardo freddo e sanguigno, un naso aquilino e orecchie lungheQueste affermazioni si basavano su osservazioni che Lombroso raccolse in opere come L'uomo delinquente, dove cercava di stabilire un legame tra caratteristiche fisiche e comportamento criminale.

Oggi, sappiamo bene che la teoria fisiognomica di Lombroso, non può essere una costante, anzi considerando i tristi e recenti avvenimenti di violenza sulle donne, possiamo dire che non è proprio vera. Facendo riferimento ad Alessandro Impagnatiello, condannato all'ergastolo per l'omicidio della fidanzata Giulia Tramontano e a Filippo Turetta, l'assassino di Giulia Cecchettin, si nota il volto innoquo, anonimo, nessun tratto particolare, che può in qualche modo suscitare sospetti. Chiaro è che la violenza non ha un volto, il killer, lo stalker, possono apparire nella società, come "brave persone", "era un ragazzo tranquillo", "sorrideva sempre", eppure ha agito, commettendo il crimine

Se non è il volto, può essere il comportamento un campanello d'allarme? Ovviamente si possono studiare, elencare, valuatre situazioni e modi di fare che possono destare sospetti, ma non è così facile. Magari, come succede spesso purtroppo, il colpevole è la persona che credevamo di amare.

Di seguito analizzeremo le caratteristiche tipiche dello stalker e il fenomeno psicologico della dipendenza affettiva:

Comportamenti tipici di uno stalker

  1. Atteggiamento Ossessivo:
    • Comportamenti caratterizzati da chiamate e messaggi incessanti, spesso mirati a ottenere informazioni dettagliate sulla vita della vittima.
    • Reazioni aggressive o arrabbiate in caso di mancata risposta, mostrando un bisogno di controllo totale.
  2. Conoscenza Inusuale della Vittima:
    • Capacità di conoscere dettagli sulla vita quotidiana della vittima senza che questi siano stati condivisi direttamente, suggerendo un tracciamento o pedinamento.
    • Questa conoscenza può derivare da appostamenti fisici o monitoraggio tramite social media.
  3. Apparizioni Inaspettate:
    • Presenze non annunciate in luoghi frequentati dalla vittima, inizialmente presentate come sorprese ma che si trasformano in minacce.
    • Queste apparizioni possono evolvere in veri e propri agguati, creando un clima di paura e vulnerabilità.
  4. Pedinamenti e Intrusioni:
    • Seguire la vittima fisicamente o intrufolarsi nella sua vita privata, interferendo con la sua libertà personale.
    • Comportamenti di intrusione possono includere l’accesso non autorizzato a spazi privati o l’uso di tecnologie per monitorare la vittima.
  5. Minacce e Violenza:
    • Comportamenti che possono includere minacce verbali o fisiche, spesso finalizzati a intimidire la vittima.
    • La violenza può manifestarsi anche in forme più gravi, come aggressioni fisiche o tentativi di abuso sessuale.

Tipologie di stalker

Secondo la classificazione del professor Mullen, esistono diverse tipologie di stalker:

  1. Rifiutato: Non accetta un rifiuto e tenta ossessivamente di riconquistare la vittima attraverso contatti diretti e indiretti.
  2. Cercatore di Intimità: Crede di avere una relazione speciale con la vittima, spesso basata su fantasie distorte.
  3. Corteggiatore Incompetente: Ha difficoltà a instaurare relazioni sane e passa rapidamente da una vittima all’altra.
  4. Risentito: Si sente offeso da un rifiuto e agisce per vendetta, cercando di umiliare la vittima.
  5. Predatore: Ha motivazioni sessuali morbose e può essere molto pericoloso, spesso attaccando in modo imprevisto.

Sintomi della vittima

Le vittime possono manifestare diversi sintomi psicologici come, ansia persistente, depressione, attacchi di panico, insonnia e alterazione delle abitudini quotidiane a causa della paura.

Dipendenza affettiva: cos'è e come riconoscerla

Oltre a concentrare la nostra attenzione su come e chi è uno stalker, bisogna analizzare anche la questione della dipendenza affettiva, un fattore molto più difficile da riconoscere e che a volte può essere scambiato per vero amore. E' nota anche con il termine love addiction ed è un fenomeno psicologico caratterizzato da un attaccamento eccessivo e compulsivo verso un partner, che porta a una perdita di autonomia e identità personale. Questo tipo di dipendenza si manifesta attraverso una serie di sintomi e comportamenti che possono influenzare negativamente la vita quotidiana e le relazioni interpersonali.

La dipendenza affettiva può essere paragonata ad altre forme di dipendenza, come quelle da sostanze, in quanto provoca reazioni emotive intense e comportamenti compulsivi. Le persone affette da questa condizione spesso sperimentano:

  • Euforia: Sensazioni di felicità intensa quando sono in presenza del partner.
  • Astinenza: Emozioni negative come ansia, depressione e vuoto quando il partner è distante o non disponibile.
  • Tolleranza: Necessità di passare sempre più tempo con il partner, trascurando altre relazioni e attività personali.
  • Perdita di controllo: Difficoltà a gestire le proprie emozioni e comportamenti, alternando momenti di lucidità a episodi di confusione e rimorso.

I sintomi della dipendenza affettiva possono manifestarsi in vari modi, influenzando sia la sfera emotiva che quella comportamentale:

  1. Eccessivo Bisogno di Conferme: La persona dipendente cerca costantemente rassicurazioni dal partner, temendo il rifiuto o l’abbandono.
  2. Sacrificio Personale: Le esigenze del partner vengono messe al di sopra dei propri bisogni, portando a una negazione del proprio benessere.
  3. Isolamento Sociale: La persona tende a isolarsi dagli amici e dalla famiglia, concentrandosi esclusivamente sulla relazione affettiva.
  4. Pensieri Ossessivi: Pensieri costanti sul partner, inclusi dubbi sulla sua fedeltà o sul suo amore.
  5. Paura dell’Abbandono: Un terrore costante di perdere il partner, che può portare a comportamenti possessivi o controllanti.

Le varie tipologie della dipendenza affettiva

Questa può manifestarsi in diverse forme, ognuna con caratteristiche specifiche:

  • Dipendente Affettivo Ossessivo: Non riesce a distaccarsi dalla relazione anche se il partner non è disponibile emotivamente o fisicamente.
  • Codipendente: Si concentra sull'accudire il partner nella speranza di ricevere amore in cambio, spesso tollerando abusi o comportamenti tossici.
  • Dipendente dalla Relazione: Rimane in una relazione infelice per paura del cambiamento e della solitudine.
  • Dipendente Narcisista: Usa la seduzione per controllare il partner e teme l’abbandono solo quando la relazione è minacciata.
  • Ambivalente: Cerca l’amore ma ha paura dell’intimità, creando un ciclo di avvicinamento e allontanamento.

Le radici della dipendenza affettiva spesso si trovano in esperienze infantili difficili, come abbandono o trascuratezza da parte delle figure genitoriali. Questi eventi possono portare a:

  • Bassa Autostima: Le persone con dipendenza affettiva tendono a sentirsi indegne d'amore e cercano approvazione costante dagli altri.
  • Paura dell'Intimità: Un conflitto interno tra il desiderio di connessione emotiva e la paura di essere vulnerabili.

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