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L'iniziativa

Terni, la mangiatoia del presepe con Gesù Bambino diventa di colore rosso contro la violenza di genere

Nuova provocazione artistica al cenacolo San Marco firmata dal direttore dell'Istess, Arnaldo Casali. Omaggio alla figura maschile di San Giuseppe

22 Dicembre 2025, 06:13

presepe cenacolo natale terni

Il presepe allestito al cenacolo San Marco di Terni

Una mangiatoia rossa accoglie Gesù Bambino nel presepe del cenacolo San Marco, a Terni. Un’immagine forte, volutamente provocatoria, che anche quest’anno conferma la tradizione dell’Istess di legare il presepe a un tema di drammatica attualità: la violenza di genere. “Non si tratta solo di cronaca - spiega il direttore dell'Istess, Arnaldo Casali - o di emergenza sociale.
Se andiamo a scavare nel Vangelo scopriamo che la violenza di genere è già raccontata, ma come una violenza che non viene consumata”.

Al centro del racconto evangelico, infatti, c’è la figura di San Giuseppe, indicato come un modello maschile radicalmente alternativo. Maria è incinta prima di andare a vivere con lui. In quel contesto storico, una donna accusata di adulterio rischiava la lapidazione.

“Giuseppe lo sa – continua Casali – e proprio per questo decide di salvarla. Avrebbe potuto denunciarla, esporla alla vergogna pubblica e alla morte. Invece sceglie l’amore e la responsabilità, decide di ripudiarla in segreto”. Una scelta compiuta prima ancora dell’apparizione dell’angelo che gli rivelerà la verità. “Questo è il punto fondamentale - dice ancora Casali - Giuseppe salva la vita di Maria per amore, non per obbedienza a un comando divino arrivato dopo. È un uomo che rinuncia al proprio potere per proteggere la donna che ama. È il maschio esemplare che il Vangelo propone, e che oggi gli uomini dovrebbero seguire”.

La mangiatoia rossa diventa così un simbolo potente: non soltanto denuncia del sangue versato dalle donne vittime di violenza, ma anche segno di una possibilità diversa. “Il presepe - conclude Casali - ci dice che la violenza è inevitabile. Anche dentro una cultura patriarcale si può scegliere di non uccidere, di non ferire, di salvare”. A rafforzare questo messaggio, l’incontro di approfondimento intitolato “Ripudiarla in segreto: Maria, Giuseppe e la violenza di genere” che si è tenuto ieri dedicato ai retroscena meno esplorati del racconto della Natività e alle origini del Natale. Protagonista dell’appuntamento è stata la teologa Lilia Sebastiani. Un presepe che, attraverso la figura silenziosa di Giuseppe, lancia un appello chiaro: contro la violenza di genere non bastano le parole, servono scelte. Anche scomode. Anche controcorrente.

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