L'evento
Al cinema Politeama Lucioli di Terni uno dei più importanti film di Charlie Chaplin
“La febbre dell’oro” di Charlie Chaplin ritorna in sala, accompagnato dalle musiche originali composte dallo stesso Chaplin. Si potrà vederlo al cinema Politeama Lucioli di Terni la sera di martedì 9 dicembre, nel nuovo restauro 4K. L’introduzione al film a cura di Sentieri del Cinema è prevista per le 20.45, la proiezione per le 21.
"Fra tutti i film diretti da Chaplin - spiega l'associazione Sentieri del Cinema - "La febbre dell'oro" è forse quello in cui meglio e più armonicamente si fondono il suo personalissimo senso del comico, la sua malinconia romantica, la sua predilezione per l’epica dei perdenti e la sua spesso sotterranea ma mai assente idea di critica sociale.
Charlot qui s’inoltra tra i ghiacci del Klondike, nel Canada di fine XIX secolo, in un universo ostile dominato dalla legge del più forte, quando la migrazione della corsa all’oro rappresentò per molti americani una delle tante sfaccettature del loro «sogno». Ciò che il Vagabondo troverà, tuttavia, sarà qualcosa di molto più prezioso di una pepita o un giacimento; e il suo viaggio comico e struggente assumerà i connotati di una riflessione lirica sul desiderio, sulla fame (fisica ed emotiva), sul riscatto e la dignità.
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"La febbre dell'oro" è la splendida invenzione di un artista che non smette mai di essere moderno, di creare storie in cui si intrecciano conoscenza amara della realtà, sfavillante umorismo e fantasia sognante, che non smette mai di incantare, con la sua malinconia sempre speranzosa, spettatori di ogni età, l’autore “natalizio” dei bambini e la coscienza critica del Davide contro Golia da adulti.
Nella nostra memoria non possono cancellarsi le immagini costruite per questo film: la scarpa cucinata e divorata come una pietanza prelibata, con le stringhe succhiate alla stregua di spaghetti e i chiodi masticati come ossicini di pollo, un vertice assoluto di pantomima; la sequenza della casa penzolante sull’orlo del burrone; l’indimenticabile sequenza della danza con i panini - una festa di cinema puro: l'impressione di uno spettacolo danzante viene creata senza un solo passo di danza - nella scena onirica della notte di Capodanno.
La danza dei panini è una scena stupefacente realizzata con quasi niente (oggetti comunissimi: due forchette, due panini) ma con questo niente Chaplin riesce ad entrare nella memoria collettiva, trasformando in palcoscenico un modesto tavolo da cucina.
E’ un sogno, quella danza nella quale si condensa miracolosamente la complessità dei sentimenti e dei pensieri che attraversano Charlot: la felicità, la grazia e l'esibizionismo di un uomo che torna adolescente e è imbarazzato per la presenza di colei su cui vuole fare colpo, un adolescente che spera di essere premiato con un bacio che gli dimostri tutta la sua unicità.
E' parte di un sogno, quella danza finta e povera, e anche per questo sublime. Una danza che - conclude Sentieri del Cinema - rientra di diritto tra le sequenze più incredibili della storia della Settima arte e che marca oggi come cento anni fa la ribellione della poesia e della immaginazione in un mondo brutale, dove tutto è misurabile col denaro, con la possibilità di spesa. Una danza che mostra il sopravvivere fino all'ultimo dell'orgoglio dell'artista per il suo mondo fantastico, che lo salva anche nelle condizioni di vita più miserevoli".
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