L'evento
A Terni Film Festival 2025 Il Vangelo di Giuda di Giulio Base
Sarà l’apostolo “maledetto” ad inaugurare la 21esima edizione del Terni Film Festival. Sabato 8 novembre alle ore 21 al cinema Politeama verrà proiettato in anteprima nazionale Il Vangelo di Giuda di Giulio Base, il film che rivoluziona il profilo del traditore per antonomasia, sposando – letteralmente – il suo punto di vista sulla storia dei Vangeli.
Produzione italo-polacca, il film si avvale di un cast internazionale che comprende Rupert Everett, Paz Vega, John Savage, Darko Peric, Tomasz Kot e Abel Ferrara, ed è la prima produzione cinematografica a raccontare la vita di Giuda Iscariota. L’unico precedente risale a dieci anni fa, ed era un film algerino che vinse proprio il Terni Film Festival nel 2015.
La lettura del regista-teologo, autore di celebri fiction su santi come Pietro, padre Pio e Maria Goretti, ma anche di un’insolita rilettura della Natività – Bar Giuseppe – si prepara a far discutere.
La figura di Giuda, infatti, è tra le più misteriose ed enigmatiche dei Vangeli, e – complice il Vangelo apocrifo che lo vede come presunto autore – si è prestata a letture molto diverse tra loro.
“Nella lingua ebraica il nome Yehudah – che ironia! – significa lodato”, spiega la teologa Lilia Sebastiani, nel numero speciale di “Adesso” in distribuzione gratuita agli spettatori del festival.
“È un nome importante per gli ebrei: quello di uno dei dodici patriarchi e quello di un martire della causa patriottico-religiosa di Israele, qual è Giuda Maccabeo”. Fin dai primi secoli, però, i cristiani hanno giocato ambiguamente sull’assonanza tra Giuda e i Giudei.
Una figura, quindi, ancora tutta da scoprire, liberandola da stereotipi e luoghi comuni.
“Portare a Terni Il Vangelo di Giuda – un’opera che nasce dal desiderio di guardare la storia sacra da un angolo diverso, forse inedito ma profondamente umano – significa per me rimettere il cinema al servizio di una domanda antica e sempre nuova: dove abita il divino nella nostra vita?” spiega il regista.
Nel corso della serata, Giulio Base riceverà l’Angelo di Dominioni alla carriera dalle mani del vescovo Francesco Soddu e del presidente onorario del festival, Krzysztof Zanussi.
“Ricevere l’Angelo alla carriera del Terni Film Festival sarà per me motivo di profonda gratitudine e commozione”, commenta Base: “Non considero questo riconoscimento un semplice premio, ma un segno che il mio cammino artistico – intrecciato da sempre con la ricerca del senso e del sacro – trova qui una sua conferma e una sua casa”.
“Il Terni Film Festival – continua il regista che cinque anni fa, con Bar Giuseppe si aggiudicò il Premio Fuoricampo proprio a Terni – con la sua missione di dialogo tra popoli e religioni, custodisce un valore che avverto come essenziale: l’incontro. In un tempo in cui prevalgono le fratture, questo festival testimonia invece la possibilità di unire, di riconciliare, di aprire varchi di luce attraverso le immagini”.
“Ringrazio di cuore il vescovo Francesco Soddu, il direttore Arnaldo Casali, il presidente Krzysztof Zanussi e tutti coloro che rendono questo festival un luogo di grazia, di confronto e di speranza. Ricevo questo premio come un dono, ma anche come un impegno: continuare a cercare, con le immagini e con le storie, quel punto in cui l’arte e lo spirito si incontrano e generano vita”.
Tre produzioni polacche in anteprima nazionale caratterizzano la giornata inaugurale del Terni Film Festival 2025, che si aprirà infatti alle 15.30 con CV, il nuovo film di Krzysztof Zanussi, da 19 anni presidente onorario della kermesse.
Alle 17.30 sarà proiettato invece Il trionfo del cuore, una coproduzione Polonia-Stati Uniti, che racconta la storia di san Massimiliano Kolbe, il francescano polacco morto ad Auschwitz per salvare la vita di un altro prigioniero.
A presentare il film – anch’esso in anteprima nazionale – sarà il protagonista Marcin Kwasny. Proprio lo stesso Zanussi ha diretto i primi due film dedicati fino ad oggi, francescano polacco: dopo aver raccontato l’episodio del martirio di Kolbe in Da un paese lontano (film sulla vita di Karol Wojtyla uscito nel 1981), Zanussi aveva costruito una vera e propria inchiesta sulla misteriosa morte del fondatore delle “Città dell’Immacolata” nel film Vita per vita con il quale, nel 1991, fece debuttare al cinema il due volte premio Oscar Christoph Waltz.
Dal 2017, inoltre, il Terni Film Festival è gemellato con il festival Maksymilany di Breslavia, che si richiama proprio all’eredità di Kolbe.
Una seconda anteprima del Terni Film Festival 2025, prima dell’inaugurazione ufficiale di sabato 8 novembre, sarà ospitata – venerdì 7 novembre – dalla stessa sede dell’Istess, nei due luoghi culturali gestiti dall’Istituto culturale della Diocesi.
Alle 16.30 sarà inaugurato infatti l’imponente fondo cinema della Biblioteca Tinarelli (in via san Marco): centinaia di volumi a disposizione della cittadinanza, che verranno presentati con un “Aperiquiz” condotto dalla direttrice della Biblioteca, Maria Barlozzo: un quiz cinematografico abbinato a un aperitivo.
Alle 18 ci si sposterà di qualche metro al Cenacolo San Marco (in via del Leone 12), che fa parte dello stesso complesso della biblioteca, ovvero l’antico convento che ospitava Francesco d’Assisi durante i suoi soggiorni ternani, dove andrà in scena la prima parte del Focus Francescano 2025, dedicato quest’anno agli 800 anni del Cantico delle Creature.
Il programma prevede un incontro con lo storico francescanista Alfonso Marini, seguito dal doppio concerto dedicato alla colonna sonora del film La Stella di Greccio con frate Alessandro Brustenghi e Marialuna Cipolla, che si alterneranno sul palco del Cenacolo a partire dalle 19, interrotti dalla proiezione dello stesso film, scritto e diretto da Arnaldo Casali.
L’occasione è l’uscita del cofanetto del film, che comprende un cd con la colonna sonora integrale e classici francescani interpretati dalla cantautrice ternana, e il dvd che oltre al film, offre molti contenuti extra: tra questi il documentario C’era una volta a Greccio di Luca Mannaioli, dedicato alla lavorazione del film, e un libretto con le foto di scena e i testi delle fonti francescane a cui è ispirata la sceneggiatura.
A chiudere il ricco menù della giornata, un assaggio delle 88 opere in cartellone durante i 9 giorni di festival: il corto iraniano She is not here di Saeed Seiri, il coreano realizzato interamente con l’intelligenza artificiale The White Dharma di Young ju Leemm, l’animazione Novavita di Francesco Bruno Sorrentino e Antonio Genovese per chiudere con il corto The left hand di Mehdi Ahmadpanah, anch’esso dall’Iran.
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