Il caso
Il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi
A palazzo Spada, giovedì 9 ottobre, il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, in qualità di ufficiale di governo, ha firmato l’atto di riconoscimento della figlia da parte di una coppia omogenitoriale. Erano presenti le due madri. L’atto ha consentito il riconoscimento di una bambina di 5 anni non solo da parte della madre biologica ma anche della madre di intenzione, così come viene definita quest’ultima dal legislatore.
Il riconoscimento della doppia genitorialità per le coppie dello stesso sesso è attualmente possibile grazie alla sentenza numero 68 del 2025 della Corte Costituzionale.
Tale decisione ha sancito l’illegittimità dell’ordinamento nella parte in cui non consente alla madre cosiddetta intenzionale di essere riconosciuta come genitore del minore, all’esito di un progetto creativo comune mediante procreazione medicalmente assistita praticata all’estero. In particolare, la Consulta ha ritenuto che la mancata previsione del riconoscimento della madre intenzionale leda il diritto fondamentale del minore a vedere formalizzato il legame giuridico con entrambe le figure genitoriali che lo hanno voluto.
"Ad un altro bambino, oggi, sono stati riconosciuti e garantiti maggiori diritti. Un bel giorno - commenta su Facebook l'avvocato Alessandro Gentiletti, ex consigliere comunale di Senso Civico - per lui e le sue mamme. Un bel giorno per la città di Terni. Pareva impensabile fino a qualche anno fa, lo era certamente nella scorsa consiliatura, nonostante le nostre battaglie. Questo val bene tutte le critiche ricevute soprattutto negli ultimi giorni per essere andato, insieme ad altre migliaia di cittadini, a votare al ballottaggio, ribaltando un esito che pareva scontato. Con buona pace di Fratelli di Italia che - continua - ci ha attaccato per quella scelta e di chi da altre parti, con protervia, si nasconde dietro un dito. Se non lo avessimo fatto oggi la vita di altri sarebbe stata peggiore. Invece il diritto di uno soltanto val bene il sacrificio di tutti. Perché il cammino dei diritti civili - conclude - non si può arrestare e spesso percorre strade impensabili e non battute".
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