PERUGIA
Sette anni fa c’erano volute non una, ma due ordinanze di altrettanti giudici che imposero al Comune di Perugia, allora a trazione centrodestra, di riconoscere un bimbo figlio di due donne. Oggi (o meglio venerdì prossimo) la sindaca Vittoria Ferdinandi riconoscerà cinque bambine, figlie di tre coppie omogenitoriali di donne. I primi atti, a Perugia - tra i primi grandi Comuni italiani - dopo la sentenza della Consulta. L’annuncio del riconoscimento dei bambini è stato fatto ieri dal capogruppo comunale Pd, Lorenzo Ermenegildi Zurlo, al termine della conferenza in cui è stato firmato un protocollo tra Comune e Omphalos per il contrasto alla violenza e alla discriminazione e alla discriminazione contro le persone Lgbtqia+.
Presenti l’assessora al welfare, Costanza Spera, il presidente di Omphalos, Stefano Bucaioni, il referente del centro antidiscriminazoini di Omphalos, Pietro Diana, la dirigente dell’Area servizi alla persona Roberta Migliarini e il consigliere Ermenegildi Zurlo. "Questo - dice Spera - è un momento importante per la città e per l’Umbria intera. Per la prima volta il Comune di Perugia firma un protocollo di intesa con Omphalos, unica realtà del territorio che da anni tutela i diritti delle persone Lgbtqia+ con enorme professionalità e competenza. Con questo accordo si rafforza una rete di servizi integrata, indispensabile per fornire risposte di sistema a bisogni sempre più articolati. Non permetteremo mai più che nessuno venga invisibilizzato o dimenticato".
“Questo protocollo – ha aggiunto Bucaioni – segna un momento storico: è la prima vera sinergia istituzionale che nasce da un impegno politico dichiarato e mantenuto. Non è solo un atto formale, ma uno strumento concreto per migliorare la vita di centinaia di persone che ogni anno si rivolgono a noi o ai servizi sociali del Comune”. Il referente del CAD Pietro Diana ha sottolineato come "dal 2022 siano già stati oltre 1.500 gli utenti presi in carico".
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