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CICLISMO

L'ultimo saluto a Costante Brunori, una vita dedicata alle due ruote e al migliore artigianato

I funerali dell'ex atleta nonché maestro orafo si sono svolti nella gremitissima chiesa di Santa Lucia a Perugia

18 Novembre 2025, 19:55

L'ultimo saluto a Costante Brunori, una vita dedicata alle due ruote e al migliore artigianato

Costante Brunori (a destra) con Agostino Omini

Gremitissima la pur grande chiesa di Santa Lucia a Perugia dove si è svolta la cerimonia funebre di Costante Brunori. Accanto ai figli Massimo, Lucio e Cristina con i nipoti, i parenti, poi gli amici, i colleghi artigiani orafi, tanti ex corridori ciclisti umbri, amanti del ciclismo e giudici di gara di questo sport con esponenti della Federazione regionale e provinciale. Costante era stato un discreto corridore, senza raggiungere la notorietà, le vittorie e la fama del padre Luciano che così è definito da Leonardo Malà e Alfio Branda nel libro “Stelle in corsa”: “Se Girardengo era l’omino di Novi Ligure, Vicente Trueba la pulce dei Pirenei, Luciano Brunori si sarebbe potuto chiamare ‘l’acaro di Collestrada’ per quanto era piccolo e tenace”. Beh, il nome di Costante è un preciso riferimento a Girardengo di cui il padre era tifoso ed emulo, se non altro per il numero di vittorie ottenute soprattutto in volata con gli avversari della sua epoca: Arcangeli, Argenti, Spapperi, Bordoni, Torti, Guarducci per rimanere in Italia centrale. Costante ha corso in bicicletta e, terminata l’attività agonistica, è stato per molti anni giudice di gara di ciclismo. Sia in questa attività che nella sua professione di orafo è stato maestro e ha formato artigiani orafi e giudici di gara di ciclismo.

Già presidente del Comitato umbro della Fci, presidente di Confartigianato, onorato dal conferimento di Cavaliere per il suo impegno nei settori dell’artigianato e dello sport. I colleghi della sua categoria di lavoro e gli amici del ciclismo lo ricordano per la sua disponibilità e per il suo atteggiamento rivolto sempre alla collaborazione. Per anni, fino alla malattia, è stato attivissimo socio del Panathlon Club Perugia, introdotto dall’allora presidente Goliardo Canonico, anche lui appassionato di ciclismo e tra i fondatori del Gran Premio Pretola che proprio quest’anno il presidente Luca Ginetto ha inserito nel calendario delle manifestazioni dei 70 anni di attività del Panathlon Club Perugia. Ponte San Giovanni dove era nato, Perugia e l’Umbria, il Panathlon International perdono un ciclista, un giudice di gara, un dirigente sportivo, un grande lavoratore e un eccezionale artigiano orafo passando dal negozio del padre nella centralissima via Mazzini di Perugia, al suo laboratorio di via Bartolo, alla sua azienda in via Settevalli dove ha concluso la sua attività lavorativa.

Nelle foto lo vediamo prima premiato da Agostino Omini, già presidente della Fci e dell’Uci, e poi supervisore (nella foto qui sopra) dei campionati del mondo di ciclismo e poi Costante, sulla destra, con vicino Enzo Cerbini (quello del famoso trio dilettantistico umbro Cerbini, Susta, Brugnami), tecnico di ciclismo e Mario Papa, sulla sinistra, già presidente regionale della Fci, ospiti d’onore ai campionati mondiali di ciclismo del 1991 a Stoccarda, dove, tra i professionisti, Gianni Bugno conquistò la sua prima maglia iridata.

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