NUOTO
Il doppio bronzo olimpico del 2021, le difficoltà successive, l’idea di abbandonare il nuoto (seppur ancora giovanissimo) e la rinascita nella piscina di Gubbio dove ha ritrovato il suo primo allenatore, Simone Palombi, e con lui ha strappato il pass per i Mondiali di Singapore.
Il profilo: Federico Burdisso è un nuotatore italiano nato a Pavia il 20 settembre 2001, specializzato nello stile farfalla. Ha ottenuto successi internazionali fin da giovane, vincendo un bronzo ai Campionati Europei di Glasgow 2018 e stabilendo record italiani nei 200 farfalla, che ha poi migliorato ai Campionati Europei di Budapest 2021. Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 ha conquistato due medaglie di bronzo, e nel 2022 ha vinto l'oro nella staffetta 4x100 misti ai Mondiali di Budapest, stabilendo anche un record europeo. Dopo la mancata qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024, si è qualificato per i Mondiali di Singapore e punta alle Olimpiadi di Los Angeles 2028.
- Federico Burdisso come giudica l’ottavo posto nei 200 farfalla e il bronzo sfiorato con la staffetta 4x100 nella recente competizione iridata?
Tutto sommato sono soddisfatto, considerato anche il periodo di inattività prima di arrivare a Gubbio. È stato un punto di partenza, non era scontato conquistare il pass per i Mondiali e tanto meno arrivare alla finale. Ho nuotato i 400 delfino che non facevo da Tokyo. Va bene così. In vista degli Europei ho tempo per pensare alla tecnica e migliorare certi aspetti, anche dal punto di vista mentale. Dopo un periodo di inattività, ora mi ritrovo con un programma intenso. A ottobre ci sono le tappe di Coppa del Mondo a Indianapolis, Chicago e Toronto e starò via da Gubbio per un mese abbondante. Gareggiare mi fa sentire vivo, ho bisogno di adrenalina. A dicembre, poi, ci saranno gli Europei in vasca corta in Polonia, che mi interessano soprattutto per un discorso tecnico, dato che sono più competitivo in lunga distanza.
- Ma gli appuntamenti clou della stagione sono altri, vero?
Gli Europei di Parigi ad agosto saranno un momento importante, insieme agli Assoluti in aprile che funzionano come qualifica per la competizione continentale. Il mio obiettivo principale sono comunque le Olimpiadi, tutto il resto sono tappe di passaggio.
- Perché Burdisso ha scelto di tornare ad allenarsi a Gubbio?
La scelta è stata un po' casuale. Dopo aver smesso per 3 mesi, ho sentito Palombi, il mio ex coach, che mi ha parlato del suo progetto. Mi sono trasferito qui a settembre del 2024. L'anno scorso per me è stato un test. Volevo capire cosa avrei potuto fare. E oggi ho avuto la conferma di essere sulla strada giusta.
- Dicevamo del progetto di Palombi...
Mi piace molto e la scelta di tornare con lui si è rivelata azzeccata, sia per la mia vita dentro che fuori dall'acqua. Starò qui fino alle Olimpiadi di Los Angeles. La prima volta che sono venuto a Gubbio per tre settimane non ho trovato alloggio. Sono stato in camper. Alla fine è stato divertente. Gubbio non è Roma, non c'è caos, i vicini di casa non sono scorbutici. Sono tutti più rilassati, non c'è traffico da battere, l’ambiente è più genuino e ho maturato tante amicizie, soprattutto nel mese di maggio per via della Festa dei Ceri. Soprattutto in quel periodo c’è una bellissima atmosfera. Frequento la città e mi sento ormai un po’ eugubino.
- Puoi raccontarci la tua giornata tipo?
Mi sveglio alle 5:50 del mattino e vado ad allenarmi alle 7 a piedi o in bicicletta. Poi continuo con gli allenamenti fino all'1, con una pausa pranzo. Nel pomeriggio riprendo fino alle 18. Sono a Gubbio da un anno esatto e la mia routine mi fa sentire molto concentrato e motivato. Il progetto di Gubbio mi ricorda molto quello che ho vissuto in Inghilterra. A Mount Kelly in Cornovaglia ho finito il liceo nel college fondato nel 1877 e dove dal 2016 c’è una piscina olimpica da 50 metri e 8 corsie. Stavo benissimo. Palombi vuole riproporre a Gubbio quel tipo di situazioni.
- Un passo indietro. Che ricordi hai dei Giochi Olimpici di Tokyo?
Sapevo di poter competere per una medaglia nei 200 metri farfalla. Questo mi ha messo sotto pressione e, non lo nascondo, mi ha creato molto stress. Alla fine, aver completato la gara era più importante della medaglia di bronzo conquistata. Quella gara, dico la verità, è stata quasi un peso, a un certo punto avevo persino pensato di non competere. Invece, con la staffetta 4x100 è stato tutto diverso. Gareggiare insieme ad amici come Ceccon, Martinenghi e Miressi e condividere l'esperienza olimpica con loro è stato molto divertente, anche perché trequarti della squadra era la stessa che aveva fatto il record europeo qualche anno fa. E così è arrivata un’altra medaglia di bronzo.
- Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Voglio migliorare nei 200 e nei 100 metri. Potrei anche dedicarmi allo stile libero dove ho visto progressi. Il mio vero obiettivo sono in ogni caso le Olimpiadi, e tutto quello che faccio è finalizzato a quel momento.
- Da eugubino ormai acquisito di che Cero è Burdisso?
Voglio studiare bene la storia della Festa e dei tre santi prima di scegliere. Lo farò con calma e raziocinio. E’ troppo importante e ci tengo molto.
- Che ne pensi del Camp di Gubbio che si è tenuto nei giorni scorsi?
Bella iniziativa, trasmette informazioni molto utili per i ragazzi alle prime armi. Condividere il sapere rende tutti migliori. I coach si confrontano, i bambini stanno insieme e si divertono.
- Come ha iniziato Burdisso nel mondo del nuoto?
Prestissimo, a 2-3 anni mi hanno buttato subito in acqua. La mia famiglia ha una casa in Sardegna a Porto Rotondo, proprio sul mare. Io e mio fratello siamo stati quasi costretti a imparare, da subito, senza se e senza ma. Però, sembra strano, ma è vero: io odiavo nuotare, mi inventavo scuse di ogni genere, pur di non entrare in acqua. Mia mamma non sentiva ragioni e mi mandava lo stesso a nuoto. Poi sono nate amicizie in piscina e ho cominciato a vincere le prime gare provinciali a Pavia. In seguito sono andato ad allenarmi a Milano, avanti e indietro, tutti i giorni, almeno 45 minuti da casa.
- E arriviamo alla decisione di andare in Inghilterra?
Sì, avevo 14 anni quando abbiamo fatto questo passo. Poi, nel 2018, è arrivata anche la prima medaglia internazionale agli Europei di Glasgow, nei 200 delfino. Una gara strana. Ero nono, fuori dalla finale. Sono rientrato come ripescato, non avevo nulla da perdere e sono arrivato terzo. Da qui... è cambiato tutto.
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