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Michael Salis, la luce è riaccesa: "Il calcio è la mia vita e nessuno può impedirmi di vivere"

L'attaccante del Pierantonio sta per mettersi alle spalle il grave infortunio: "E ora divento padre"

01 Luglio 2025, 07:21

Michael Salis, la luce è riaccesa: "Il calcio è la mia vita e nessuno può impedirmi di vivere"

Michael Salis esulta dopo un gol

L’orologio rimasto fermo a quel maledetto 30 marzo sta per ripartire. Michael Salis quella domenica non se la scorderà mai. “Cado a terra e capisco subito di aver rotto tutta la gamba. Da lì è partito un dolore fortissimo che non riesco nemmeno a spiegare ed ho iniziato a urlare con tutto il fiato che avevo”. I soccorsi sono tempestivi. La gamba di Michael viene immobilizzata. Poi la corsa verso l’ospedale di Sansepolcro e i primi accertamenti che hanno un responso drammatico: frattura scomposta di tibia e perone in cinque punti ed esposta.

“Non pensavo a un infortunio così grave e sono scoppiato a piangere”, spiega Michael Salis. Dall’ospedale di Sansepolcro Michael è stato poi trasferito a quello di Arezzo per un’operazione urgente: la sterilizzazione dell’osso che era uscito e il montaggio di una struttura chiamata in gergo “gabbia”, esterna alla gamba per tenere la tibia allineata. “Il primo intervento è durato poco più di due ore. Al risveglio in camera c’era la mia compagna Sara, tutta la mia famiglia e i migliori amici”. Due giorni di ospedale e subito ritorno a casa, dove ad attendere Michael c’erano gli zii e i nonni per una di quelle sorprese che ti toccano il cuore. Finita la festa però inizia il periodo buio che Michael ha attraversato. “Non potevo muovermi, l’unica cosa che potevo fare era stare steso sul divano. Non riuscivo a dormire per il dolore che avevo e nessun medicinale riusciva a farlo passare. Questa sofferenza mi ha buttato a terra. Ripensi a quello che è successo, rivivi quel momento ogni volta. Pensi: potrò mai rigiocare? Tornerò a giocare come prima?”. Ma non è solo il calcio in questo momento ad occupare i pensieri di Michael che a settembre diventerà per la prima volta papà. “La mia compagna Sara è incinta, il bambino (Ryan) nascerà a settembre, io avrei dovuto essere quello che si prende cura di lei ma non posso perché sono bloccato”. Il secondo intervento Michael l’ha eseguito a Foligno dal professor Farneti. Ha tolto la “gabbia” e ha messo un chiodo di titanio dentro la tibia. “In due giorni avrò dormito due ore, a causa del forte dolore. Questo infortunio mi ha messo a dura prova. Non mi sono mai fatto vedere piangere, piangevo quando ero da solo riguardando i video delle mie partite”.

Passati due mesi di dolore e sofferenza Michael ha iniziato a rinascere. Dovrà usare le stampelle almeno fino al 28 luglio, poi dovrà fare altri controlli. Se tutto andrà bene potrà togliere le stampelle e tornare a camminare da solo. Altrimenti ci vorrà una nuova operazione. “Sicuramente entro un anno dovrò fare un altro intervento per togliere questo chiodo, ma pensiamo giorno per giorno. Dentro di me ho tanta determinazione. La cosa che più mi ha colpito è stato l’affetto che ho ricevuto da tante persone, dalle più strette a quelle che nemmeno conosci. Ho il telefono intasato di messaggi bellissimi, una cosa che mi ha dato tantissima forza e voglio ringraziare ogni persona che mi ha scritto perché quando tornerò in campo il merito sarà anche loro. Ringrazio familiari amici e parenti, i compagni di squadra, il mister e lo staff del Pierantonio, ma soprattutto la famiglia Fumanti per non avermi mai abbandonato e per essere stata sempre presente. Il calcio per me è vita e nessuno può impedirmi di vivere, sono cresciuto con il pallone in mano e non potrò mai abbandonarlo”.

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