CALCIO
Il sito ufficiale dell'AIA - Associazione Italiana Arbitri - è stato oscurato nel corso della giornata di ieri, domenica 6 aprile, con un'immagine simbolo della non violenza. La decisione è stata presa in seguito all'ennesima aggressione ai danni di un direttore di gara avvenuta in Sicilia. L'episodio segue un altro attacco avvenuto in Campania il giorno precedente e, nelle settimane scorse, in Veneto, nel Lazio e in diverse altre regioni.
L'immagine condivisa sul sito dell'AIA
"È una situazione ormai inaccettabile - ha dichiarato il Presidente dell'Associazione Italiana Arbitri Antonio Zappi - Queste incresciose aggressioni nei confronti dei nostri arbitri, spesso giovanissimi, picchiati da persone che per età potrebbero esserne i genitori solo per un fuorigioco o un rigore, devono essere oggetto di una profonda analisi, anche a livello istituzionale e politico, perché hanno assunto un significato non solo sportivo ma anche sociale che deve essere combattuto con fermezza da tutta la società civile".
L'ultima aggressione ai danni di un direttore di gara è stata subita dal 19enne Diego Alfonzetti, della sezione di Acireale in provincia di Catania, durante il playoff Under 17 tra Russo Sebastiano Calcio Riposto e Pedara. L'arbitro è stato inseguito e aggredito da più persone, compreso uno dei due assistenti di parte che lo ha colpito alla nuca una bandierina. L'episodio di violenza ha richiesto l'intervento dei carabinieri.
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"Un episodio gravissimo che ha scosso l'intera comunità sportiva e che ci riporta indietro nella lotta contro la violenza negli stadi, un tema su cui siamo da sempre impegnati. Questo vile attacco, che ha avuto luogo a pochi giorni dal Torneo delle Regioni, è una vergogna per il nostro sport e disturba profondamente la vigilia di un momento fondamentale per la Sicilia sul piano sportivo, culturale e turistico - ha commentato il Presidente del Comitato Regionale della LND Sandro Morgana-. La violenza gratuita che ha travolto l'arbitro, costretto a difendersi sotto una pioggia di calci e pugni, è intollerabile. Fortunatamente, l’arbitro è ora a casa, dopo aver ricevuto le prime cure, ma rimane la gravissima ferita morale e l'indignazione per quanto accaduto".
"Ho personalmente portato la mia solidarietà – continua - all'arbitro e gli ho dedicato un grande abbraccio, confermando il mio pieno supporto a lui e a tutto il mondo arbitrale. Un episodio come questo non deve rimanere impunito. Confido in provvedimenti rapidi, severi e decisivi, con l'obiettivo di evitare che simili atti di violenza possano mai più accadere in futuro. Questo è il momento di unire le forze, di dare un segnale forte e chiaro a tutti: lo sport deve rimanere un luogo di rispetto, educazione e sano agonismo. La violenza non ha posto in nessun stadio d'Italia. L'immediato intervento delle forze dell'ordine e la raccolta delle prove, tra cui il video dell'aggressione, sono passi importanti verso l'identificazione dei responsabili. Mi sento profondamente deluso perché in questi anni avevamo intrapreso un percorso importante, grazie anche alle istituzioni dei nuclei antiviolenza. Non vogliamo fermarci. Anzi, è il momento di insistere e rilanciare l’azione di chi ama il calcio, di chi crede nei valori. Siamo vicini al mondo arbitrale, che è parte integrante del nostro sport. Condivido il pensiero dell’Associazione Italiana Arbitri che ha espresso la sua solidarietà con forza, e io sono completamente d'accordo con il loro messaggio: 'Questo non è calcio, questo non è sport'. Oggi, purtroppo, abbiamo perso tutti".
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