IL PERSONAGGIO
Non escludo il ritorno. Così cantava Franco Califano. Ora a replicare le parole del poeta maledetto è Serse Cosmi. Il perugino made in Ponte San Giovanni, in un'intervista a Sportweek, ha parlato del suo futuro nel mondo del calcio: "Se mi chiamano in un contesto che valorizza i rapporti umani, torno volentieri. Sono sicuro di avere ancora competenze, forza e voglia per fare bene". La storia d'amore tra Serse e il pallone non è mai finita ("Continuo a seguire il calcio, mi documento, studio, ma non faccio solo quello. Finché non alleno"), è stata solo messa in panchina. Aspettando una chiamata, Cosmi si è cimentato in altro perché, come affermato nell'intervista, "mi piace coltivare altri interessi, per impegnare i tempi morti e non lasciar spazio alla ruggine della tristezza". Giovedì 5 dicembre, l'ex mister del Perugia sarà infatti il protagonista di uno spettacolo teatrale, Solo Coppi Temo. Un reading nato quasi per caso ("Alessandro Riccini Ricci è venuto a propormi di candidarmi a sindaco di Perugia, ho risposto di no, abbiamo chiacchierato d'altro ed è nata l'idea di raccontare la mia storia e storie di calcio") ma che è pronto al successo.
La cornice dell'evento sarà l'auditorium di San Francesco al Prato, con Cosmi che ha annunciato anche la presenza di qualche suo ex giocatore ("Ci saranno tantissimi amici, anche qualche mio ex calciatore, tipo Materazzi, Miccoli, Carrozzieri"). Puntando sulla sua iconica voce e sulla sua presenza scenica, l'ex Perugia non ha nascosto l'ansia da debutto sul palco ("Un po' di preoccupazione c'è"), ma ha poi affermato che "posso anche sbagliare, non sarebbe un dramma. Anzi, io credo che l'errore umanizzerebbe la recita, la renderebbe più autentica. Anche in panchina, in fondo, recitavo a modo mio, con cravatta smollata, cappellino in testa". Sì, perché in fondo la panchina di un allenatore è un po' palcoscenico. E questo Cosmi lo sa benissimo.
Incalzato dalla domanda su cosa non gli piace del calcio d'oggi, l'ex Perugia ha confermato: "La povertà del gesto tecnico. In questo sì che sono nostalgico. E poi la scomparsa delle persone e dei volti riconoscibili dai luoghi di responsabilità, non sai più chi sono. Che faccia ha chi ha licenziato Gilardino? Io non l'ho ancora capito". Abituato al rapporto con Luciano Gaucci, Cosmi è certamente cresciuto con un altro ideale di dirigenza. E per capirlo, basta leggere le sue dichiarazioni sulla Roma dei Friedkin: "Lo scorso anno i giallorossi sono rimasti senza ds, poi hanno preso un ragazzo che parla solo francese (Florent Ghisolfi, ndr) e hanno cacciato la ceo (Lina Souloukou, ndr). Hanno cambiato tre allenatori e hanno già annunciato che il quarto non ha futuro, perché diventerà presto un dirigente e quindi servirà il quinto. Sento dire che 'Quelli fanno solo business'. Se fanno business in questo modo, auguri...". E la difesa nei confronti di Claudio Ranieri arriva subito: "Ranieri alla Roma? Come i cappelletti in brodo a Natale, non c'è altra scelta".
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