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Baronio e la stagione a Perugia: "Gaucci non voleva che giocassi. Il motivo? Colpa del numero di maglia, era scaramantico". Il racconto del centrocampista voluto da Cosmi

L'ex Grifone si è raccontato a Cronache di Spogliatoio svelando aneddoti e curiosità sulla sua esperienza in biancorosso. Compreso quell'incontro con la Juventus

Gabriele Burini

07 Ottobre 2024, 23:45

Roberto Baronio

L'ex Grifone racconta la sua esperienza in maglia biancorossa (foto Instagram Roberto Baronio)

Roberto Baronio e il Perugia, un amore mai sbocciato definitivamente per colpa... della scaramanzia del presidente Luciano Gaucci. A svelare il curioso aneddoto è stato lo stesso ex centrocampista del Grifo, che nella stagione 2002-2003 indossò per sole 11 volte la maglia biancorossa, ai microfoni di Cronache di Spogliatoio.

"Questa cosa penso di non averla mai raccontata. Ho sempre pensato che se l’avessi fatto l’avrebbero presa come scusa per le panchine che facevo. Non era affatto così. Successe che Gaucci, che in quegli anni era il presidente del Perugia, non mi voleva. Io ero alla Lazio, andai al Perugia in prestito dopo una trattativa lunga: a lui non piacevo, ma piacevo all’allenatore dell’epoca, Serse Cosmi, che spinse tantissimo per il mio acquisto", racconta Baronio, che quest'anno ha iniziato la stagione nello staff tecnico di Pirlo come secondo allenatore prima dell'esonero del Maestro dalla Sampdoria. E se per Cosmi il centrocampista era un uomo fondamentale, tanto da schierarlo nonostante un virus alle vie urinarie che lo debilitò il primo mese e mezzo, Gaucci chiese di lasciarlo fuori squadra. "Cosmi mi chiamò nel suo spogliatoio, mi disse: ‘Guarda, il presidente non vuole che giochi, sappi che non ti potrò far entrare perché non vuole. Fino a gennaio sicuramente devi stare qua, però sappi che questa è la situazione. O io mi comporto in questa maniera o vengo esonerato’ - dice ancora l'ex centrocampista del Grifo - Chiesi un colloquio col presidente. Non me l’ha mai concesso. Non ho praticamente più giocato. E poi è arrivata questa storia del numero di maglia".

La storia risale alla partita Perugia-Juventus, giocata al Curi il 22 dicembre 2002 e decisa in extremis da un gol di Camoranesi. "Entrai all’88’. Dopo 3 minuti fece gol la Juve. Perdemmo la partita e il presidente, che era scaramantico, venne nello spogliatoio incolpando Serse Cosmi dicendo che era colpa mia, perché indossavo il numero 13. Addirittura arrivò a chiedere alla lega la possibilità di mettere una ‘x’ tra l’1 e il 3. Un po’ come fece Zamorano. Glielo concessero. L’annata andò così. Giocai pochissimo, fu molto duro. Quelle sono sliding doors. Senza quell’esperienza sarebbe potuta andare diversamente. A volte me lo chiedo". 

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