Attualità
Da Italia Nostra alle Proloco di Cesi (Terni) e Foligno, dall’associazione per la protezione dei rapaci fino a imprenditori agricoli, professionisti e singoli cittadini più il Comune di Ferentillo e le due Province di Perugia e Terni. Non ci sono solo le osservazioni di Regione e Comune di Spoleto sul parco eolico “Energia Montebibico” da 49,6 mw complessivi proposto dalla Fred Olsen renewables Italy srl.
Nelle ultime ore, infatti, i documenti depositati entro la scadenza del 31 luglio e caricati sul portale del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) sono diventati una quarantina, anche se va segnalato che un paio di osservazioni sono state depositate da professionisti incaricati come consulenti da gruppi di alcune decine di persone.
L’intera totalità dei documenti, alcuni anche molto tecnici, segnalano il grave impatto paesaggistico, ribadendo i numerosi vincoli anche di natura idrogeologica o per usi civici di cui è gravata l’area su cui il privato intende realizzare le otto pale eoliche con un’altezza fuori terra di 206 metri e tutte le infrastrutture tecniche. In questo senso, la Provincia di Perugia ha segnalato “interferenze dell’impianto con l’integrità visiva di contesti storici di rilievo, l’alterazione delle visuali panoramiche, la modifica dell’orizzonte naturale e la frammentazione delle unità di paesaggio”.
Presente in almeno due osservazioni “il potenziale danno per il patrimonio archeologico” in un’area in cui “crinali e versanti interessati dalle opere ospitano resti e tracce di insediamenti di epoca romana e preromana”, oltreché “probabili aree di culto”.
Altre osservazioni, poi, mettono sul tavolo anche “le criticità strutturali per gli aerogeneratori posti tra Castagnacupa, Catinelli e Montebibico, in un’area a elevato rischio sismico”. Segnalato anche come “i Catini di Catinelli siano una delle formazioni carsiche più peculiari dell’Appennino umbro in quanto depressioni carsiche poste in quota, estremamente fragili dal punto di vista idrogeologico”, motivo per cui “l’installazione di pale eoliche, con movimentazione terra e realizzazione di piste, può compromettere in modo irreversibile l’equilibrio idrogeologico, oltre a distruggere la morfologia originaria di queste depressioni”.
Contestate, infine, dall’associazione per la protezione dei rapaci, che fa parte della rete Tess (transizione energetica senza speculazioni), “gravi lacune e inadempienze documentali” in relazione al “potenziale impatto dell’opera sulla biodiversità del territorio”.
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