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Nozze a Monteleone di Spoleto, la sindaca Angelini: "Non temo polemiche, non siamo Venezia. Questi eventi a noi servono

Un avvenimento pubblicizzato solo poche ore prima ma conosciuto da tutto il paese che, accogliendo i 200 invitati, ha riempito le strutture ricettive

Sergio Casagrande

06 Luglio 2025, 12:00

Nozze a Monteleone di Spoleto, la sindaca Angelini: "Non temo polemiche, non siamo Venezia. Questi eventi a noi servono

La notizia arriva direttamente dalla sindaca Marisa Angelini con una email alle 7.55 di ieri: "A Monteleone di Spoleto il primo matrimonio che affitta l’intero borgo". Troppo interessante per non chiamarla al telefono, chiederle i dettagli e porle alcune domande.

- Ho ricevuto una notizia davvero curiosa: avete affittato l’intero paese per un matrimonio e lo avete tenuto nascosto fino al giorno stesso?
Sì. In effetti è così: non lo abbiamo pubblicizzato, ma qui a Monteleone di Spoleto lo sapevano tutti ovviamente.
Gli sposi hanno affittato l’intero paese ma solo nei suoi spazi pubblici, chiarisco subito. Non sono state affittate anche le case private, ovviamente, ma le aree pubbliche sì: la piazza del Mercato, piazza del Plebiscito, piazza San Francesco, via della Grosso… Insomma, tutto il centro storico. Abbiamo messo a disposizione, insomma, il cuore del paese.

- Ma è la prima volta che a Monteleone di Spoleto succede una cosa del genere?
Assolutamente sì. Nessuno, prima d’ora, aveva mai chiesto di poter utilizzare l’intero paese per un matrimonio.
È un evento nuovo anche per noi.

- Teme che la decisione di affittare l’intero paese possa creare polemiche?
E perché si dovrebbero fare polemiche? Monteleone di Spoleto come tanti piccoli borghi affronta ogni giorno mille difficoltà.
Queste sono occasioni di festa e possibilità di far conoscere il paese, le sue bellezze e quelle di un territorio unico. Venezia magari non aveva bisogno di farsi conoscere, ma noi sì.

- E come è nata l’idea? È stata una vostra proposta o sono stati gli sposi a chiederlo?
Sono stati loro. Angelo Ciampini, lo sposo, e la sua famiglia sono originari di Monteleone Spoleto: il nonno era di qui, è stato anche sindaco per molti anni. La famiglia si è trasferita a Roma negli anni ’40. Sono imprenditori molto noti: nella capitale possiedono il celebre Bar Ciampini in piazza San Lorenzo in Lucina, oltre a un ristorante e una gelateria pluripremiata.
Il bar è luogo di ritrovo del jet set romano... Ci si incontrano politici, industriali, giornalisti, personaggi del cinema e del teatro...

- Quindi c’era e c’è un forte legame affettivo con il paese.
Esattamente. Angelo e Penelope, la sposa, hanno voluto che la loro unione avesse come sfondo il borgo delle origini. E questo, per noi, è stato già un buon motivo per mettere a disposizione il paese ed essere felici come loro per la scelta.

- A quando risale la richiesta?
A settembre scorso. Hanno organizzato tutto nei dettagli, anche dal punto di vista amministrativo. È stato gestito come un evento pubblico: con un suo piano sicurezza e la regolamentazione degli accessi, tutto in piena regola.

- E in cambio cosa ha ricevuto il Comune?
Gli sposi hanno pagato regolarmente l’occupazione del suolo pubblico secondo il nostro regolamento comunale. La cifra, a occhio, si aggira sui 3-4 mila euro solo per gli spazi. Poi, ovviamente, hanno coperto anche le spese per impianti elettrici, illuminazione, allestimenti.

- Ma non si poteva chiedere qualcosa di più? Un intero paese... Penso, per esempio, a quanto ha donato Bezos a Venezia. Ovviamente facendo le dovute proporzioni...
Capisco il paragone, ma qui parliamo di una famiglia legata al territorio, non di un magnate venuto da fuori. E, comunque, non è detto che non abbiano pensato a qualcosa in più per il paese. Ma già il solo fatto che abbiano scelto Monteleone è per noi un’occasione unica di visibilità. Non è affatto banale.

- Quando ha presentato la proposta al consiglio comunale sono stati tutti d’accordo?
Sì. E anche tutto il paese.

- Quanti gli invitati?
Circa 200. Hanno riempito gli alberghi, gli agriturismi, le case vacanza. Un pienone come non si vedeva da tempo.

- E il programma della giornata?
Cerimonia religiosa nella chiesa di San Michele Arcangelo a Gavelli, dove c’è il famoso affresco dello Spagna. La scelta non è casuale: San Michele ha un significato personale per la coppia. Il ricevimento, invece, nel cuore di Monteleone: aperitivo lungo corso Vittorio Emanuele; cena allestita nella medievale piazza del Mercato; e musica dal vivo in piazza del Plebiscito.

- Tutto aperto alla cittadinanza?
Certamente. Centro storico controllato ma nessun evento blindato. E l’aperitivo aperto a tutti. Volevano coinvolgere il paese e lo hanno fatto.

- Ospiti vip?
Probabile, ma non ci è stato comunicato nulla per motivi di privacy e sicurezza.

- Monteleone quanti abitanti conta?
Siamo circa 600. D’estate si arriva anche a 3 mila con i turisti e i rientri. L’economia è prevalentemente agricola e pastorale. Siamo famosi per il farro Dop, l’unico riconosciuto in Europa.

- E per questa occasione qualche cerimonia o regalo particolare agli sposi da parte del Comune?
Sì una cerimonia simbolica, proprio, con la consegna del farro...
Sì, come si faceva nell’antica Roma con il farreatio. Consegna agli sposi di una manciata di farro come augurio di prosperità. Con tanto di promessa sulla “pietra del contratto”, in piazza del Mercato: anticamente era il luogo dove si stringevano accordi commerciali. Un gesto bellissimo, carico di significato.

- Un suo regalo alla coppia?
Io, personalmente, ho donato un quadro raffigurante San Michele Arcangelo, realizzato da un’artista locale. E agli sposi anche un libro dedicato agli altari di San Michele in Umbria, con dedica dello scultore Filippo Filipponi. Un dono simbolico, ma molto sentito.

- Quanti matrimoni civili si celebrano in media a Monteleone di Spoleto?
Tre o quattro l’anno. Negli ultimi tempi stanno aumentando, anche grazie all’interesse verso il nostro borgo. E a volte sono davvero originali: ne ho celebrato uno sotto una quercia secolare; un altro su un “pizzero”, una sorta di antichissimo altare naturale in montagna... mi sono dovuta arrampicare!

- E le nascite?
Poche, purtroppo. Anche se negli ultimi tempi qualche giovane coppia è arrivata e speriamo porti buone notizie. Ma i numeri restano bassi: se pensiamo che nel 1906 nacquero 60 bambini a Monteleone... Oggi la realtà è molto diversa.

- Se qualcun altro dovesse chiederle di affittare l’intero paese lei lo rifarebbe?
Sì, certo. Perché, lo ribadisco, sono occasioni importanti per un piccolo borgo come il nostro.

- Anche a chi non ha legami familiari con Monteleone di Spoleto?
E perché no?

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