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Quattro diverse storie, raccontate attraverso una tecnica inedita al Festival dei Due Mondi. Si intitola Unhappen Unhappen Unhappen la mostra della Fondazione Carla Fendi e dell’associazione Mahler & LeWitt Studios, inaugurata nelle scorse ore all’interno dell’ex battistero della Manna d’Oro in piazza Duomo (accanto al Caio Melisso). L’iniziativa, visitabile fino al 27 luglio, comprende dei diorami animati realizzati da Anathi Conjwa, William Kentridge, Micca Manganye e Sabine Theunissen utilizzando un sistema di “illusione teatrale vittoriana” dal titolo Pepper’s Ghost che prevede l’impiego di un particolare specchio semi-argentato. Le opere, presentate al pubblico dal curatore Guy Robertson e da Bronwyn Lace in rappresentanza del Centre for the less good idea, combinano il teatro da tavolo a quello dei burattini.
“Come mondi narrativi completi in miniatura, creano uno spazio performativo stratificato e continuo che riprende una varietà di temi”. In Tata, ad esempio, “Conjwa incarna e commemora il suo defunto padre, un veterano del partito politico ‘uMkhonto we Sizwe’, riconoscendo i sacrifici fatti dai combattenti sudafricani per la libertà in nome della democrazia del paese. Stivali militari cadono come bombe sullo sfondo della performance in miniatura, mentre la figura dell’artista si muove, canta, intona lamenti, commemora e rende omaggio a questa storia”.
Kentridge, in Mayakovsky, abbina “testo e performance con i disegni e le animazioni. È una meditazione sulla performatività della prosa e sul ricorso del linguaggio come forma di ristoro, o di satira, nell’affrontare l’atto di vivere oggi”; mentre Hands di Manganye rappresenta “una breve e coinvolgente opera musicale e performativa che gioca con le possibilità della proiezione e dell'esecuzione dal vivo ed esplora il corpo come strumento intrinsecamente percussivo”. Theunissen, mediante A Moment in the Wind, propone infine “un’installazione immersiva e performativa composta da una serie di vignette create con pupazzi”. La mostra include inoltre il filmato Moments of Making girato da Noah Cohen allo scopo di valorizzare i “momenti giocosi, intangibili e spesso vulnerabili” che hanno poi portato alla realizzazione del progetto. “Riadattato e distillato in un cortometraggio, il processo di individuazione di ciò che è secondario - l’idea periferica, la scoperta accidentale, la luce tremolante ai margini - viene messo in risalto e conservato”.
Un’esposizione capace, quindi, di far riflettere ed intrattenere al tempo stesso. “Non credevo che nello spazio miniaturizzato di un diorama - ha affermato la presidente della Fondazione Carla Fendi, Maria Teresa Venturini Fendi - fosse possibile racchiudere così tanti mondi. Kentridge e gli altri artisti danno vita a narrazioni connesse al presente e al passato, animate da suoni, voci, canti, immagini. Storie complicate e dolorose che spesso scaturiscono dai traumi dell'apartheid e del colonialismo, ma che hanno sempre un lato ludico e sorprendente che permette di andare oltre”.
La mostra, di fatto, apre la programmazione della Fondazione Carla Fendi e dei Mahler & LeWitt Studios legata al Festival, che proseguirà oggi alle 18 alla Sala Pegasus con un workshop sui diorami. Domani, nella medesima location, si terrà Sounding Pictures - Colonne sonore dal vivo per film muti (10-13; 18-20). Mercoledì 9 alle 19.30, infine, il Caio Melisso ospiterà la lettura ad ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria Finding the Less Good Idea di Kentridge.
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