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Si alza il sipario sul Festival dei Due Mondi: Hadrian di Rufus Wainwright apre la 68esima edizione

Ci saranno pure coristi e cantanti solisti del Lirico sperimentale. Il direttore artistico Girardi: "Un attestato di fiducia"

27 Giugno 2025, 15:00

Si alza il sipario sul Festival dei Due Mondi: Hadrian di Rufus Wainwright apre la 68esima edizione

L’opera Hadrian di Rufus Wainwright, prima italiana e produzione Spoleto Festival dei Due Mondi, apre questa sera (venerdì 27 giugno) la 68esima edizione menottiana al Teatro Nuovo alle 20.30. E' un'opera che esplora la relazione tra l’imperatore romano Adriano e il suo giovane amante Antinoo, con un focus sulla loro storia d’amore e la morte di Antinoo. Lo spettacolo, con immagini di Robert Mapplethorpe, sarà una delle attrazioni principali della piece lirico-teatrale. Sul podio vedremo Johannes Debus, noto tra l’altro per la direzione di opere e concerti in importanti teatri e festival europei, a dirigere la Malta Philharmonic Orchestra, composta da 66 musicisti di eccellente livello.

Cinque i solisti: ascolteremo nel ruolo di Adriano, il baritono argentino, German Enrique Alcantara; nelle vesti di Plotina, Sonia Ganassi, tra i maggiori mezzosoprani della sua generazione; nel personaggio di Antinoo, il tenore argentino-italiano Santiago Ballerini, raffinato interprete del repertorio belcantistico; in Turbo il baritono Cristian Federici, vincitore dei Concorsi internazionali del Teatro lirico sperimentale Adriano Belli di Spoleto; nella figura di Sabina, il soprano canadese Ambur Braid dalla vocalità potente.

La grande opera in quattro atti è la seconda scritta Rufus Wainwright, tra i più celebri compositori e songwrite al mondo, il quale per la scrittura musicale si è ispirato al romanzo di Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano. Il libretto è stato composto da Daniel Maclvor. La regia è stata affidata a Jorn Weisbrodt. L’opera è composta da arie, duetti e un concertato, la cui esecuzione si deve alla bravura dei cantanti con un curriculum operistico di rilievo e una orchestra di assoluto valore artistico. Ascolteremo anche 36 coristi del Teatro lirico sperimentale di Spoleto diretto da Mauro Presazzi e cantanti solisti sempre dello Sperimentale: Kristýna Kůstková, soprano (Lavia), Nicola Di Filippo, tenore (Traiano), Paolo Mascari, tenore (Fabioa), Niccolò Lauteri, basso (Ermogene), Oronzo D’Urso, tenore (Dinarco), Marco Ciardo, tenore (Primo Senatore), Vittorio di Pietro, baritono (Secondo Senatore), Alessio Neri, basso (Terzo Senatore) e il giovanissimo Markos Bindocci, voce bianca (Ragazzo). La collaborazione tra le due prestigiose istituzioni culturali italiane, nasce da un protocollo d’intesa, fino al 2027, con lo scopo di “promuovere e valorizzare la cultura musicale attraverso una sinergia strategica nelle rispettive attività di produzione teatrale e musicale”.

Il direttore artistico del Teatro lirico sperimentale, Enrico Girardi, docente di discipline musicologiche presso l’Università Cattolica di Milano e valente critico musicale, in questa conversazione ci parla dell’opera e della collaborazione del Lirico con la manifestazione, creata da Giancarlo Menotti.

- Professor Enrico Girardi, Hadrian di Rufus Wainwright in prima italiana al Festival di Spoleto...

L’opera è un’ampia pagina di teatro musicale di Rufus Wainwright. Un’opera complessa sia dal punto di vista strettamente musicale sia dal punto di vista produttivo. Quanto al primo aspetto basti dire che, sebbene neotonale in ultima analisi, l’opera si alimenta di una benzina armonica imprevedibile e sorprendente e di una vitalità ritmica non radicale ma comunque fuori dagli schemi consolidati.

- Un’opera lirica complessa che ha richiesto grande preparazione e dedizione per essere portata in scena, dove prendono parte il coro e i cantanti del Lirico sperimentale di Spoleto...

Sì, quanto all’impegno produttivo, è sufficiente scorrere la fitta locandina per scoprire le dimensioni di cast, coro e orchestra e di quante e quali maestranze la produzione abbia bisogno per mettere in scena lo spettacolo di Jörn Weisbrodt, sempre in bilico tra le dimensioni narrativo-oratoriale e drammatico-rappresentativa. Come direttore artistico del Teatro lirico sperimentale di Spoleto sono molto fiero che cinque dei nostri giovani cantanti e il nostro Coro prendano parte allo spettacolo inaugurale: un attestato di fiducia e stima da parte della direzione del Festival che ci gratifica. Questa collaborazione si basa su un protocollo d’intesa che le storiche istituzioni musicali “cugine” di Spoleto hanno recentemente rinnovato a ampliato e che ha lo scopo di arricchire la vita culturale del territorio, mantenendo naturalmente l’identità multidisciplinare del Festival e la missione di alta formazione musicale dello Sperimentale. Da questo punto di vista, auspico che quello di Hadrian non resti un caso isolato ma rappresenti solo l’inizio di una lunga strada che merita di essere percorsa negli anni a venire.

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