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Cronaca

Spoleto, rivolta e incendi nel carcere di Maiano: detenuti lanciano bombolette di gas contro i poliziotti

Gli agenti della penitenziaria hanno impiegato più di un'ora per sedare il caos. Bonino (Sappe): “Gravissimo, contattati anche da familiari dei reclusi”

Giulia Silvestri

17 Giugno 2025, 20:56

Spoleto, rivolta e incendi nel carcere di Maiano: detenuti lanciano bombolette di gas contro i poliziotti

Il carcere di Maiano

Violenta rivolta ieri pomeriggio, lunedì 16 giugno, nel carcere di Maiano dove un gruppo di detenuti ha letteralmente devastato un intero piano del reparto giudiziario, con tanto di incendi appiccati con bombolette di gas incendiato. La notizia è arrivata direttamente dal Sappe con la denuncia di un analogo episodio che, sempre ieri pomeriggio, si è consumato nel carcere di Terni.

Una sommossa che sarebbe sorta per futili motivi e pretestuosi, come si apprende da fonti sindacali, e in particolare la distribuzione del vitto. Con i detenuti che avrebbero dapprima devastato suppellettili, porte, infissi, impianti elettrici, per arrivare a scagliare bombolette di gas incendiato contro il personale di polizia penitenziaria intervenuto, costringendo gli agenti ad usare gli idranti per spegnere gli incendi provocati dalle esplosioni, e per respingere i detenuti, che avrebbero lanciato di tutti contro i poliziotti, dalle bombolette innescate fino a degli assi di legno.

“Solo dopo più di un’ora si è riusciti a riportare l’ordine” spiegano dal Sappe, evidenziando - bollandola come “la cosa più grave” - che i responsabili sarebbero “nella quasi totalità detenuti assegnati dal Prap (Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, ndr) Toscana per ordine e sicurezza e per molti dei quali era stato chiesto, invano, il trasferimento per comportamenti violenti”.


Non solo il carcere di Maiano, come detto, è stato teatro di una rivolta ieri pomeriggio. Violenti disordini si sono verificati anche in quello ternano. “La situazione è stata per ore molto grave - denuncia Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sappe - In entrambe le carceri umbre, sembra che i danni ai Reparti coinvolti - tutti e due destinati alla media sicurezza - sono stati significativi: si pensi che persino alcuni familiari dei detenuti ci hanno contattato per avere notizie sulla situazione. Purtroppo, ancora una volta, - prosegue Bonino - il grido d’allarme lanciato dal Sappe rimane inascoltato da un’Amministrazione regionale sempre più distante e assente. Non a caso, buona parte dei gravi eventi critici violenti che accadono vedono protagonisti proprio detenuti assegnati da Firenze. Insomma, l’Umbria e le sue carceri sono diventate la discarica sociale della Toscana: e questo è inaccettabile!”. Da qui, dal Sappe, l’auspicio è quello della riapertura a Perugia del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria dell’Umbria “in tempi rapidi”.

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