Politica
Il sindaco di Paciano, Luca Dini
Tra i 28 Comuni italiani in cui si è raggiunto il quorum per i cinque referendum di domenica 8 e lunedì 9 giugno, c’è anche un piccolo borgo umbro di 935 abitanti (dati Istat stimati al primo gennaio 2025, ndr) incastonato tra le colline del Trasimeno.
E’ Paciano, dove dei 726 aventi diritto, 373 si sono presentati alle urne, pari al 51,38%: la media umbra, invece, si è fermata al 31,20%. Se si fosse votato solo qua, i cinque sì auspicati in particolar modo dalla Cgil con il suo segretario generale Maurizio Landini avrebbero ottenuto un plebiscito. Il primo, sul reintegro dei licenziamenti illegittimi, ha ottenuto l’86,10% di sì; il secondo su licenziamenti e limite indennità è salito all’86,58%; il terzo sulla tutela dei contratti a termine ha toccato quota 88,52%; il quarto sulla responsabilità degli infortuni sul lavoro ha raggiunto l’88,22% mentre il quinto sulla cittadinanza si è fermato al 72,42%.
“La nostra è una comunità che ha risposto sempre in maniera positiva quando siamo stati chiamati alle urne - spiega il sindaco Luca Dini, eletto proprio un anno fa con l’88,31% dei voti, affluenza del 68,55% - Quando ci sono delle responsabilità da esercitare, noi storicamente ci siamo perché questa è una comunità che lavora e collabora su tanti fronti, ed essendo piccola è più facile da coinvolgere. Tutti si sentono partecipi alla vita dell’altro, anche gli eventi locali sono sempre molto partecipati. E poi i cittadini di Paciano vogliono incidere nelle decisioni, sia a livello comunale che, in secondo luogo, a livello nazionale”.
Ma c’è un segreto dietro questa alta adesione? “La partecipazione si crea coinvolgendo le persone - va avanti Dini - Ma non può passare solo attraverso i social network. In comunità piccola è più semplice è coinvolgere direttamente la cittadinanza, in quelle più grandi è più difficili e chi deve gestire questo tipo di comunità deve cercare forme di coinvolgimento personali, attraverso delegazioni di persone che stanno nelle frazioni e rioni. Ma soprattutto, le persone rispondono alle chiamate elettorali quando vedono che possono esserci dei risultati a vantaggio delle richieste e momenti di scelta che la comunità ha fatto. La partecipazione serve anche per questo, scegliere insieme e coinvolgere nel processo decisionale, che sia del rione, della frazione, del piccolo borgo e della città”, conclude il sindaco.
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