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L'INTERVISTA

Margherita Scoccia contrattacca: "Si fa solo ideologia e la città resta ferma"

L'esponente della minoranza a 360 gradi su un anno di giunta Ferdinandi: "Bocciata sul fronte della sicurezza. Reati in diminuzione? Sì, ma quali?"

Alessandro Antonini

20 Luglio 2025, 16:33

 Margherita Scoccia contrattacca: "Si fa solo ideologia e la città resta ferma"

Concretezza contro ideologia. La mette su questo piano Margherita Scoccia. E’ lei, consigliere comunale di Fratelli d'Italia, il vessillo dell'opposizione a centrosinistra e sindaca Vittoria Ferdinandi. E lo dimostra con un'intervista a 360 gradi in cui rintuzza gli affondi della prima cittadini e contrattacca. A partire dalla sicurezza.

- Che giudizio dà sul tema sicurezza a un anno di Ferdinandi?

Insufficiente. Contestiamo iniziative che non ci trovano d’accordo, come la cancellazione dell’assessorato alla sicurezza, l’abrogazione del divieto di accattonaggio molesto, il demansionamento del Nucleo decoro urbano della polizia locale a Fontivegge, che non svolge più attività antidroga nel quartiere in cui il problema principale è la droga, e la sostituzione del taser alla municipale con una pistola sparalacci. Mesi fa abbiamo portato all’attenzione dell’opinione pubblica una serie preoccupante di episodi criminali, concentrati in soli tre mesi, tra ottobre e gennaio, tra cui furti, scippi, rapine, accoltellamenti. E di degrado, come divani e materassi in piazza IV Novembre, un uomo che urina nella Fontana Maggiore. Da parte loro, erano già iniziate le lamentele sulle asserite mancanze dello Stato: a Perugia però il rapporto tra forze di polizia e cittadini è di 1 agente ogni 204 abitanti, nettamente superiore alla media nazionale di 1 ogni 222. La sicurezza sarà sempre un tema prioritario per la destra, e saremo sempre dalla parte delle forze dell’ordine. Recentemente il governo Meloni ha incrementato la presenza di agenti nella nostra città, ha istituito la zona rossa a Fontivegge e ha destinato 670 mila euro al Comune per videosorveglianza, sicurezza urbana, iniziative nelle scuole e contro le truffe agli anziani. Opere in continuità rispetto quanto fatto da noi, che avevamo già installato 500 telecamere di sorveglianza e 24 mila lampade Led, perché l’illuminazione è il primo deterrente alla microcriminalità e aumenta la percezione di sicurezza. Noi la criminalità l’abbiamo combattuta con i fatti, abbiamo buttato giù i palazzoni della vergogna a Ponte San Giovanni, segnale forte, e mantenuto un contatto diretto con i cittadini. Non con gli informatori civici qualche ora nel weekend in centro.

- Il sottosegretario Molteni, però, ha detto che la criminalità nei primi 5 mesi del 2025 è calata del 23%. Questo non rischia di essere un boomerang per l’opposizione?

E per quale ragione? Secondo lei l’opposizione fa il tifo affinché aumentino i reati, oppure vuole una città sempre più sicura? Vivo a Perugia con la mia famiglia, qui vanno a scuola e crescono i miei figli, ho una casa, secondo lei mi auguro che diventi più violenta? Suvvia, siamo seri… Sono ben felice che i reati siano diminuiti, speriamo ne vengano commessi sempre di meno. Il Governo e le forze dell’ordine ci sono, i risultati si vedono, spetta all’Amministrazione dimostrare di essere all’altezza. Tornando ai dati sulla sicurezza, sarebbe interessante leggerli nel dettaglio, perché gli episodi di criminalità accaduti di recente in città non se li è inventati l’opposizione. Penso all’assalto con le pistole alla gioielleria Biagini in pieno centro, alla donna rapinata, picchiata e buttata a terra al parcheggio di piazza Partigiani mentre rientrava a casa dal lavoro, al tentato omicidio davanti all’Hotel Astor di Fontivegge, penso alla spedizione punitiva nel kebab di piazza Danti, o al tunisino aggredito il 13 maggio a colpi di katana a San Sisto. “Cose mai viste”, ha dichiarato un residente di via Albinoni proprio sulle colonne del vostro giornale. Il Viminale contempla nelle statistiche complessive un elenco di reati, nello specifico omicidi, tentati omicidi, lesioni dolose, violenze sessuali, rapine, estorsioni, usura, furti, ricettazione, truffe, frodi informatiche, incendi, danneggiamenti, contrabbando, stupefacenti, sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile. Per le statistiche un bancomat clonato conta quanto uno stupro. In dieci anni di centrodestra possiamo dire che i risultati ottenuti sono stati questi: furti -58%, furti in casa -65%, rapine in casa -77%, droga -59%. L’auspicio è che le statistiche continuino a migliorare, con valori superiori al -23%. Il Comune faccia la sua parte senza tentare ancora di scaricare responsabilità.

- Cantieri e Brt, un giudizio sullo stato dell’arte?

Ci vuole concretezza, non ideologie. La tanto decantata partecipazione viene fatta a intermittenza. La maggioranza parla strumentalmente di una nostra mancanza di collaborazione: il piano regolatore, di cui non è dato sapere lo stato dell’arte, è una proposta mia che neanche c’era nel loro programma, fatta propria alla prima seduta a Palazzo dei Priori. E poi siamo la prima città ad aver parlato di data center, che molti non sapevano neanche cosa fossero, l’ordine del giorno oggi viene riproposto in molti Comuni d’Italia perché i data center sono il futuro in tutti i sensi. Parlo delle mie due proposte più importanti che sono, ovviamente, una minima parte rispetto a quelle dell’intera coalizione di centrodestra. Passiamo al Brt: chi oggi ci governa lo ha demonizzato, nel maggio 2024 la candidata sindaco della sinistra parlava di ‘eventuale rescissione del contratto’ e di ‘passi indietro a costo di pagare le penali’, il M5S gridava ‘Se vinciamo fermeremo i cantieri’. Come è finita? Hanno speso 140 mila euro di consulenza per uno studio di fattibilità per la seconda linea fino ad Olmo. Dove sta la coerenza? In questo momento siamo nella fase gestionale dei cantieri in corso, questi progetti vanno portati avanti ma va anche garantita la continuità dei servizi, arrecando minore disagio possibile ai cittadini e alle attività economiche. Talvolta alcuni residenti ci scrivono per segnalarci cantieri fermi, senza operai, che di fatto bloccano le strade. Oltre al Metrobus ovviamente ci sono altre opere da portare avanti, ad esempio a Ponte San Giovanni, alla stazione, all’asta del Tevere e al Turreno. Abbiamo letto e sentito cose incredibili: questa Amministrazione è stata capace di recriminare al centrodestra di avergli lasciato troppi progetti da portare avanti. Vero, i progetti sono tantissimi, ognuno di essi è stato frutto di grande impegno e duro lavoro, loro devono raccogliere i frutti dello sforzo fatto da altri e trovano addirittura il coraggio di protestare. È sorprendente.

- Eurocommercial e Esselunga, due pesi e due misure?

Varianti di questa portata hanno la necessità di essere accompagnate da operazioni di rigenerazione urbana. Il progetto di Eurocommercial porta con sé opere pubbliche e di compensazione come la fermata del treno a Collestrada, la realizzazione e l’ampliamento delle strade. E’ tutto fermo però, così hanno deciso. Altrettanta prudenza non l’abbiamo vista di fronte alla proposta di Esselunga dove la variante all’area industriale in via Settevalli è stata approvata in tempi record, nonostante l’eclissi programmata di alcuni consiglieri di maggioranza al momento del voto. Deve essere chiara una cosa: il Brt con la pratica Esselunga non c’entra niente, lo dicono i tempi e il progetto. Il Metrobus è stato finanziato totalmente dall’Unione Europea e la sua realizzazione prescinde dall’intervento di privati. Non entro nel merito del via libera ad un nuovo gruppo alimentare, io sono sempre stata favorevole al libero mercato, in questo caso contesto la scelta di averlo fatto senza una vera e propria riqualificazione che giustifichi l’interesse pubblico della variante.

- La sindaca Ferdinandi ha dato 5 all’opposizione, lei che voto dà alla maggioranza?

La città è divisa come non mai, per strada o mentre faccio la spesa al supermercato mi fermano perfetti sconosciuti per dirmi che hanno votato a sinistra e oggi sono pentiti della loro scelta. Di solito il primo anno è una sorta di luna di miele tra il sindaco neoeletto e la città, in questo caso sembra che il consenso sia già in calo, come confermano i sondaggi. Gli elettori a cui ci si rivolgeva parlando di sogni, di mare e diritto alla felicità si stanno ricredendo, adesso reclamano per le strade dissestate e il verde trascurato. Le aspettative create sono state altissime, il nostro modo di fare politica è meno incline agli slogan ma certamente più realista. Forse non sarà spettacolare ma è serio perché affronta i problemi concreti. Il primo esempio che mi viene in mente? 47 scuole riqualificate e messe in sicurezza per 9.000 bambini e ragazzi nella ‘città grigia e ripiegata su se stessa’. Praticamente la metà di tutte quelle di Perugia. Ora, che si fa? Il sindaco Ferdinandi ha detto che in due anni sono stati stanziati 6,5 milioni per la manutenzione delle strade, cosa mai successa: giusto, perché Andrea Romizi di soldi ce ne metteva molti di più, andatevi a vedere i bilanci. I problemi non si risolvono con la tappabuche e qualche palata di catrame qua e là. Noi continuiamo a parlare di progetti - Nodo, Alta velocità ferroviaria, termovalorizzatore - loro bloccano tutto e provano goffamente a prendersi meriti per l’ultimo timbro su progetti nostri come il Turreno, Its o l’Ipogeo dei Volumni. Temo che dopo il 2026, con la fine dei progetti Pnrr, Perugia sarà una città ferma, bloccata, mentre c’è una realtà economica che aspetta di ripartire.

- Ho notato che chiama la Ferdinandi sindaco anziché sindaca. C’è una ragione particolare?

Da donna mi batto per i diritti e per i risultati, non per le vocali. Architetta è orribile, a lei piacerebbe essere chiamato giornalisto? Personalmente preferisco il merito e ho sempre avuto un’altra idea della parità di genere, che non è una questione di linguaggio quanto di opportunità e rispetto.

- Il tesoretto da 28 milioni è merito della vostra giunta o come dice Ferdinandi sono soldi che c’erano “a vostra insaputa”?

Chi si è trovato a gestire il bilancio nel 2014 ha dovuto fare i conti con un profondo rosso, sconcertante eredità della sinistra. In cassa non c’erano i soldi per pagare i dipendenti, è bene ricordarlo. Nel 2024 abbiamo riconsegnato una macchina perfetta e in attivo, con 500 milioni di progetti per Perugia. Con 28 milioni trovati ‘sotto al materasso’, come è stato detto, perché non abbassano la Tari e l’Irpef a tutti i perugini? Noi lo abbiamo chiesto, ma non lo hanno fatto. Non si può credere alla favoletta della maggioranza secondo cui dagli scranni dell’opposizione non arrivano proposte, perché la realtà, come sto spiegando, è tutta diversa.

- Pinqua e agenda urbana sono stati rimodulati, a suo parere in modo opportuno?

A piazza Chiabolotti a Ponte San Giovanni avevamo chiesto di mantenere l’impianto di un progetto frutto di partecipazione durata mesi che aveva coinvolto cittadini, docenti e ricercatori dell’Università, associazioni di quartiere, circoli culturali, esperti, professionisti e operatori del mercato rionale: con un colpo di spugna la maggioranza ha preferito un progetto non condiviso e studiato a tavolino. Ci auguriamo che non modifichino la struttura degli altri progetti che sono un’opportunità straordinaria per Ponte di risollevarsi dai rischi di degrado tipici delle periferie.

Agenda Urbana, invece, prevedeva 15 milioni su San Sisto: hanno deciso di suddividerli con Sant’Erminio, dove la sinistra ha preso molti voti. Verrebbe da chiedersi: perché lì e non in altri quartieri…

- Come giudica l’utilizzo degli spazi del centro storico alla luce degli ultimi regolamenti della giunta Ferdinandi?

Incoerenti rispetto a tutto quello che era stato annunciato un anno fa. Non ho visto nessuna rivoluzione. Eventi come l’ultimo Capodanno hanno lasciato molto a desiderare. Il turismo andava benissimo già prima.

- Sociale e diritti, che ne pensa degli affidamenti alle coppie omogenitoriali e della questione sul fine vita?

Mi trovo d’accordo con la linea, piuttosto stringente, di Fratelli d’Italia. In questa regione assistiamo a continue sfilate al gay pride da parte dei politici di sinistra. Noi siamo scesi in piazza contro il salasso delle tasse voluto dalla giunta Proietti con la scusa della sanità. I cittadini non sono un bancomat e vorremmo che la manovra venisse ritirata. Nel frattempo aspettiamo sempre fiduciosi di sapere cosa ne pensa il sindaco di Perugia su questo aumento ingiustificato delle tasse. È d’accordo o no? Sono passati cinque mesi e ancora non ce lo ha detto.

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