Venerdì 05 Settembre 2025

QUOTIDIANO DI INFORMAZIONE INDIPENDENTE

DIRETTORE
SERGIO CASAGRANDE

×
NEWSLETTER Iscriviti ora

LIVE

logo radio

L'intervista

Vittoria Ferdinandi: "Non vendo fumo, risolvo gli arrosti che mi hanno lasciato"

La sindaca fa il bilancio del primo anno di mandatotra sicurezza, cantieri, sociale e diritti. I voti a maggioranza e opposizione

Vittoria Ferdinandi:  "Non vendo fumo, risolvo gli arrosti che mi hanno lasciato"

"Non vendo fumo, risolvo gli arrosti che mi hanno lasciato". Vittoria Ferdinandi attacca l'intervista così, ironizzando sugli affondi dell'opposizione. Il bilancio di un anno di sindacatura tra sicurezza, cantieri, sociale e diritti. A tutto tondo. Non si sottrae alle domande. E dà anche i voti: all'opposizione, alla maggioranza e alla Regione.

- Giusto mercoledì ha ribadito, dopo un incontro con Piantedosi, nella delegazione Anci, che lo Stato sulla sicurezza deve fare la sua parte: a Perugia l’ha fatta? E la polizia locale?

L'incontro con Piantedosi è stato fondamentale, perché i sindaci percepiscono il tema della sicurezza come un peso quasi interamente sulle loro spalle, senza una chiara distinzione tra sicurezza, ordine pubblico e ciò che è chiamato a fare un primo cittadino. Chiedono allo Stato di assumersi la sua parte di responsabilità nel presidio del territorio, data anche la carenza di organico significativa in tutta Italia. A Perugia, l'undicesimo capoluogo per estensione, la sera operano solo due volanti, inadeguate al presidio. L'esperienza empirica smentisce i criteri ufficiali che non indicano carenze, e i sindaci auspicano un ruolo più chiaro nella spartizione delle risorse. Su Fontivegge è stato fatto uno sforzo straordinario, ma è insufficiente. Io sono stata molto critica per la zona rossa perché è vero che si tratta di una zona sensibile che ospita un degrado sociale importante che si trasforma in crimini che allarmano i cittadini, ma lì si verifica solo il 5% dei reati. A gennaio noi avevamo chiesto un rafforzamento delle forze dell’ordine per Fontivegge, invece non c’è stato nemmeno dopo l’istituzione della zona rossa. E la mia paura era che concentrando le forze lì avremmo lasciato scoperte altre zone, il centro storico più di ogni altra. Ad ogni modo una risposta andava data. Tornando all’incontro, Anci ha unito i sindaci per una gestione pragmatica e concreta della sicurezza, al di là delle fazioni. Considero allucinante che la sicurezza sia vista ideologicamente: non è né di destra né di sinistra. L'accoglienza non esclude la certezza della pena o i rimpatri se l'integrazione fallisce. I tagli ai sistemi d'accoglienza aumentano i problemi di sicurezza, portando persone in strada, per questo le politiche devono essere integrate e non solo repressive. L'amministrazione ha stanziato 240.000 euro sulla videosorveglianza, un evento senza precedenti, promuovendo la sicurezza partecipata e adeguando i sistemi per il riconoscimento delle targhe. L'organico della polizia locale è stato aumentato nei limiti del possibile. Riguardo ai taser, i due a disposizione sono stati usati una sola volta sperimentalmente. Ridurre i problemi di sicurezza alla questione dei taser è una strumentalizzazione ideologica.

- La città è piena di cantieri, come non mai. C'è chi dice troppi tutti insieme poteva essere evitato e soprattutto una volta finiti i fondi del Pnrr che progetti ci sono?

Qui è proprio il caso di dire che io non vendo fumo ma raccolgo e devo gestire gli arrosti degli altri. La fase dei cantieri porta sempre un crollo del consenso, perché la città subisce molti problemi. Non basta intercettare le risorse, bisogna saperle progettare e mettere a terra e purtroppo a me è arrivato il gravoso compito di gestire la fase che al buon Romizi è stata risparmiata. Quando sento alcune critiche dell’opposizione mi imbarazzo per loro, nessun sindaco sceglierebbe di partire con tutti i cantieri insieme, ma non avevamo scelta. Perugia ha ricevuto quasi mezzo miliardo di fondi Pnrr, senza però considerare le dotazioni d'organico e le competenze delle nostre amministrazioni. La mia amministrazione è completamente ingessata sul Pnrr; il prossimo anno saremo focalizzati solo su questi progetti per chiuderli. Il Brt è partito in ritardo, concepito in meno di un anno e mezzo quando servivano 10 anni, e ciò si è visto nel risultato: mancano studi adeguati sui sottoservizi – per cui stiamo creando una task force -, causando continui rallentamenti per imprevisti. A Fontivegge, la scoperta di un muro antico, che la Sovrintendenza ha voluto vincolare, ha bloccato un cantiere per due mesi. I cantieri sono partiti in ritardo anche per logiche di campagna elettorale non proprio limpida, come lo spostamento della Tari o il fermo dei cantieri stessi. Molti progetti Pnrr non sono stati pensati a sufficienza a causa dei tempi compressi. Non è detto che le amministrazioni debbano prendere tutte le risorse straordinarie, perché possono creare criticità future, come il sostegno economico delle opere finite. Tanto più che c’era l’esempio del Minimetrò: sarà un problema crescente sui bilanci comunali se non diventerà un hub di mobilità alternativa. Non esiste uno studio serio su quanti utenti il Brt dovrà avere per essere sostenibile dopo l'apertura. L'integrazione del Brt nel Tpl avverrà solo con la gara nel 2027, lasciando un momento di buco. Ad ogni modo adesso la macchina comunale è ferma sui grandi progetti, rendendo quasi impossibile anche la manutenzione ordinaria.

- Tipo per le buche…

Però per le buche abbiamo stanziato 6,5 milioni su due anni, mai successo. I Criteri ambientali minimi (Cam) hanno bloccato tutto, raddoppiando i costi, ma Zuccherini dopo un anno di studio è riuscito a sbloccare e verranno fatte molte strade. Per gli sfalci dell'erba, il Comune da solo non ce la farà mai per l'estensione e la quantità di aree verdi di Perugia; è fondamentale puntare sui patti di collaborazione, con le case della partecipazione e le associazioni. Stiamo creando una squadra interna per il verde per un intervento più capillare.

- Esselunga sì ed Eurocommercial no, due pesi e due misure?

Per Eurocommercial, non è stato dato un no definitivo; l'iter è politico-amministrativo. Come amministrazione pubblica, il mio dovere è costruire un interesse pubblico intorno agli interessi privati, e per Eurocommercial non vedevo sufficienti garanzie per un progetto così impattante. Non si può mettere un'istituzione di fronte a un aut aut in 15 giorni. Inoltre ritengo l'investimento di Eurocommercial contrario al modello di sviluppo che la nostra città dovrebbe seguire per evitare di svuotare i centri urbani, che sono anche presidio di sicurezza. Mancano informazioni sulla fisionomia commerciale (ci sarà un solo grande player o tanti piccoli negozi?) e ciò è determinante. La zona è tra le più critiche per il traffico e gli studi non dimostrano che un raddoppio non raddoppierebbe i flussi. È stato poco lungimirante strizzare l’occhio al progetto senza una soluzione per il nodo viario di Perugia. L’attuale opposizione non ha fatto nulla sul nodo di Perugia in 10 anni. Per Esselunga – e tra l’altro io non ho mai preso contatti con nessun player- l'iter era già stato fatto. Rimetterci mano avrebbe significato interrompere i lavori del Brt con gravi conseguenze. L'opposizione è responsabile di queste scelte che io eredito con fatica.

- Sul nostro giornale il presidente dell’associazione Italia- Israele di Perugia invia una lettera aperta affinché il Comune possa diventare ponte di pace tra comunità palestinese e israeliana a partire dall’ordine del giorno del 14 luglio del consiglio, che viene giudicato parziale. Inoltre poco fa anche la premier Meloni ha sostenuto che gli attacchi di Israele contro i civili sono inaccettabili...

Ho incontrato il presidente e svolge un lavoro fondamentale per difendere l'identità di Israele e del popolo israeliano, per prevenire un'ondata di antisemitismo. Netanyahu non è il popolo israeliano. Quello che stiamo vivendo a Gaza è un vero e proprio genocidio. Trovo atroce che il consiglio comunale abbia reso questo tema divisivo, con la minoranza che non ha votato l'ordine del giorno. Riconoscere lo Stato di Palestina non significa prestare il fianco all'antisemitismo. Dobbiamo dire con forza due popoli e due stati e definire Netanyahu un criminale di guerra. Preoccupa la violazione continua del diritto internazionale senza una presa di posizione reale di Onu e Unione europea. Le istituzioni devono fermare ogni linguaggio d'odio, come le scritte ‘Perugia odia Israele’, che abbiamo costantemente ripulito. Non è possibile non riconoscere ciò che accade a Gaza e farne una battaglia ideologica, soprattutto quando sei bambini sono stati bombardati mentre facevano la fila per il pane. La dichiarazione di Meloni è necessaria e forse poteva essere fatta prima. L'impegno di Perugia per la pace è rafforzato dalla mia delega nazionale Anci sulla pace. Stiamo costruendo strategie con la Regione, inclusi i corridoi umanitari; abbiamo già accolto la prima famiglia di Gaza.

- Avete esposto o esporrete la bandiera palestinese come hanno fatto altre istituzioni?

Sì, penso di sì. Non credo che rimarrà tutto il tempo, ma faremo una cerimonia.

- La sua delibera migliore e la sua delibera, commento o comunicato stampa che non rifarebbe…

Ciò che rifarei, nonostante la grande ondata d'odio scatenata, sono le scuse su Meredith; è un segnale importante che anche in politica si può sbagliare e chiedere scusa. Ho sbagliato a non essermi presa un tempo di confronto e dialogo con la città prima di concedere l’autorizzazione, che forse non darei. Critico però chi ha strumentalizzato l'evento per visibilità internazionale, pur sostenendo di voler proteggere la città. Tra le migliori delibere, quelle che l'opposizione sminuisce ma che ritengo fondamentali: la delibera di reciprocità con tutti gli istituti d'alta formazione. Ha cambiato la modalità di gestione della città, riconoscendo che questi istituti sono come la Fiat per Torino, la nostra fabbrica di sapere e cultura. Sulle delibere sociali, abbiamo segnato una discontinuità quasi rivoluzionaria. Abbiamo recuperato fondi che non venivano spesi e modificato l'approccio da un welfare assistenziale a uno che punta all'empowerment. È il primo anno che Perugia finanzia tutti gli 89 progetti di vita indipendente, investendo milioni e rimettendo in pista 89 famiglie.

- Sempre sicura di non candidarsi alle Politiche?

Certo, ho preso un impegno e non lascerei mai una città che mi ha scelto e affidato un compito. Continuerò ad avere un ruolo nazionale con Anci. Sono arrivata in politica un anno e mezzo fa da donna libera con una professione che amo molto. Non so se un percorso nazionale mi si ritaglierebbe addosso. Mi dipingono come poco pragmatica, mentre la mia vita dimostra il contrario: sono molto concreta. Voglio che l'amministrazione di Perugia sia un banco di prova per vedere cosa siamo riusciti a fare e se il valore costruito può servire altrove. Non escludo nulla per il futuro, ma non certo a metà del mio mandato.

- Tanti progetti sul sociale, e anche un approccio completamente diverso sui diritti civili. Gli atti di riconoscimento di cinque bambine figlie di coppe omogenitoriali, il protocollo Omphalos che non ha precedenti, il baiocco d’oro a Laura Santi...

Sono molto emozionata per gli atti di riconoscimento. Trovo desolante che anche i diritti civili siano diventati un campo di scontro ideologico. Un'istituzione ha il dovere di garantire i diritti, e i diritti sono tali se sono uguali per tutti, altrimenti sono privilegi. Negare la trascrizione anagrafica a un figlio di una coppia omogenitoriale è la negazione di un diritto di un bambino. Ricordo la vergogna per la mia città quando Romizi non lo fece; inoltre si tratta di sentenze della Corte Costituzionale che i comuni devono attuare. La battaglia di Laura Santi per il fine vita rappresenta una battaglia di civiltà. La laicità è il principio fondante delle istituzioni, permettendo a ognuno di scegliere liberamente in cosa credere e come condurre la propria vita. Rispettare la dignità e la libertà di ogni essere umano non significa costruire una cultura della morte. Un comune deve portare avanti le battaglie per i diritti civili, senza dimenticare i diritti sociali. Il Gay Pride deve essere raccontato come una piazza in cui si rivendicano diritti, non come un carnevale.

- Avete fatto un’importate opera di ricognizione delle risorse, trovando un tesoretto..

Sono entrata nell'amministrazione sentendo parlare di 5 milioni di avanzo dalla precedente giunta. Mi chiedevo perché i soldi non fossero stati spesi, dato lo stato della città (strade e aree verdi degradate). Ho capito che probabilmente non ci erano riusciti forse perché bloccati dal Pnrr. Io che vengo narrata come la filosofa che parla solo di idee, ho capito subito che ruolo più strategico della mia amministrazione è il bilancio, il primo strumento politico. Ho chiamato Alessandra Sartore, una professionista di altissimo profilo, la cui esperienza ha fatto la differenza. Abbiamo scoperto che spesso gli enti locali impegnano soldi che poi non riescono a spendere. Abbiamo fatto una difficilissima operazione di pulizia, recuperando impegni di spesa dal 2017. Questo ha portato a trovare un tesoretto. Non è un'eredità della precedente amministrazione, come qualcuno sostiene, ma una scelta politica e un nostro lavoro arduo che ha restituito risorse fondamentali. Abbiamo deciso di investire queste risorse in modo virtuoso: abbiamo estinto tutti i mutui del Comune e scelto di non contrarne altri. Tutte le nuove opere verranno finanziate da spesa libera, il che riduce l'indebitamento pro capite del perugino.

- Alla luce di tutto questo dia un voto alla tua maggioranza, all'opposizione e alla manovra fiscale della Proietti…

All'opposizione, mi duole, ma devo dare un'insufficienza per mancanza di onestà intellettuale e per il loro approccio non collaborativo, ideologico e strumentale. Gli do un 5, tirato su solo dal consigliere Varasano, persona molto colta che alza il livello del dibattito. Ai miei consiglieri di maggioranza do un voto alto, non un 10 solo perché fanno troppi ordini del giorno. Hanno un approccio poco ideologico, si confrontano e sono una nuova generazione. Sulla manovra fiscale della Proietti, c'è stato inizialmente un problema di non condivisione con i sindaci e le parti sociali, ma è stato corretto. Grazie anche all'impegno del Comune di Perugia e dell'assessore Sartore, la manovra che prima era verticale è diventata progressiva, ha innalzato le soglie e protetto anche le fasce più alte. Il voto finale è un 7.

Newsletter Iscriviti ora
Riceverai gratuitamente via email le nostre ultime notizie per rimanere sempre aggiornato

*Iscrivendoti alla newsletter dichiari di aver letto e accettato le nostre Privacy Policy

Aggiorna le preferenze sui cookie