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Nelle prime giornate di Umbria Jazz si è respirato un ritorno all’essenza della manifestazione, fatta di musica, gente e piazze aperte. Piazza IV Novembre, completamente libera da transenne, è tornata a vivere quella dimensione accogliente che ha segnato l’epoca d’oro del festival. “L’atmosfera che si è respirata nella serata inaugurale è stata davvero positiva,” commenta l’assessore comunale Fabrizio Croce. “La piazza senza barriere ha creato un’armonia tra le persone, l’evento e il contesto. È stata una scelta condivisa con la questura, i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. In un certo senso è stato anche un esperimento, ma i segnali sono buoni: ne beneficia tutta la città.”
L’assenza di grandi nomi internazionali come Lenny Kravitz, che lo scorso anno aveva catalizzato l’attenzione di pubblico e media, non sembra aver intaccato lo spirito della manifestazione. “Quest’anno non abbiamo l’evento straordinario che fa da calamita, ma questo ci riporta a una normalità gestibile. Umbria Jazz è comunque un evento eccezionale per Perugia,” sottolinea l’assessore. “Se riusciamo a gestire tutto in modo equilibrato, ne trarremo vantaggio tutti. Non dobbiamo rincorrere modelli insostenibili; dobbiamo invece entrare nella logica che bisogna fare eventi che ci portano ad essere come Piazza San Marco attraversata dai transatlantici.” Sul fronte delle presenze, è ancora presto per fare un bilancio. “L’assenza di un evento fortemente attrattivo nel primo weekend può influire, ma ci aspettiamo di più nel prossimo fine settimana con Mika sabato e il concerto di Lionel Richie nella domenica conclusiva del festival, saranno tra gli appuntamenti più pop dell’intera edizione.”
Secondo i primi dati raccolti dagli uffici turistici, il trend appare comunque promettente: “I numeri sono positivi, addirittura superiori rispetto a quelli registrati in precedenza nello Iat della Biblioteca degli Arconi. È un buon segnale.” Meno brillanti, invece, i segnali che arrivano dal commercio. “Si registra una leggera flessione,” ammette Croce, “ma va letta nel contesto generale: oggi il mondo è più povero, l’Italia è più povera. Il turismo che spende è diminuito. E poi Perugia ha un territorio molto ampio: con oltre mille strutture extraricettive distribuite ovunque, è naturale che il flusso turistico si spalmi. Questo incide anche sui consumi.” Il quadro, insomma, è complesso, ma le premesse per un’edizione di Umbria Jazz serena e ben gestita sembrano esserci tutte. “Un bilancio definitivo – conclude Croce – lo tireremo alla fine. Ma per ora la direzione è quella giusta.”
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