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Cambiamento climatico, Valerio Molinari presidente Centro studi Ecogest evidenzia gli elementi critici in Umbria: temperature record ed eventi estremi

Alessandro Antonini

13 Luglio 2025, 09:10

Cambiamento climatico, Valerio Molinari presidente Centro studi Ecogest evidenzia gli elementi critici in Umbria: temperature record ed eventi estremi

Valerio Molinari presidente Centro studi Ecogest

Clima e territorio: l’Umbria non è più un’isola felice.

Lo sentenzia, numeri alla mano, Valerio Molinari, presidente del Centro studi cambiamenti climatici Ecogest nonché azionista della società ambientale. Il Cuore verde è già in piena emergenza da cambiamento climatico, evidenzia Molinari a commento dei dati di un report di cui in queste pagine pubblichiamo una sintesi. “Mentre la cronaca ci restituisce immagini drammatiche dei temporali che negli ultimi giorni si sono abbattuti su Perugia, del Lago Trasimeno che si ritira sotto la soglia critica e delle temperature che superano i 35 gradi già a metà luglio, una cosa è chiara: l’Umbria non è più un’isola felice”, sottolinea Molinari. “L’equilibrio climatico e ambientale della regione - prosegue - è ormai compromesso, e il 2024 ne è la prova più evidente. Nel nostro ultimo dossier del Centro studi cambiamenti climatici di Ecogest, abbiamo raccolto dati allarmanti. Terni ha registrato 84 notti tropicali nei primi nove mesi del 2024, il valore più alto degli ultimi 15 anni. A Perugia, le anomalie termiche medie sono stabilmente oltre i +2 °C rispetto alle serie storiche. I giorni di ondata di calore si sono raddoppiati rispetto al 2023 e la frequenza degli eventi estremigrandinate violente, nubifragi, venti distruttivi – si intensifica anche in zone finora ritenute a basso rischio”.

Lago caso emblematico

Un caso che viene definito emblematico è il Lago Trasimeno. “Già da settimane - prosegue Molinari - il livello idrometrico è sceso sotto la soglia di allerta, con un abbassamento che supera i -120 cm rispetto allo zero idrometrico. Questa riduzione non è solo una minaccia ambientale, ma anche un campanello d’allarme per l’agricoltura, il turismo e la biodiversità. Il sistema lacustre umbro si sta trasformando da cartolina a punto critico del bilancio idrico regionale”. Ma il problema non si limita all’acqua. Il 100% della popolazione umbra, secondo i dati Arpa Umbria, è stato esposto nel 2024 a concentrazioni di ozono definite “scadenti”.

Rischio polveri sottili

“A Terni, i superamenti del Pm10 sono ormai una costante, con evidenti ricadute sanitarie. Questo è il quadro di una crisi ambientale silenziosa ma persistente. Anche il sistema infrastrutturale dell’Umbria mostra segni di fragilità. Frane, allagamenti e criticità idrauliche minacciano direttamente la viabilità, le ferrovie e i centri abitati, come dimostrano gli episodi a Gubbio, Spoleto e lungo la fascia collinare tra Orvieto e Todi”, prosegue Molinari. Secondo il dossier, tutti i comuni umbri risultano esposti a un rischio idraulico significativo, con i bacini del Tevere e del Nera in prima linea.

Azioni strutturali

Cosa possiamo fare? “Il tempo della sola denuncia è finito. Servono azioni strutturali e integrate. La transizione ecologica - afferma Molinari - in Umbria non può fermarsi alla produzione di energia rinnovabile: deve comprendere la rigenerazione del suolo, la forestazione urbana, la protezione del reticolo idrico, l’efficientamento del patrimonio edilizio pubblico e privato. Serve una visione regionale unitaria. A partire dalla pianificazione del verde infrastrutturale, le istituzioni possono trasformare un’emergenza in un’opportunità. È necessario investire nel monitoraggio predittivo, nelle infrastrutture verdi e blu, in politiche capaci di coinvolgere enti locali, universitàcittadini e imprese. L’Umbria ha una storia di resilienza e di equilibrio con il paesaggio. Ma oggi questa identità è a rischio. E lo sarà ancora di più se non sapremo reagire con coraggio, competenza e innovazione”, conclude il presidente del Cscc di Ecogest.


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