Mostra fotografica
A Perugia alla Domus Pauperum, nel borgo di Porta Sant’Angelo, è in mostra il meglio e il peggio del quartiere ad opera di una residente orgogliosa di vantare le antiche origini di quarta generazione alla base della sua lunga permanenza in Porta Sant’Angelo. Un legame così stretto che non le ha permesso di vivere lontana dal suo borgo neanche quando con il matrimonio fu costretta a separarsi per un periodo comunque non molto lungo dal suo amato quartiere.
Lei è Maria Fabrizia Mogini testimone diretta di una delle più antiche famiglie del quartiere che domina dall’alto della sua abitazione la vista che si estende sino a Santa Maria degli Angeli, sul Subasio e dall’altro lato, sulla vallata del Tevere, quella raffigurata anche dal Perugino. Una vista sublime appunto che contrasta fortemente - come le sue foto raffigurano - uno stato di degrado, del borgo stretto da un lato dall’incuria generale e dall’altro da uno spopolamento massiccio verso altre zione della città. E’ così – racconta Maria Fabrizia - che le famiglie degli ex residenti hanno lasciato spazio soprattutto al continuo flusso turistico. Anche per gli studenti non è così facile trovare una collocazione nel quartiere, tanto e tale è diffusa la tendenza del momento, vale a dire trasformare ogni spazio destinato un tempo a fondo o magazzino, in B&B, Bed and Breakfast che offrono un discreto volume di affari.
“Preciso che la mia è soltanto una dimostrazione del legame affettivo che mi lega al mio quartiere. Non sono una fotografa professionista e anzi, preciso che le circa 1300 foto che ho accumulato nel mio quartiere sono state tutte scattate con il mio smartphone, anche piuttosto vecchio. Ma Martina (Barro, instancabile animatrice culturale del Rione e segretaria dell’associazione Vivi il borgo) ha insistito perché esponessi le mie immagini in una mostra”. Così è nata “Il Chiaro e l’oscuro. Sguardi sinceri su Porta Sant’Angelo, che, come detto, si divide in due: la prima parte con uno sguardo impietoso che mette in luce il degrado urbano: segnaletica usurata e vandalizzata, edifici in condizioni critiche, fondi abbandonati, aree verdi trascurate, cavi elettrici obsoleti e mal tenuti. Strade dissestate piene di buche, rifiuti abbandonati lungo le vie e auto parcheggiate in modo selvaggio. La seconda parte si articola in immagini che indicano un viaggio tra luoghi senza tempo: edifici e monumenti nati secoli fa che conferiscono al Borgo il fascino della storia e di un lungo vissuto, testimonianze preziose di un passato glorioso. “Da una parte c'è appunto l'oscuro – continua Maria Fabrizia - che interessa tutte le patologie negative del Borgo. come le strade dissestate e tutte le brutture, compresi i negozi vuoti chiusi da anni. E’ rimasto un solo alimentari, quando invece il borgo era pieno di famiglie e di negozi di qualsiasi tipo. Delle famiglie storiche del Borgo ne saranno rimaste sì o no quattro-cinque. E ora c'è un fenomeno che tengo a specificare, cioè stanno ristrutturando tutti i fondi, i magazzini e li stanno adibendo a bed and breakfast. Non so quanti di questi B&B siano in effetti in regola.
La mostra è stata inaugurata venerdì 20 giugno alla Domus Pauperum e rimarrà aperta sino al 10 luglio. Sull’avvio della mostra Maria Fabrizia è molto soddisfatta: ”Sono entrati a vedere la mostra tanti ragazzi. La cosa mi ha fatto un immenso piacere anche perché c'è stato un dialogo bellissimo con loro, disponibili proprio a parlare, a guardare, ad ammirare e credo per me che è stata una grande soddisfazione. È stata una scoperta, che mi ha colto di sorpresa”.
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