GRAFFITI
Da qualche tempo un virus non meglio identificato sta imperversando dalle parti di Palazzo dei Priori, dove creativi e grafici, probabilmente supportati dalla cosiddetta intelligenza artificiale (o ignoranza artificiale, cfr. Fiorello, Viva Rai2) stanno infilando una perla dietro l’altra. E non ci riferiamo solo al Grifo evirato, inserito inopportunamente nella brochure di presentazione di cinque mesi di eventi attorno alla figura del nostro simbolo maximo (già questo sarebbe comunque da cartellino rosso, altro che inezia…), ma alla quasi contemporanea rivisitazione del monumento del Frontone, dedicato ai martiri del XX giugno 1859.
Con vero sprezzo del pericolo, il poster che presenta il programma della ricorrenza raffigura i due cittadini, quello col fucile in mano e quello che sta cadendo sotto i colpi dei mercenari del papa, con i volti totalmente rifatti, abbelliti diremmo, almeno quello di sinistra, un clone di Kit Carson, creato da Rino Albertarelli nel 1937, con la bandana al posto del cappello da cowboy e il grembiule invece del giaccone a frange.
L’originale del Frontone ha uno straccio in testa arrotolato alla bell'e meglio, del resto era sicuramente un artigiano (un fabbro?), mentre il clone rivisitato ha una bandana così perfetta che sembra sia stata appena comperata da Dolce & Gabbana. Il fucile del martire originale dovrebbe essere uno schioppo, con tanto di canna sottile inferiore (baionetta?), il clone sembra imbracciare un fucile a canna corta, forse una lupara.
Di questo passo ci aspettiamo di tutto, anche un Pietro Vannucci abbellito e dimagrito, magari con le fattezze di Alessio Boni (è stato Caravaggio in tv) o Braccio Fortebraccio, che non era un adone, riconfigurato sul modello di Mel Gibson (Braveheart).
Per par condicio, però, va detto che tutto è cominciato due anni fa esatti, quindi altra amministrazione e altri grafici, quando fu presentato il sito metrobus.it creato dall’agenzia di comunicazione bolognese Jack Blutharsky (era il personaggio di John Belushi in Animal House). Nella home page l’immagine ufficiale del Brt presenta una tale sequenza di errori e incongruenze da rivalutare persino il "perugino" Kit Carson. E non ci riferiamo solo al metrobus, disegnato come se camminasse su rotaie (pneumatici spariti, insomma. Tanti pneumatici per ogni mezzo...), ma, per esempio alla cupola, moschea o che diavolo è inserita a Porta Sole, nel punto più alto della città. Oppure, offesa massima per noi perugini, un grifo stilizzato che sembra un tacchino spelacchiato.
Da due anni nessuno ha mosso un dito per porre rimedio, ma forse, ora che al Grifo si dedicheranno mostre, convegni e incontri, non sarebbe male metterci le mani (Luana Cenciaioli, ci pensi lei). Nel 1991, lo diciamo per informazione, altri pubblicitari provarono a fare una operazione simile, disegnando la nuova maglia del Perugia con un Grifo-tacchino, ma furono travolti dalle polemiche e buttarono le divise nuove nei cassonetti. Bei tempi.
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