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Torna Umbria Jazz, presentata la 52esima edizione: "Festival sempre più globale". Tutti gli ospiti: da Lionel Richie a Mika. Nuove location

20 Maggio 2025, 09:08

Torna Umbria Jazz, presentata la 52esima edizione: "Festival sempre più globale". Tutti gli ospiti: da Lionel Richie a Mika. Nuove location

Fabrizio Stazi, Stefano Mazzoni, Tommaso Bori, Vittoria Ferdinandi e Carlo Pagnotta (foto Belfiore)

Stefano Mazzoni, nuovo presidente del Cda della Fondazione Umbria Jazz, è visibilmente emozionato. Ha diversi motivi per esserlo: quello del primo intervento quale nuovo presidente e soprattutto quello di essere testimone di un evento unico, che si ripete ogni anno, sempre nuovo senza tuttavia cambiare pelle, nella storia sociale e culturale di Perugia: Umbria Jazz, cinquantadue candeline e una storia unica nel suo genere, dalle primissime edizioni al di sopra delle possibilità logistiche delle cittadine umbre, all’oggi: tredici palchi, millecinquecento persone tra tecnici, facchini, autisti, biglietteria, personale di sala, uffici, produzione, Clinics, catering, medici e Croce Rossa, Vigili del Fuoco, merchandising, volontari della Protezione Civile, sicurezza, allestimenti, guardie giurate, addetti a media e radio, UJ4KIDS impegnate nei dieci giorni del festival. Sempre più inclusivo e green, Umbria Jazz è in grado oggi di lenire l’impatto ambientale di 1.500 bottigliette di plastica al giorno.

Ma se Mazzoni non nasconde l’emozione, Tommaso Bori, assessore regionale alla cultura e vicepresidente della giunta regionale riconosce in Umbria Jazz la valenza di un formato che sa coinvolgere le generazioni in un festival in cui la cultura diventa un diritto e che riesce a cambiare pur mantenendo la stessa fisionomia. Per questo Bori annuncia che le risorse destinate al festival godono ora di un netto incremento e passano dai 400 mila euro, ai 400 mila + 350 mila di nuovi stanziamenti nell’intento dichiarato di “raddoppiare le risorse per la cultura con la quale – ricorda Bori – si può mangiare se è vero che ogni euro investito in cultura ne produce tre di ritorno, oltre a produrre crescita personale e collettiva”.

E da quest’anno il festival aggiorna anche la mappa dei luoghi di svolgimento che si arricchisce, oltre alle location tradizionali, anche del ristrutturato teatro del Pavone e della Terrazza del mercato coperto. Insomma, regna entusiasmo per un festival che è “l’unico rappresentato anche nei Simpson”, protagonisti di serie di animazione di grande successo tra le due sponde dell’Atlantico.

Fa eco a Tommaso Bori, la sindaca Vittoria Ferdinandi che ribadisce il senso globale ormai raggiunto da Umbria Jazz che “rappresenta l’anima della nostra città nella doppia direzione delle contaminazioni e della internazionalità”. “Investire in cultura – continua la sindaca – ha un enorme ritorno per i nostri territori e di cultura si rende viva la città”. Per questo “vorrei che Umbria Jazz lasci un’impronta indelebile nella città per tutto l’anno” lasciando intendere che l’episodicità del festival deve essere superata con iniziative permanenti.

Fabrizio Stazi della Fondazione Perugia ha sottolineato quanto la Fondazione sia impegnata proprio sul versante dell’internazionalità con le clinics del Berklee College of Music di Boston che hanno raggiunto il traguardo dei 40 anni di svolgimento, “un investimento – sottolinea Stazi - sui giovani e contestualmente un investimento sullo sviluppo sociale e culturale del territorio”, ricordando come le clinics abbiano formato artisti anche locali come Greta Panettieri e come musicisti - da Stefano Bollani, a Danilo Rea, da Giovanni Guidi a Fabrizio Bosso - abbiano svolto il ruolo di Ambasciatori dell’Umbria nel mondo.

Radio Monte Carlo continuerà ad essere la radio ufficiale del festival con un palinsesto che prevede 120 ore di diretta da Perugia che produrrà anche un’eco mediatica che si riverbererà inevitabilmente anche su Canale 5 e Rete 4, oltre che sui Social del Gruppo Mediaset di cui RMC fa parte.

Ed ecco la musica e i suoi protagonisti che qui è difficile sintetizzare in poche righe. Ne parla il direttore artistico Carlo Pagnotta, chiamando a suo supporto il direttore dell’Orchestra di Umbria Jazz, Manuele Morbidini.

Le voci, e con loro la canzone, sono le grandi protagoniste del cartellone dell’Arena Santa Giuliana. Voci che si iscrivono nella classicità del jazz come Dianne Reeves, Kurt Elling con i Yellowjackets in un omaggio ai Weather Report, Gregory Porter, o di recente fama come Samara Joy. Voci della black music come la star assoluta Lionel Richie e la sofisticata Ledisi, e gli emergenti Thee Sacred Souls; voci del pop d’autore come Mika e i Patagarri, rivelazione di X Factor; voci dall’Africa come Angélique Kidjo. Ma anche la voce del polistrumentista Jacob Collier, talento multiforme quanto trasversale.

Il jazz “maggiore” in questa edizione ha i nomi di Herbie Hancock con una band stellare, Stefano Bollani con un nuovo quintetto, Kamasi Washington con le sue complesse strutture compositive.

La chitarra rock nelle declinazioni più soft di Lee Ritenour, e più dure della band SatchVai di Steve Vai e Joe Satriani è la protagonista di una serata del Festival, mentre il funky di Candy Dulfer e Marcus Miller rimanda a una musica piena di energia che in Umbria Jazz non manca mai.

Infine, uno spettacolare entertainer è Mitch Woods, cantante e funambolico pianista tra blues e rock & roll. Poi Pagnotta cita in rapida sequenza i tributi a Oscar Peterson con John Clayton, Jeff Hamilton e Sullivan Fortner e quello a Ray Brown con Christian McBride, Benny Green e Gregory Hutchinson.

E sottolinea che Umbria Jazz non si può mai racchiudere nell’ambito di un pur simbolico musicista. Così come Umbria Jazz non è stata solo l’Umbria Jazz di Bob Dylan o l’Umbria Jazz di Lenny Kravitz, Umbria Jazz 2025 non sarà la sola Umbria Jazz di Lionel Richie.

Il direttore artistico ricorda ancora la partecipazione di Mika, Herbie Hancock che decide sempre all’ultimo momento, di Ambrose Akinmusire afroamericana emergente, Samara Joy che insieme a Gregory Porter debuttarono in Italia ad Orvieto. Poi Enrico Rava/Fred Hersch, dove la musica è emozione allo stato puro, e torna un altro duo tromba/pianoforte, Paolo Fresu con il cubano Omar Sosa. E quindi la musica alla Sala Podiani della Galleria nazionale dell’Umbria con il talento del giovanissimo Mathis Picard, Enrico Pieranunzi, Danilo Rea, Alessandro Lanzoni, Dado Moroni, Craig Taborn. Cui bisogna aggiungere il trio di Giovanni Guidi, il duo piano/sax Giovanni Mirabassi/Rosario Giuliani, piano/tromba Julian Oliver Mazzariello/Fabrizio Bosso, piano/fisarmonica Danilo Rea/Luciano Biondini, piano/chitarra Gerald Clayton/Kurt Rosenwinkel.

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