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La recensione

Aimone Romizi: credibile, sincero e autentico

Il vicesindaco del Comune di Perugia, Marco Pierini, racconta Mai più per sempre, il primo Ep solista del frontman dei Fask

03 Maggio 2025, 08:00

Aimone Romizi dei Fask pubblica il suo primo Ep da solista: "La musica non mi ha mai abbandonato"

Aimone Romizi, frontman dei Fask, ha pubblicato il suo primo Ep da solista

In sordina, senza anticipazioni, interviste, battage pubblicitario, la mezzanotte tra il primo e il 2 maggio è stato pubblicato il primo EP solista di Aimone Romizi, registrato assieme al talentuoso produttore cremonese Michelangelo. Contiene tre brani secchi, brevi, apparentemente semplici nella struttura, ma così densi da appropriarsi immediatamente delle nostre orecchie e da lì farsi strada - ascolto dopo ascolto - fino agli organi interni: polmoni, stomaco, cuore. Ai polmoni sembrano sottrarre un po’ di fiato, ma in realtà ne sospendono soltanto l’erogazione per un istante, allo stomaco infliggono mazzate inaspettate, tuttavia non lasciano tracce che non si possano risarcire, al cuore arrivano come un colpo a tradimento di stiletto. E qui un segno è senza dubbio destinato a restare. Sono canzoni di dolore, ferite d’amore messe in musica che non raccontano il vuoto individuale ma lo trascendono per farsi universali (e come tali riconoscibili manifesti dei nostri dolori personali, passati o presenti). Potere catartico della musica, dei versi, dal quale non c’è chi non sia stato salvato almeno una volta nella vita.

Ecco allora il bisogno della fuga in Gate A1 per “stare al sicuro, lontano da te”, e il viaggio diviene un conforto, il bisogno di rinnovare l’amicizia che protegge, consola. Viene in mente il verso di Gozzano “viaggio per fuggire
altro viaggio
”, anche se quello di Aimone - rispetto a quello del poeta - non è un viaggio che cerca di allontanare la morte fisica ma quella dell’anima. Si avverte impellente la necessità di tirare le somme, di fare bilanci che con incredulità si scoprono chiusi in negativo: “il mio lavoro qua è finito, abbiamo già fallito”. Senza mezzi termini è proprio così, con Fallito, che si apre la sequenza dei tre brani, per chiudersi con la canzone più intima, dolorosa e tenera allo stesso tempo Mai più per sempre. L’accompagnamento del solo pianoforte, per quasi tutta la durata del pezzo, e la voce un po’ costipata, roca, persino sporca aggiungono carattere all’atmosfera di amara dolcezza (pure il titolo è un ossimoro) della canzone. La consapevolezza della fine, il tentativo di farsene una ragione, il buio dell’animo hanno spesso trovato nel mondo della canzone parole alate, allegorie, citazioni letterarie più o meno riadattate in grado di restituirne poeticamente forza, durezza, emozione, dolore. Ci vuole però molto candore - e persino un po’ di coraggio - per affidarsi a un verso tanto semplice come “addio per sempre amore mio” riuscendo ad essere credibile, sincero, autentico come Aimone Romizi.

* Vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune di Perugia

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