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Il Perugia calcio si consola: vince contro l'Inps, annullato accertamento da oltre un milione di euro

L'avvocato Caforio ha presentato ricorso al tribunale del lavoro su presunti mancati versamenti previdenziali: atto parzialmente accolto e richieste dell'Istituto riviste

Alessandro Antonini

25 Aprile 2025, 22:36

stadio Curi

Lo stadio Curi

Il Perugia calcio si consola in tribunale. Fuori dai play off, ha vinto - grazie all’avvocato Giuseppe Caforio - una causa importante contro l’Inps che chiedeva oltre un milione di euro per mancati versamenti previdenziali e aveva inviato gli atti di accertamento e recupero. “Il tribunale di Perugia, sezione lavoro, ha accolto il ricorso e annullato gli accertamenti con un notevole beneficio per il bilancio del Perugia calcio”, spiega Caforio.

La sentenza è del 23 aprile 2025 ed è firmata dal giudice Giampaolo Cervelli: il magistrato ha pronunciato una decisione “di rilevante interesse nel settore del diritto del lavoro sportivo, accogliendo in parte il ricorso presentato dalla società Ac Perugia calcio srl contro un avviso di addebito dell’Inps”, ribadisce il legale. “La controversia - fa sapere Caforio - relativa a contributi previdenziali non versati tra il 2016 e il 2022, verteva su tre principali questioni. La prima: l’esclusione dall’imponibile contributivo delle indennità di trasferta e dei rimborsi chilometrici corrisposti a calciatori e allenatori. E ancora: l’inquadramento previdenziale di alcune figure tecniche (allenatori di base, preparatori atletici, fisioterapisti e massaggiatori). Infine il mancato versamento del contributo aggiuntivo dello 0,20% al Fondo di Garanzia tfr per direttori sportivi e preparatori atletici”. La sentenza, “dopo un’attenta disamina delle questioni sollevate, ha parzialmente accolto le ragioni della società calcistica, rigettando gran parte delle pretese contributive avanzate dall’Inps, ma confermando alcuni addebiti specifici”.

Sempre secondo Caforio siamo di fronte a “un precedente significativo per il mondo dello sport professionistico, in quanto rafforza il principio che le indennità di trasferta, se documentate, non sono automaticamente soggette a contribuzione piena. Inoltre chiarisce i criteri per l’inquadramento previdenziale delle figure tecniche nelle società sportive e ribadisce l’importanza della documentazione per giustificare i rimborsi spese”. Una sentenza dunque che “potrebbe influenzare future controversie tra società sportive e enti previdenziali, soprattutto in un settore, come quello calcistico, dove le trasferte e la mobilità dei professionisti sono elementi strutturali dell’attività”.

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