UMBRIA
Una volta pronto, si tolgono carne e odori, che naturalmente ricicleremo per il pranzo, e si mette in il brodo in fresco per far solidificare il grasso e poi toglierlo più agevolmente. Si filtra attraverso un panno di lino e il brodo è pronto. A questo punto si battono delle uova con: parmigiano messo a occhio, sale e pepe a istinto, noce moscata a sentimento e buccia di limone (rigorosamente non trattato) a naso. Mi tengo da parte un mestolino di brodo freddo do un’altra bella girata e verso tutto nel brodo a bollore. Mescolo la minestra con gentilezza per tre minuti, assistendo alla creazione di quei meravigliosi fiocchetti gialli. Lo ritengo un perfetto primo pasquale”. E se non piace il brodo? “Suggerisco una ricetta Toscana, una preparazione dal ricettario di mia nonna. Gli gnudi. Siamo o non siamo in aprile? In questo momento la ricotta dà il meglio di sé, gli spinaci sono in pieno fulgore e la tavola di Pasqua non aspetta che loro, un piatto con questi ingredienti. Gli gnudi sono il ripieno dei ravioli senza il raviolo, un'esplosione di primavera in bocca”.
E per secondo? Buitoni suggerisce ortaggi di stagione e coratella d’agnello con carciofi. “A Pasqua – spiega - non possono mancare gli ortaggi di stagione che, volendo, possono anche diventare una frittata di primizie. La cosa migliore è andare al mercato il sabato mattina, se vi avvicinate a un banco di agricoltori locali, troverete certamente fave, piselli, carciofi, aglio e cipolla freschi e se avete fortuna, anche delle buone uova”. Un’alternativa che non preveda l’agnello? “La mia Primavera perugina. Questa torta ha vinto il primo premio a un concorso cittadino, bisognava creare una torta salata che potesse essere cucinata nel 1400. Preparate una base con 400 g di farina 280 g di strutto, un pizzico di sale e 200 g di acqua e mettetela a riposare. Nel frattempo preparate la farcia con 300 g di bietola e 300 di borragine, che lesserete separatamente. Strizzate molto bene la bietola ma lasciate la borragine umida, tritate le erbe e aggiungeteci: 200 g di ricotta di pecora, 30 g di pecorino di Norcia grattugiato e 20 g di uvetta che avrete tenuto mezz’oretta a bagno in acqua tiepida. Amalgamate bene il tutto, aggiungete quanto basta di sale e di pepe e mettete da parte. Prendete uno stampo a cerniera, imburratelo per bene e stendete la base sul fondo, facendola salire sul bordo di 4 o 5 dita, tenendo da parte un po’ dell’impasto, bucherellate con una forchetta e infornate per un quarto d’ora circa a 180 gradi. Tirate fuori dal forno, farcite con il ripieno, decorate a losanghe come fosse una crostata, con il resto dell’impasto e infornate per 20 minuti sempre a 180 gradi. Una volta che la torta è fredda decorate ogni losanga con un fiore di borragine”. Puntarelle e una bella insalata possono completare la parte salata della tavola di Pasqua.
La colomba è ormai un dolce universale e tutti o quasi la portano in tavola. Una salsa da accompagnare a parte per i più golosi? “La colomba dice Buitoni - vuole lo zabaglione. Qui si va di Artusi: rossi d'uovo tre, zucchero g 30, vino di Cipro, di Marsala o di Madeira, decilitri e 1/2 (circa 9 cucchiaiate). Montate bene i tuorli con lo zucchero finché non diventano bianchi, aggiungete il liquido e mescolate, poi lo ponete sul fuoco e continuate a mescolare finché non vedete che sta per prendere il bollore, a questo punte toglietelo dal fuoco perché è pronto! Potete servirlo con la colomba direttamente da una bella salsiera. Artusi dice che se lo volete più spiritoso, potete aggiungere una cucchiaiata di rum e che un cucchiaino di cannella non ci sta male, io personalmente la evito”.
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