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Perugia, cantiere lumaca alla scuola di Case Bruciate: il Comune revoca l'appalto alla ditta per "grave inadempimento"

Il nuovo centro per l’infanzia sarebbe dovuto essere pronto per il 11 aprile ma è stato completato solo il 17 per cento dei lavori

Gabriele Burini

01 Marzo 2025, 12:00

Perugia, cantiere lumaca alla scuola di Case Bruciate: il Comune revoca l'appalto alla ditta per "grave inadempimento"

Il progetto del nuovo centro per l'infanzia di Case Bruciate

Il cantiere per la realizzazione del nuovo centro per l’infanzia di Case Bruciate, a Perugia, è in ritardo. E così il Comune risolve il contratto con la ditta che stava eseguendo i lavori per “grave inadempimento”. Il provvedimento è messo nero su bianco nella determinazione dirigenziale 519 del 27 febbraio. L’intervento, si legge nell’atto, è finanziato per 3.025.000 euro, di cui 2,75 milioni con fondi del Pnrr e 275 mila con le risorse del Fondo opere indifferibili. Nonostante le chiare “obbligazioni assunte”, già “in fase di progettazione esecutiva” la ditta ha “manifestato un atteggiamento omissivo e negligente”, e molteplici sono stati “i solleciti che l’amministrazione ha dovuto impartire all’impresa di costruzione al fine di conseguire il rispetto della milestone imposta”.

La ditta ha comunicato il programma operativo, “incompleto e del tutto inadeguato”, solamente il 19 settembre 2024, con varie richieste di aggiornamento del documento mai arrivate. Nuovi “gravi ritardi” sono stati segnalati il 15 novembre dal Rup, che ha chiesto entro il 30 novembre “un programma operativo aggiornato da cui potersi evincere il proprio impegno, concreto, effettivo e attuale, volto al recupero dei ritardi accumulati”. I tentativi, però, sono risultati vani. Così, il direttore dei lavori ha formulato all’impresa la contestazione di “mancata presentazione di un programma di esecuzione dei lavori completo ed adeguato”; “mancata trasmissione delle relazioni tecniche di verifica per le parti strutturali eseguite in difformità del progetto esecutivo approvato”; “mancata ottemperanza agli ordini di servizio impartiti, peraltro mai riscontrati né restituiti sottoscritti, che, in carenza di contestazioni e riserve iscritte, devono intendersi comunque accettati dall’appaltatore”; “mancata realizzazione delle migliorie proposte in sede di offerta tecnica, con speciale riguardo a quelle relative alla sicurezza in cantiere e, cosa ancor più grave, a quelle relative alla struttura tecnica proposta”; “gravi carenze organizzative che hanno prodotto macroscopici ritardi esecutivi”; “mancato rispetto delle tempistiche contrattuali e produzione del tutto insufficiente ed inaccettabile, con andamento assolutamente anomalo ed ingiustificabile del cantiere”.

Insomma, il ritardo accumulato il 31 gennaio è risultato “ben superiore ad un decimo del tempo contrattuale”; e decorsi “429 giorni su una durata complessiva di 500, risulta eseguito il solo 17,86 per cento dei lavori appaltati”. Impossibile quindi chiudere l’intervento entro l’11 aprile, per cui l’amministrazione determina di procedere “alla risoluzione per grave inadempimento alle obbligazioni contrattuali del contratto d’appalto”, e adesso darà avvio alla procedura di interpello delle ditte collocate nella graduatoria approvata a marzo 2023 per il completamento dei lavori.

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