Attualità
Gennaio 2025 è stato il più caldo degli ultimi 50 anni
Lorenzo Jovanotti lo cantava già nel 1992, riprendendo poi quella strofa anche in un brano del 2012: “Ma che caldo fa, ma che caldo in questa città”. Una descrizione calzante per Perugia, soprattutto nei mesi estivi. Solo che, questa volta, le temperature hanno raggiunto vette inaspettate nel mese di gennaio. A renderle note è stato lo staff di Perugia Meteo su Facebook.
Parlando del mese di gennaio appena concluso “attraverso i nostri dati che partono dal 1976 fino ai giorni nostri” e che riguardano la periferia perugina, viene spiegato che il territorio non aveva mai raggiunto “dei valori medi massimi di 12 gradi, stante una media cinquantennale di 8,2, quindi 3,8 gradi più della media. Il 2025 ha battuto il precedente record del 2018 che era di 11,8 grandi, 11,6 gradi del 2007 e 11,4 gradi dell’anno scorso, facendo saltare all'occhio l’aumento delle temperature invernali avvenuto in questo millennio”. Per quello che concerne invece la media delle minime, sempre in periferia, “si sono avuti valori compresi tra i 3,4 e i 3,8 gradi, praticamente il doppio rispetto agli 1,7 di media dal 1976. La cosa anche da rimarcare è che, oltre ad avere avuto soltanto 4-5 episodi con temperature minime al di sotto dello zero, in tutto il mese di gennaio, nelle stazioni della periferia perugina, poste a quote pianeggianti, per ben 24 volte sono state raggiunte massime in doppia cifra, cosa che ha portato la media delle massime su valori record per gli ultimi 50 anni nel capoluogo regionale”.
Perugia Meteo va avanti spiegando che per quanto concerne l’analisi dei valori medi di gennaio “e dal punto di vista delle precipitazioni, la rete di lineameteo ci permette di vedere come sia davvero rilevante sia la media delle minime che delle massime, mentre per quanto riguarda le precipitazioni, possiamo comprendere molto bene che la parte centro settentrionale dell’Umbria ha raggiunto quantitativi al di sopra della media, mentre quella meridionale e in parte di quella centrale, a ridosso del perugino, si sono avuti invece quantitativi inferiori alle medie con scarti del 40 per cento in meno”.
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