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Cronaca

Perugia, ludopatico si indebita per oltre 37 mila euro: salvato con il piano di ristrutturazione. Cos'è e come funziona la legge salva suicidi

Decisivi per la soluzione il suo stato di salute e la volontà di risolvere il problema

Gabriele Burini

27 Gennaio 2025, 13:29

ludopatia gioco d'azzardo

L'uomo aveva accumulato debiti per oltre 37 mila euro a causa delle scommesse sportive

Aveva contratto debiti per il gioco d’azzardo per oltre 37 mila euro. Ma il suo stato di salute, prima di natura depressiva e poi ludopatica, ha portato il giudice Stefania Monaldi all’omologazione del piano di ristrutturazione, consentendogli di pagare i creditori per il 65 per cento del totale (poco più di 24 mila euro) nei prossimi 8 anni e di estinguere il residuo. E’ andata a buon fine la procedura di sovraindebitamento, detta anche legge salva suicidi, introdotta nel 2012 proprio per aiutare coloro che accumulano debiti dai quali non riescono a rientrare, proposta dall’avvocato Michele Marzoli e presentata all’Organismo di composizione della crisi che ha visto gestore l’avvocato Amelia Limone.

Nel caso specifico, il 45enne perugino nel 2008 a causa dell’insorgere di attacchi di panico e depressione aveva intrapreso un percorso psicoterapeutico con supporto farmacologico. L’uomo aveva anche ridotto le proprie ore di lavoro settimanali, ma alla diminuzione delle entrate e all’aumento delle spese di natura sanitaria, non era corrisposta una riduzione dei costi fissi di mantenimento. Alla precarietà delle condizioni economiche si erano poi aggiunte una serie di delusioni sul piano sentimentale e una tendenza a isolarsi. Tutte cose che hanno portato il 45enne ad avvicinarsi al mondo delle scommesse sportive. In poche settimane, l’uomo era arrivato anche a giocare oltre 1.900 euro al mese, grazie anche all’aiuto economico ricevuto dai familiari che non erano a conoscenza del reale motivo per cui venivano richiesti i soldi dal figlio. Per restituire quanto anticipato ed estinguere i primi debiti, l’uomo aveva anche richiesto un prestito per oltre 13 mila euro. Della patologia, l’uomo non aveva fatto riferimento né ai familiari né allo psichiatra con cui era rimasto in cura fino al 2016. A febbraio 2018 era stato rifinanziato il precedente prestito, accollandosi un debito di poco superiore ai 31 mila euro. Nel corso del tempo, il 45enne aveva prima diminuito gli importi giocati e la frequenza, per poi arrivare all’autoesclusione dalle piattaforme a febbraio 2021. Nello stesso anno, l’uomo aveva anche cambiato tipo di contratto di lavoro, ma a causa del caro energia e delle spese mediche era tornato a chiedere aiuto a uno psicologo, cura interrotta dopo alcune settimane per mancanza di liquidità.

Il conto di gioco, nel frattempo, è stato chiuso il 14 febbraio del 2024 per inattività, e consapevole del rischio ricadute, l’uomo ad aprile si era rivolto al Centro per il Contrasto del gioco d’azzardo patologico. La grandissima difficoltà dal punto di vista economico è stata comprovata dal fatto che l’uomo si trova adesso in difficoltà per ogni minima spesa da affrontare nella vita quotidiana, arrivando a un punto in cui anche le piccole spese straordinarie lo hanno costretto a dover scegliere le cose a cui rinunciare. La volontà di intraprendere un percorso per la cura della ludopatia cristallizza la volontà di risolvere in maniera definitiva la problematica e, per questo motivo, la procedura di sovraindebitamento è andata a buon fine.

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