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Perugia, questura toglie il fucile al cacciatore perché sotto processo per indebite percezioni ai danni dello Stato. Ma lui fa ricorso al Tar e vince

Per le forze dell'ordine avrebbe tenuto "una condotta incline a tradire e ad abusare della fiducia del prossimo". Ma per il Tribunale amministrativo questo tipo di giudizio non ha a che fare con il rinnovo della licenza

Alessandro Antonini

15 Dicembre 2024, 21:35

cacciatore

Non gli rinnovano la licenza per il fucile a uso venatorio perché è stato processato per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Motivazione? Il cacciatore non sarebbe “affidabile”.

“I fatti contestati - è la tesi della questura di Perugia - rilevano una condotta incline a tradire a ad abusare della fiducia del prossimo, facendo venir meno il requisito della buona condotta e dell'affidabilità” per cui vengono rilasciate le armi. Ma il cacciatore non ci sta a fa ricorso al Tar, con l’avvocato Franco Libori.

Il ricorso viene accolto perché quello della questura è “un tipo di giudizio (in ordine alla non ‘specchiatezza del richiedente’) formulato ‘in termini assoluti e lato sensu etici’, e non, come invece richiede la giurisprudenza, ‘con un approccio finalistico, in funzione proprio dei contenuti specifici della richiesta avanzata’”.

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