La ricorrenza
Il vescovo Soddu alle celebrazioni per Santa Fermina
Oggi, lunedì 24 novembre, ad Amelia si celebre la festa di Santa Fermina, patrona della città e copatrona della Diocesi di Terni, Narni ed Amelia. Una celebrazione che è un evento religioso e civile, un incontro tra Amelia e Civitavecchia, per rinsaldare il gemellaggio tra le due città nel nome della comune patrona Fermina, giovane martire del III secolo
Due saranno i principali momenti liturgici di lunedì 24 novembre: alle ore 11 solenne celebrazione in comunione con la Chiesa di Civitavecchia e Tarquinia presieduta da monsignor Gianrico Ruzza, vescovo di Civitavecchia e Tarquinia e Porto Santa Rufina con la partecipazione del clero, delle autorità marittime e dei pellegrini di Civitavecchia. Al termine proclamazione degli alunni vincitori del concorso Santa Fermina, rivolto agli istituti scolastici di Amelia.
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Alle ore 17 nella concattedrale di Amelia solenne pontificale presieduto da monsignor Francesco Antonio Soddu, vescovo di Terni, Narni ed Amelia, preceduta dal corteo storico e dalla cerimonia dell'offerta dei ceri da parte dei sindaci del comprensorio amerino e di Civitavecchia, secondo gli statuti comunali del 1346, ceri che saranno accesi con la fiaccola portata dalla staffetta podistica che arriverà da Civitavecchia.
I canti liturgici verranno eseguiti dalla Cappella Musicale del duomo e dai Cori della Vicaria di Amelia e Valle Teverina.
Inoltre, domenica 23 novembre, nella sala conferenze di Sant'Agostino, è stato presentato il libro “Origini del Corteo Storico e Palio dei Colombi” di Giancarlo Guerrini, a cura dell’Ente Palio dei Colombi in occasione del 50esimo della prima rievocazione dell’offerta dei ceri, e, nella sala della Pinacoteca Civica, si è tenuto l’evento “Piermatteo 2025”, spettacolo per il 580 esimo anniversario della nascita del pittore amerino. Progetto promosso da Unitre di Amelia con il contributo della Fondazione Carit.
"Di origini romane, Fermina si convertì giovanissima al cristianesimo, con impegno ed entusiasmo si consacrò all’apostolato, convertendo tantissime persone, sollecitata da una fede fervida e operosa. Secondo la passio, che non è anteriore al secolo VI, Fermina era una vergine romana figlia dello stesso praefectus urbis, Calpurnio. Da Roma la famiglia si trasferì a Civitavecchia e quindi ad Amelia. La giovane Fermina - fanno sapere dalla Diocesi di Terni, Narni ed Amelia - qui visse una vita eremitica, rivolgendo ai fedeli parole di conforto esortandoli coraggiosamente alla fede e all’amore.
Un consularis Olimpiade, che aveva tentato di sedurla, fu da lei convertito e diede poi la vita per la fede. Fermina seppellì il martire in un suo fondo detto Agulianus a circa otto miglia da Amelia il primo dicembre. Denunciata come cristiana, Fermina fu arrestata e condotta davanti al giudice Megezio il quale, nemico acerrimo dei cristiani, la sottopose a minacce e tormenti più spietati che non spezzarono però il suo coraggioso rifiuto di rinnegare la fede cristiana. Più tardi anche lei subì il martirio. Era il 24 novembre del 304 d.C. quando la giovane Fermina fu martirizzata dal prefetto romano di Amelia, Magenzio. Dopo numerosi tormenti, appesa con i capelli alla colonna (la tradizione vuole che sia quella posta all’ingresso del duomo), mentre veniva torturata con le fiamme, Fermina morì pregando il Signore per sé e per i suoi persecutori. Molti vedendola morire in quel modo si convertirono al Vangelo. I resti del prezioso corpo vennero segretamente sepolti con grande venerazione dai cristiani, fuori le mura di Amelia, e vi restarono occulti per circa sei secoli. Furono ritrovati nell’anno 870 e da allora sono solennemente custoditi nella cattedrale di Amelia.
Le si attribuiscono numerosi miracoli, uno dei quali avvenne durante la navigazione verso Civitavecchia (allora Centumcellae); una violenta tempesta che infuriava in mare sulle imbarcazioni venne placata dall’intervento miracoloso della vergine Fermina. La Santa sostò per un periodo in una grotta del porto, sulla quale è stato successivamente costruito il Forte Michelangelo. Per questo è anche la protettrice dei naviganti. Dopo oltre 17 secoli, Fermina è un esempio di come amare il Signore, anche in mezzo ai sacrifici, ai problemi, alle difficoltà della vita e, le celebrazioni in suo onore, mostrano, ancora oggi, l’intensa devozione che la popolazione locale da secoli destina alla propria patrona. La festa di Santa Fermina a Civitavecchia si celebra il 28 aprile, giorno in cui giunsero nella città le reliquie donate dalla città di Amelia (28 aprile 1647)".
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