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Melania Trump
Melania Trump non ha mai amato parlare. Anni e anni sotto i riflettori – tra Casa Bianca, scandali e gossip – si è sempre tenuta in disparte. Rare interviste, dichiarazioni misurate, sguardi d'acciaio. E ora? Ora, all’improvviso, parla per sette ore filate. Ma non è lei. È una sua copia digitale.
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Non è una battuta, è un fatto. La sottoscritta ha messo in vendita un audiolibro autobiografico, intitolato Melania Trump: My Journey, disponibile online al prezzo di 25 dollari. Ma non lo ha narrato in studio, come fanno tutte le celebrità. Ha fatto una scelta più radicale: si è fatta clonare la voce da un'intelligenza artificiale. Sì, Melania Trump ha concesso a una startup americana, la ElevenLabs, di ricreare perfettamente la sua voce – inflessioni comprese – per leggere al posto suo le pagine della propria vita. Un’operazione senza precedenti, che ha scatenato un’ondata di critiche, ironie e interrogativi.
Dietro l’esperimento tecnologico si nasconde qualcosa di più profondo. Melania non compare quasi mai in pubblico. Ha evitato le interviste anche durante la campagna di rielezione del marito. Non ha rilasciato commenti né dopo gli scandali giudiziari di Trump, né davanti all’opinione pubblica divisa. E ora, a sorpresa, affida a un software vocale la narrazione della sua esistenza. Chi l’ascolta descrive un tono freddo, distaccato, quasi meccanico. Ma proprio per questo potente: una voce fantasma che racconta una vita reale. È marketing? È provocazione? O è la sua maniera di ribaltare le regole della comunicazione politica, trasformandosi da icona silenziosa in simbolo post-umano di controllo dell’immagine?
Solo pochi giorni fa Melania Trump era in prima fila accanto a suo marito Donald per promuovere il Take It Down Act, legge contro la diffusione di deepfake e contenuti intimi falsificati. Durante l’intervento, aveva tuonato contro "gli abusi dell’intelligenza artificiale che devastano la vita di tanti ragazzi americani".
Poi però – come niente fosse – vende un contenuto creato interamente con l’IA, usando la propria voce digitale. Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che lei stessa ha costruito gran parte del suo personaggio pubblico proprio sulla riservatezza, sull’essere vera e inaccessibile. E ora? Si trasforma in avatar? Il messaggio è ambiguo, quasi cinico: l’IA è pericolosa... ma se controllata, può diventare un business milionario. C’è un dettaglio che rende tutto ancora più surreale: Melania, in carne e ossa, non ha fatto alcun annuncio. Niente conferenze stampa. Niente video. Nessun commento. L’audiolibro si è materializzato online, come fosse opera di un’entità misteriosa.
E a pensarci bene, non è poi così strano. Melania è la donna che è riuscita a scomparire pur essendo sotto i riflettori del mondo. Ora ha fatto un passo oltre: ha delegato anche la propria voce. Forse è il segnale definitivo che non le interessa più esserci, ma solo controllare come viene ricordata. Melania Trump non parla. Non si espone. Non si muove. Ma guadagna milioni con una voce che non è la sua, raccontando la sua verità senza metterci la faccia. Se questa è la nuova era della comunicazione politica, è lecito chiedersi: quanto siamo lontani dal punto di non ritorno?
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