Attualità
Una decina di giorni fa: Pierantonio, E45. Sabato scorso: Foligno, innesto Flaminia-Valdichienti. Due episodi ravvicinati, stesso copione da brivido: auto contromano sulle superstrade. Non eccezioni: cronaca di un’Italia che continua a collezionare fatti del genere, da Nord a Sud. E come se non bastasse, ci sono pure i Tir che piombano su auto ferme: non solo le stragi di Arezzo e Firenze, ma casi analoghi pure in Umbria (come la bisarca capottata per evitare il tamponamento) finiti senza vittime per miracolo.
Siamo nel 2025, ma sembra ancora il Medioevo della sicurezza stradale. Eppure la tecnologia c’è: gli Adas. Sistemi che leggono i segnali; avvisano se imbocchi un senso vietato; frenano da soli se stai per centrare chi ti precede. Disponibili, collaudati e alcuni già obbligatori sui veicoli nuovi. Ma il paradosso è che restano opzionali per milioni di auto e camion in circolazione. Basterebbe una legge per renderli obbligatori per tutti. Basterebbe una decisione politica, chiara, coraggiosa. Ma la politica, si sa, frena sempre troppo tardi. E quando lo fa, è spesso dopo l’ennesima tragedia. Ma la sicurezza non dovrebbe mai nascere dal sangue: dovrebbe correre senza osservare limiti. Nel frattempo ci vorrebbero meno distrazioni e più attenzione alla guida da parte di tutti. E invece...
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