Attualità
Un’ora o al massimo 90 minuti gratis. Poi la mannaia: 40 euro. Non per una serie di assaggi gourmet al ristorante, né per una seduta di fisioterapia con vista sul lago di Piediluco, ma per aver lasciato l’auto a far da tappezzeria davanti al supermercato. Sì, proprio lì, dove un tempo si parcheggiava col sorriso, adesso si sosta col cronometro.
L’idea, già rodata a Roma – dove ha fatto scattare le prime polemiche e le seconde riflessioni – ha appena varcato il casello di Orte ed è approdata in Umbria. A Foligno e a Spoleto sono comparsi i primi cartelli: un’ora, un’ora e mezza a costo zero, poi parte il tassametro da salasso. Un modo per scoraggiare i professionisti della sosta creativa, quelli che “è solo un attimo, devo accompagnare mio figlio a scuola” o che trasformano il parcheggio del market in una succursale del posteggio aziendale, lasciando lì la macchina per 8 ore filate.
L’obiettivo dichiarato - e almeno in teoria condivisibile - è quello di liberare i posti occupati da chi non ha alcuna intenzione di fare la spesa, ma solo di approfittare di una comodità che si chiama, appunto, parcheggio. Dopotutto, se il cliente arriva, trova tutto pieno, impreca e se ne va, chi ci rimette è il commerciante.
Fin qui tutto logico. Ma il confine tra logico e discutibile, si sa, è spesso disegnato con una matita storta.
Perché se è vero che si tratta di iniziative private su suolo privato - e dunque legittime - resta da capire: chi eleva materialmente le multe? Che valore legale hanno quei verbali? Possono essere considerati sanzioni vere o sono semplici richieste di pagamento, poco più che inviti gentili con cifre da strozzo?
E ancora: siamo proprio sicuri che il parcheggio di un supermercato sia da ritenersi a tutti gli effetti “proprietà privata” e non invece “di uso pubblico”, almeno finché aperto e accessibile a tutti, senza sbarre né cancelli?
Domande che iniziano a circolare anche sotto le torri umbre, mentre i cittadini tornano a dividersi come i guelfi e i ghibellini tra chi plaude all’iniziativa e chi la bolla come una trappola per clienti distratti. E come spesso accade in Italia, il problema non è tanto la regola, quanto chi la gestisce. Perché se ad accertare l’infrazione è una società privata che ti manda la multa a casa senza passare da un’autorità pubblica, il rischio è di ritrovarsi con una richiesta di pagamento più somigliante a una lettera di Babbo Natale con dentro il conto del noleggio delle renne. Ovvero: che farne? Darle credito o no?
Per ora la linea è soft: il sistema è appena partito e – come dicono i cartelli – i primi 60/90 minuti restano gratuiti. Ma la posta in gioco è alta: da una parte il diritto dei clienti veri a trovare parcheggio, dall’altra il rischio di trasformare ogni supermercato in una zona a pedaggio mascherata.
Nel dubbio, ai furbetti del parcheggio un consiglio spassionato: iniziate a fare la spesa. Anche solo per una mela. Ma tenete stretti lo scontrino in una mano e il cronometro nell’altra.
Se, invece, siete clienti abituali e amate fare le cose con calma, datevi una mossa: un’ora o anche 90 minuti possono durare poco se siete indecisi negli acquisti o se vi perdete in chiacchiere alla cassa.
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