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Perugia e Foligno non sono città discariche ma il problema dei rifiuti abbandonati resta

Sergio Casagrande

27 Giugno 2025, 11:33

Perugia e Foligno non sono città discariche ma il problema dei rifiuti abbandonati resta

Lo ammetto: il titolo che abbiamo usato ieri nella pagina delle Idee e delle opinioni - quella che raccoglie le vostre lettere - è stato un pugno nello stomaco. "Se Perugia (e Foligno) sono invase dall’immondizia" ha suscitato la disapprovazione di alcuni amministratori e anche di qualche lettore che ha la fortuna di vivere in quartieri lindi e pinti.

Ci è stato fatto notare che è stata una generalizzazione eccessiva, un’etichetta ingiusta per due città che meritano ben altro. E, lo riconosciamo: hanno ragione.

Ma no, non volevamo offendere. Non volevamo etichettare né Perugia, né Foligno, né altre località del centro Italia e del resto del Paese, come "città discarica".

Sarebbe un’idiozia. E non lo abbiamo mai pensato. Abbiamo volutamente usato un linguaggio forte per scuotere le coscienze, per far parlare di un problema che esiste e che, se non affrontato con lucidità e coraggio, continuerà a intaccare il decoro urbano e l’immagine stessa delle nostre comunità.

Perché, come ho scritto e ribadisco: è solo con un pugno allo stomaco che a volte ci si sveglia davvero.

Il problema dei rifiuti abbandonati non è un’invenzione giornalistica. È reale. Ed è sotto gli occhi di tutti. Non riguarda ogni singolo quartiere di Perugia o ogni via di Foligno, certo. Ma le segnalazioni, le foto, le proteste dei cittadini, parlano chiaro.

C’è chi si alza la mattina e, prima ancora del caffè, trova sacchi neri ammucchiati davanti al portone. C’è chi vive accanto a micro discariche che resistono da settimane, incuranti del sole, del tanfo e della pazienza di chi rispetta le regole. E c’è, ormai, chi trova sacchetti di immondizia abbandonati perfino agli svincoli e lungo le superstrade.

È ovvio – e lo abbiamo scritto chiaramente – che non tutta la responsabilità sia delle istituzioni.

C’è anche – e soprattutto – un problema di inciviltà diffusa. Cittadini che, per pigrizia o malafede, abbandonano sacchetti nei luoghi più impensati, magari di notte, magari lontano da casa loro.

Non è tutta la città, certo. Ma basta una minoranza per rovinare tutto.

Eppure, non siamo ciechi. Sappiamo bene che ci sono amministrazioni comunali e società che gestiscono la raccolta dei rifiuti che intervengono, che rispondono alle segnalazioni, che tentano di mantenere il decoro con i mezzi che hanno.

Ma questo non toglie nulla al problema. Anzi, lo conferma: se il problema viene affrontato, significa che esiste.

E allora perché scandalizzarsi per un titolo forte? Forse perché è più facile indignarsi per le parole che per la realtà che descrivono?

La situazione mostrata dalla fotografia scattata a Foligno, in via Isonzo e che abbiamo pubblicato, è rimasta immutata (anzi, i rifiuti in realtà sono aumentati) almeno fino alle ore 18.21 di ieri come dimostra il nuovo scatto che ci è stato inviato ieri sera. Quindi molto dopo la comparsa della notizia sul giornale e del disappunto manifestato da qualcuno per il titolo.

Forse dopo - ma visto l’orario è difficilmente possibile -, qualcuno potrebbe essere intervenuto e potrebbe anche averla rimossa. Ma di sicuro c’era ancora; come c’era stata prima più volte; e come rischia puntualmente di tornare se non si trova un sistema per intervenire o per un controllo efficace.

E non è la sola. Visto che anche a Perugia - come segnalato dal lettore Carlo Bonini nella sua lettera che abbiamo pubblicato - c’erano anche ieri sacchetti di rifiuti in giro per il centro storico di Perugia. E questi casi di cui abbiamo scritto ieri e di cui scriviamo anche oggi non sono, purtroppo, gli unici.

Sono solo due simboli, come tanti altri angoli d’Italia dove la raccolta differenziata si scontra con la maleducazione, con la carenza (a volte anche con l’impossibilità, ma oggi almeno c’è la legge che consente di usare telecamere, per esempio) di controlli, con la lenta risposta degli apparati pubblici.

Noi siamo convinti – e lo scriviamo con speranza – che presto qualcuno risolverà anche questi problemi. Perché troppe sono ormai le proteste, troppe le segnalazioni, e soprattutto troppo forte è il messaggio che questo degrado lancia: che il rispetto delle regole, in fondo, non serve a niente.

Ma noi crediamo il contrario.

Crediamo che valga ancora la pena indignarsi. E crediamo - senza voler offendere il lavoro dei nostri amministratori - che un titolo forte, se serve a riaccendere il dibattito, a portare attenzione, a far muovere chi deve muoversi o le coscienze dei maleducati, sia non solo giustificato, ma doveroso.

Perché non vogliamo che nemmeno una sola delle nostre strade, dove abitiamo, lavoriamo e magari riceviamo ospiti e turisti, finisca abbandonata come quei sacchetti o con i marciapiedi impercorribili per colpa di montagne di rumenta e di sporcizia. E perché la vera civiltà si misura anche da come trattiamo l’immondizia. E, ancora di più, da come reagiamo quando ce la troviamo davanti per giorni, settimane, mesi.

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